Il Natale che verrà, misure e raccomandazioni per evitare la chiusura: parlano i virologi
I contagi salgono e la vaccinazione prosegue a rilento. "Un po' più di tranquillità ci può essere nelle famiglie dove sono tutti vaccinati" ma bisogna gestire i bambini

E' ancora difficile fare previsioni per il prossimo Natale, visto che i contagi stanno salendo velocemente e anche l'Italia, qualora non accellerasse con la terza dose, rischia di trovarsi costretta a nuove misure restrittive. L'obiettivo è quindi quello di correre e trovare il modo di vaccinare chi ancora non lo ha fatto. Dosi anti Covid e Certificazione verde quindi che assieme regoleranno l'avanzare dell'epidemia. Insomma l'allerta rimane alta e i virologi, nonostante le parole di vari rappresentanti del governo, frenano sui facili entusiasmi.
Alcune ipotesi sono sul tavolo come quella di limitare l'accesso ai centri storici e alle zone commerciali più affollate, con la reintroduzione di transenne per regolare i flussi. Accessi contingentati e con green pass è l'ipotesi che riguarda i mercatini di Natale. Anche se sono all'aperto, per alcuni, come quelli di Trento, Rovereto e Bolzano, è già obbligatorio l'accesso con green pass. Mentre per i cenoni in casa o nei ristoranti misure restrittive scatteranno eventualmente solo dalla zona gialla in su. In caso di zona gialla non si può mangiare al ristorante in più di quattro persone non conviventi per tavolo e all'aperto torna l'obbligo di indossare le mascherine. Ma vediamo cosa dicono gli esperti.
"Natale sarà sicuramente molto meno 'ristretto' dell'anno scorso, ma il buon senso ci dice che ci si deve attrezzare perché la pandemia non è finita. Anche per queste festività natalizie, pranzi familiari troppo affollati devono essere evitati. Attenzione e buon senso. Un po' più di tranquillità ci può essere nelle famiglie dove sono tutti vaccinati" dice Massimo Galli, già docente di Malattie infettive all'università Statale di Milano.
Galli invita a gestire "con particolare buon senso" i contatti dei bambini, "che non sono vaccinati", con i nonni e le persone fragili. "Chi si ritrova in casa persone particolarmente vulnerabili deve avere le necessarie attenzioni. E' un appello al buon senso", ribadisce Galli che della sua cena di Natale non ha "la più pallida idea. Non sono di quelli che organizza in largo anticipo il Natale. Per me è ancora lontanissimo. Ma abitualmente, e in particolare in questa situazione, si fanno cose non particolarmente affollate", conclude.
"Per fare previsioni per il Natale dobbiamo vedere come andranno le prossime 3-4 settimane, ma, ribadisco, giù le mani dal Natale: nessuno osi minimamente mettere limitazioni per le feste - dice Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova - Sarà un Natale come quelli pre-Covid, ma non possiamo pensare lontanamente che non sarà un Natale sereno perché qualcuno ha deciso di non vaccinarsi. Il Governo e le istituzioni devono trovare una soluzione perché in qualche modo il Natale va tutelato e se ci sarà un ulteriore incremento dei casi tra i non vaccinati, eventuali limitazioni, come il lockdown, dovranno essere solo per i non vaccinati". "Dobbiamo tutelare tutti quelli che si sono immunizzati per salvare anche il Natale e hanno dimostrato di essere dei bravi cittadini - aggiunge - Chi invece non l'ha fatto è giusto che venga limitato in alcune attività anche durante le feste: penso quindi ai ristoranti, ai locali, ai cenoni, ai teatri, ai cinema".
"Siamo al limite. Con questo ritmo a Natale arriveremo a 25-30mila contagi" da Covid-19 "al giorno e alla saturazione delle terapie intensive, ovvero al superamento della soglia del 10%" è lo scenario disegnato per le prossime festività dal virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa. "Subito dopo Natale - dice all'Adnkronos Salute - potremmo superare anche la soglia del 15% delle degenze ordinarie". Previsioni che Menichetti ricava facendo una proiezione dei numeri attuali. "Noi abbiamo 7 milioni di non vaccinati, abbiamo vaccinato il 79% della popolazione ovvero l'84% dei vaccinabili; però se di questi 7 milioni" di non immunizzati "si infetta il 5-10%, noi potremmo avere tra i 350mila e i 700mila infetti. Degli infetti vanno a finire in ospedale all'incirca il 2,5% e anche la stima più conservativa ci porta a 9-10mila ricoveri".
Natale a rischio
Insomma, quello che si prospetta potrebbe essere un Natale in salita. "Considerando che la campagna per la terza dose è rivolta a decine di milioni di persone - ricorda il virologo - mentre l'offerta vaccinale per i bambini nella fascia 5-11 anni non si attiverà prima di dicembre, riusciremo ad arrivare a numeri di immunità intorno al 88-90% solo verso marzo-aprile. Ergo - scandisce Menichetti - l'invito è quello alla massima prudenza nei comportamenti e ad una adesione alla vaccinazione". Ma non basta. "Senza ulteriori infingimenti - sollecita l'esperto - perché tutti ne parlano compresi membri autorevoli del Cts, bisogna limitare il certificato verde ai vaccinati e ai guariti. Lo facciano senza perdere tempo, affinché il panettone non diventi indigesto e la befana non sia di carbone scuro senza caramelle".
Insomma, quello che si prospetta potrebbe essere un Natale in salita. "Considerando che la campagna per la terza dose è rivolta a decine di milioni di persone - ricorda il virologo - mentre l'offerta vaccinale per i bambini nella fascia 5-11 anni non si attiverà prima di dicembre, riusciremo ad arrivare a numeri di immunità intorno al 88-90% solo verso marzo-aprile. Ergo - scandisce Menichetti - l'invito è quello alla massima prudenza nei comportamenti e ad una adesione alla vaccinazione". Ma non basta. "Senza ulteriori infingimenti - sollecita l'esperto - perché tutti ne parlano compresi membri autorevoli del Cts, bisogna limitare il certificato verde ai vaccinati e ai guariti. Lo facciano senza perdere tempo, affinché il panettone non diventi indigesto e la befana non sia di carbone scuro senza caramelle".