Melanoma curato con l’omeopatia: a processo anche il mentore della dottoressa già condannata per omicidio
Il medico spagnolo Maria Gloria Alcover insieme alla collega avrebbero consigliato alla vittima, Marina Lallo, di trattare il tumore con metodi "alternativi"

Marina Lallo è morta a 53 anni a causa di un melanoma curato per anni con l’omeopatia di ispirazione hameriana. Nel marzo 2017, con l’accusa di omicidio colposo, è stata condannata a 2 anni e 6 mesi la dottoressa omeopata Germana Durando. Che però, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Torino, sarebbe stata influenzata dai "consigli" di una dottoressa spagnola di 65 anni, Maria Gloria Alcover, che opera tra Modena e Torino e rappresenterebbe per la Durando una sorta di "mentore". A riprova di ciò anche quest’ultima è stata rinviata a giudizio dal giudice Edmondo Pio: il processo inizierà il 5 dicembre.
L’accusa
Entrambe le omeopate avevano consigliato la donna a non asportare il neo che aveva sulla spalla, sebbene fosse un tumore già diagnosticato e in stadio molto avanzato. Sostenevano infatti che toglierlo avrebbe contribuito a "un'esplosione metastatica". Per gli inquirenti, a partire dal 2012, Alcover avrebbe visitato Marina, consigliandole, in accordo con la collega Durando, di curare il melanoma con una metodologia omeopatica di tipo unicista e, soprattutto, convincendola che un eventuale intervento chirurgico avrebbe provocato "un’esplosione metastatica".
Le indagini
In questo secondo filone d’indagine gli inquirenti si sono concentrati soprattutto sul fitto scambio di mail tra la "maestra" (Alcover) e l’"allieva" (Durando), aventi a oggetto proprio il difficile caso di Marina. Il neo sulla spalla, come provato dalle consulenze tecniche disposte dal pubblico ministero, doveva essere asportato immediatamente, vale a dire dopo la visita del 1° dicembre 2005, mentre l’intervento chirurgico avvenne soltanto nel 2014, quando le metastasi avevano ormai raggiunto altre parti del corpo.
Lo scambio di mail
Nel luglio 2015, dopo che Marina si sottopose a una oramai tardiva asportazione chirurgica del cancro, Alcover scrisse a Durando: "Bisogna che l’organismo faccia l’espulsione totale e dopo viene aiutato chirurgicamente. In quel momento non dà più metastasi….sono poche le persona capaci di sopportare…io visto cinque nella vita, tutti guariti dopo…ho visto la trasformazione di maligno a benigno dei tumori". Uno di questi casi ,Alcover Lillo l’aveva anche portata a una conferenza come testimonianza. Peccato che secondo gli accertamenti della procura, quella paziente non avesse un tumore.
La denuncia del fratello
Marina Lallo era stata per anni tormentata dal dolore che il melanoma le procurava fino a quando aveva deciso autonomamente di farsi operare. Era però ormai troppo tardi e le metastasi avevano già raggiunto i linfonodi e poi il cervello. Suo fratello, assistito dell'avvocato Marino Careglio, aveva sporto denuncia e la dottoressa Durando era poi stata condannata a due anni e sei mesi di carcere. Le indagini della procura sono proseguite, arrivando ad accertare una responsabilità anche da parte di Maria Gloria Alcover, che era stata così raggiunta, prima dell'estate, da un provvedimento del giudice di sospensione della sua attività.
Il tumore curato a parole
Ancora adesso il fratello non si capacita di quella morte annunciata. Anche lui è medico e aveva cercato di convincere la sorella a chiedere un altro consulto. ma lei non ne voleva sapere. le uniche parole degne di attenzione per lei erano quelle di Germana Durando e Maria Gloria Alcover. Per Marina quella filosofia quei consigli erano importanti. Lo dimostra anche la testimonianza di un'amica della 53enne, che era stata indirizzata dall'omeopata quando il figlio aveva la leucemia e che ha raccontato in aula durante il processo: "Mi disse che dovevo scegliere tra la terapia tradizionale e la terapia che lei mi avrebbe proposto - ha raccontato - le due cose non erano compatibili. E quando dissi che sceglievo decisamente le terapie tradizionali mi guardò con disprezzo cercando anche di farmi sentire una cattiva madre".
Il parere degli esperti
Gli specialisti sentiti durante il processo a Torino hanno definito "ciarlataneria" le controversie teorie del tedesco Rike Geerd Hamer, di cui Germana Durando era seguace e che alcuni dottori in Italia stanno tuttora applicando. Quasi sempre, dicono i dati dell'Ordine dei medici, le 'cure' non sortiscono alcun effetto e, anzi, a volte peggiorano la malattia o comunque non la bloccano, fino a portare alla morte del paziente. L'Ordine dei medici di Torino, che ha avviato una indagine interna contro la dottoressa, ha scoperto che in passato era stato intentato un altro procedimento giudiziario nei suoi confronti per la morte di una bimba di 14 mesi affetta da meningite e curata con lo stesso metodo. L'Ordine ha anche scoperto che negli ultimi anni altri due pazienti, in cura da altri medici, sono morti dopo avere aderito al metodo di cura hameriano, che consiste nel prescrivere goccine omeopatiche, in pratica acqua, e sul superamento del trauma psicologico.