Omicidio Willy, gli indagati si accusano a vicenda. Le minacce sui social e il motivo della lite
I quattro giovani arrestati per aver pestato a morte Willy Monteiro Duerte saranno ascoltati dal gip nel carcere di Rebibbia per la convalida del fermo

Prima notte nel carcere di Rebibbia per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. I due sono accusati, assieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, di omicidio preterintenzionale per la morte di Willy Monteiro Duarte, ucciso a calci e pugni durante una rissa. Chi li ha incontrati in carcere li definisce "distrutti" per quanto avvenuto la notte tra sabato e domenica a Colleferro, centro a pochi chilometri da Roma. Ora se qualcuno del branco in cella si dice "distrutto" la famiglia di Willy chiede l'unica cosa che può avere: giustizia. "Non meritava questo, era giovane, voleva diventare cuoco, amava la Roma. Era solo uscito con gli amici di sempre", ripete la madre disperata. Sui social infuria la violenza, con le minacce, anche alla famiglia degli indagati, è il papà di Willy ad abbassare i toni: "Non ci interessa la vendetta - commenta disperato Armando Monteiro - nessuno ci restituirà il nostro ragazzo. Non cerchiamo vendette. Vogliamo giustizia".
"Non lo abbiamo toccato"
"Non lo abbiamo toccato. Respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere, abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati", avrebbero detto Marco e Gabriele Bianchi durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto. "Domani depositeremo nuove prove e testimonianze che contraddicono quelle della Procura. I fratelli Bianchi affermano di non avere visto Willy a terra, vittima del pestaggio", afferma l'avvocato Massimiliano Pica al termine dell'interrogatorio di convalida dell'arresto davanti al gip di Velletri. Il penalista è difensore anche di Mario Pincarelli, altro arrestato. "Anche Pincarelli ha affermato di non avere preso parto alla rissa".
La reazione dei familiari
"In fin dei conti cosa hanno fatto? Niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario", sarebbe sata questa la reazione dei familiari dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia all'arrivo alla caserma di Colleferro, stando a quanto scrive Repubblica. Il giornale riporta che ci sono anche i ragazzi di Paliano, "che sentono (e lo riferiscono poi ai militari) uno dei familiari degli arrestati dire: 'In fin dei conti cos' hanno fatto? Niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario'". Un particolare, forse da verificare, ma che - se risultasse vero - colorerebbe quanto accaduto di tinte ancor più scioccanti.
L'omicidio di Willy
Preso a calci e pugni, anche in testa, fino a rimanere esanime sull'asfalto. Il 21enne italiano di origini capoverdiane che abitava a Paliano è morto per le botte ricevute in strada dai quattro. Una azione violenta e brutale che non ha dato scampo al ventenne intervenuto in difesa di un suo amico dopo un alterco con il branco capeggiato dai due fratelli Bianchi, esperti nella Mixed martial arts, una sorta di arte marziale, una tecnica di combattimento in cui l'ultraviolenza si consuma in un rettangolo, una gabbia recintata, dove tutto è consentito. La lite pare sia nata per un commento su due ragazze.
La testimonianza dell’amico
Federico Zurma l'amico che Willy ha difeso dal branco ha rilasciato un’intervista la Repubblica in cui riporta le dichiarazioni che ha reso ai carabinieri. "Si è messo tra me e loro. Mi stavano picchiando quando ho visto Willy. Ha cercato di mettere pace. Ma hanno iniziato a picchiarlo in quattro – racconta Federico – Uno di loro lo ha colpito con un calcio micidiale alla pancia. Willy è rimbalzato a terra, facendosi forza sulle braccia ha provato a rialzarsi, ma quello gli ha subito sferrato un pugno sulla testa, atterrandolo".
Lo scambio di accuse
A chiarire i ruoli di Marco e Grabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, tutti accusati di concorso in omicidio preterintenzionale, adesso che ciascuno tende a scaricare sugli altri la responsabilità, potrebbero essere le immagini delle telecamere di zona, anche se i carabinieri, che hanno arrestato i quattro indagati alcune ore dopo l' aggressione, non ci contano in quanto era buio. A fare chiarezza saranno anche i tabulati telefonici degli indagati, che sveleranno chi abbia chiesto l' intervento dei fratelli Bianchi, arrivati a tutta velocità a bordo della loro Audi.
C’è un quinto indagato
Al momento la Procura di Velletri esclude l'aggravante dell'odio razziale ma gli accertamenti proseguono con l'ascolto di testimoni e analisi approfondite delle telecamere presenti in zona. Al momento le indagini portate avanti dai carabinieri hanno portato all'iscrizione di cinque persone, compresi gli arrestati. Per loro, tutti detenuti nel carcere di Rebibbia, oggi è fissato l'interrogatorio di convalida dell'arresto davanti al gip di Velletri. L'atto istruttorio rappresenta il primo confronto con chi indaga e servirà a cristallizzare ulteriormente l'impianto accusatorio.
L’autopsia
Mercoledì, invece, verrà svolta l'autopsia sul corpo di Willy che verrà effettua presso l'istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata. Oggi la procura di Velletri ha affidato l'incarico peritale per l'analisi della salma che potrà dare ulteriori risposte e soprattutto confermare la gravità del pestaggio subìto da Duarte.
Uno degli arrestati: "Sono disperato"
Gli avvocati difensori hanno incontrato i loro assistiti in carcere. "Sono disperato" ha affermato Belleggia nel corso del suo incontro con l'avvocato Vito Perugini. "E' provato e sconvolto per quanto avvenuto - ha spiegato il penalista - tornerò a parlare con il mio assistito perché oggi non era nelle condizioni di affrontare un colloquio". Anche il difensore dei fratelli Bianchi e di Pincarelli si è recato a Rebibbia per parlare con gli indagati. "Per rilasciare dichiarazioni attendo l'interrogatorio di convalida, al momento preferisco non parlare su quanto avvenuto", taglia corto l'avvocato Massimiliano Pica. Intanto il presidente della Regione Lazio ha fatto sapere di volere pagare le spese legali sostenute dalla famiglia di Willy. "Non lasceremo da sola la famiglia di questo ragazzo scomparso, a cui ci uniamo in questo momento difficile", ha detto Zingaretti.
Un amico di Willy: "Picchiatori per i pusher"
"Nella zona li conoscono tutti perché in quanto picchiatori fanno recupero crediti, accusa un amico del giovane ucciso. Andavano dalla persone a riscuotere i debiti di droga per conto degli spacciatori. Sabato sera sono scesi dal Suv e hanno iniziato a menare gente a caso, sembra si siano picchiati anche tra loro, sicuramente stavano strafatti. Willy aveva tentato di dividerli, di aiutare un amico a terra e ci è capitato in mezzo".