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Muore due giorni dopo il trapianto: “il cuore non era idoneo”. I medici del San Camillo: "Era perfetto"

Il muscolo cardiaco apparteneva a un paziente deceduto per infarto. La procura ha aperto un fascicolo per "omicidio colposo”

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Francesco Musumeci
Francesco Musumeci, direttore dell'unità di cardiochirurgia dell'ospedale San Camillo

Un sessantenne è morto all'ospedale S. Camillo di Roma in seguito a un trapianto dopo aver ricevuto un cuore malato invece che uno sano.  Il muscolo cardiaco apparteneva  a un paziente deceduto per infarto. ed è stato espiantato all'ospedale S. Raffaele di Milano, cui sarebbe spettato l'onere della valutazione medica sulla sua idoneità.

Donatore aveva auto un arresto cardiaco

Il paziente in attesa è stato chiamato "mentre era in villeggiatura con alcuni parenti" ed era in attesa di trapianto per problemi cardiaci "talmente gravi che i medici gli hanno dato al massimo un anno di vita. Per lui è la svolta". Il donatore, un uomo di 50 anni che aveva dato il suo consenso all'espianto degli organi, aveva avuto un attacco cardiaco, a Milano. Era morto nonostante i tentativi di salvarlo. Il trapiantato "due giorni dopo l'operazione, muore in ospedale per insufficienza cardiaca", e i famigliari "non ci stanno e denunciano". L'autopsia conferma e la procura apre un fascicolo per "omicidio colposo" che da alcuni giorni è giunto a Milano per competenza "perché l'errore medico (questa l'ipotesi) si sarebbe consumato al S. Raffaele".

Consulenti tribunale: "Cuore inidoneo"

Una consulenza medico legale disposta dalla procura di Roma ha stabilito che il cuore trapiantato non era  idoneo.. L'accertamento tecnico è inserito nel fascicolo inviato dai pm di piazzale Clodio, per competenza territoriale, ai colleghi di Milano Secondo l'ipotesi degli inquirenti romani, il decesso dell'uomo sottoposto a trapianto potrebbe essere conseguenza di un errore dell'equipe medica milanese che aveva valutato l'organo idoneo e compatibile con il paziente romano in lista di attesa. Il fascicolo, aperto contro ignoti e per omicidio colposo, è stato trasmesso nel capoluogo lombardo nelle scorse settimane.

I medici del San Camillo: "Era in condizioni perfette"

Il cuore trapiantato al 60enne poi deceduto all'ospedale San Camillo ''era in condizioni perfette, sano e con tutti i parametri per poter essere essere impiantate'': Cosi  in conferenza stampa il direttore dell’unità di cardiochirurgia del San Camillo, Francesco Musumeci affermando che quanto riportato dai quotidiani in merito che fosse malato e' ''totalmente falso''. Il cuore espiantato era stato oggetto di esame ecocardiografico al San Raffaele ed era risultato in condizioni ottimali per il trapianto. Stesso esito è derivato pure dall'esame di coronografia effettuato sempre a Milano.

Costa (Cnt): "Funzionava"

"Il cuore trapiantato nell'uomo che è deceduto dopo un trapianto dalla coronarografia era risultato normale, cioè nelle condizioni di essere trapiantato"., ha spiegato il direttore del Centro Nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa. La documentazione è a disposizione degli inquirenti. "Il donatore aveva auto un arresto cardiaco in una piscina - ha detto - ma successivamente aveva ripreso a battere normalmente". I danni cerebrali ne avevano però causato la morte. I controlli avevano poi verificato la normale funzione cardiaca ed il trapianto è avvenuto nei tempi stabiliti

Lorenzin: “Notizia gravissima”

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, annuncia "immediate procedure di controllo e verifica" sul caso. "Si tratta di una notizia gravissima", commenta Lorenzin a 'Circo Massimo' su Radio Capital, ma anche "singolare per un sistema come quello italiano. Noi - precisa infatti il ministro - con il Centro nazionale trapianti abbiamo procedure di massima sicurezza fra le migliori al mondo. Mi sembra uno di quegli errori tragici, ma anche inaccettabili. Vedremo se ci sono state delle falle e agiremo di conseguenza".

 

 

 

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