Ecco il freddo, è l'ora dei riscaldamenti: la mappa delle accensioni comune per comune. Le sei zone
In particolare le nuove norme che regolamentano il riscaldamento degli edifici sono differenti a seconda della 6 zone climatiche in cui viene suddiviso il territorio italiano sulla base della media delle temperature giornaliere.

Arrivano le prime perturbazioni che portano freddo e neve e si parte con l’accensione dei riscaldamenti. Il piano messo a punto dal Governo e in particolare dal Ministero della Transizione Ecologica, (decreto varato dall'ex ministro Roberto Cingolanie confermato dal suo successore Gilberto Pichetto Fratin).per cercare di contrastare gli effetti dell'aumento del prezzo del gas prevede diversi punti. Tra questi uno dei più trasversali riguarda le nuove regole per il funzionamento degli impianti di riscaldamento di abitazioni, uffici, attività commerciali e industrie.
Quando si può accendere il riscaldamento e a quanti gradi?
Una delle principali novità introdotte dal Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale è quella che riduce di 15 giorni il periodo di accensione degli impianti di riscaldamento, posticipando di 8 giorni la data di accensione e anticipando di 7 giorni quella di spegnimento. Inoltre, i riscaldamenti devono essere tenuti accesi un'ora in meno al giorno rispetto a quanto previsto negli anni passati.
Le sei zone climatiche
In particolare le nuove norme che regolamentano il riscaldamento degli edifici sono differenti a seconda della 6 zone climatiche in cui viene suddiviso il territorio italiano sulla base della media delle temperature giornaliere. Come è logico che sia, le zone alpine notoriamente più fredde durante i mesi autunnali e invernali saranno sottoposte a norme più flessibili. Al contrario le aree del Paese dove il clima è più temperato vedranno misure più stringenti.
Zona A - in questa particolare fascia climatica rientrano le province italiane più calde, con Gradi Giorno inferiori a 600. La Legge prevede la possibilità di accendere i riscaldamenti solamente dall'8 dicembre al 7 marzo di ogni anno, per cinque ore al giorno. Qui rientrano solo tre Comuni: Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle.
Zona B - fascia climatica dal clima piuttosto caldo ed include le province con Gradi Giorno tra 600 e 900. I termosifoni qui possono essere accesi dal 8 dicembre al 23 marzo per un totale di sette ore al giorno. All'interno della zona B rientrano, tra le altre, le province di: Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria, Agrigento Messina, e Catania.
Zona C - contraddistinta da un clima più mite rispetto alle precedenti, include tutte le province con Gradi Giorno tra 901 e 1.400. Il riscaldamento può essere acceso dal 22 novembre al 23 marzo, con una durata massima giornaliera di nove ore. Tra le principali province che rientrano in questa zona ci sono Napoli, Latina, Caserta, Salerno, Bari, Brindisi, Benevento, Catanzaro, Cagliari, Lecce, Ragusa, Cosenza, e Taranto.
Zona D - include province con Gradi Giorno tra 1.401 e 2.100 per le quali è prevista la possibilità di tenere accesi i riscaldamenti dall'8 novembre al 7 aprile di ogni anno per una durata giornaliera massima di undici ore. Nella Zona D rientrano, tra le principali, le province di: Roma, Ancona, Genova e Firenze, Pescara, La Spezia, Livorno, Grosseto, Lucca, Macerata, Pisa, Pesaro, Viterbo, Avellino, Siena, Chieti, Foggia, Matera, Teramo e Vibo Valentia.
Zona E - rientrano alcuni Comuni di Lombardia e Piemonte, dell'Emilia-Romagna e tutte le città con Gradi Giorno compresi tra 2.101 e 3.000. Ad esclusione delle province già citate, la Zone E include tra le principali: Alessandria, Aosta, Bergamo, Brescia, Como, Bolzano, Modena, Parma, Padova, Reggio Emilia, Rimini, Trieste, Gorizia, Piacenza, Ravenna, Venezia, Udine, Verona, Perugia, Rieti, Frosinone, Campobasso, L’Aquila e Potenza. Questi Comuni non sono freddi come i precedenti, ma comunque le temperature tendono a essere molto basse. Proprio per questo motivo, la Legge prevede la possibilità di tenere accesi i riscaldamenti centralizzati dal 22 ottobre al 7 aprile per una durata giornaliera massima di tredici ore.
Zona F - all'interno della Zona F rientrano i Comuni più freddi, tra cui le province di Cuneo, Belluno e Trento. Qui gli impianti di riscaldamento centralizzati possono essere accesi (e spenti) senza alcuna limitazione.

Riduzione di 1 grado
In aggiunta alle indicazioni relative alle ore di accensione, il Piano previsto dal Mite prevede la riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici con attività industriali, artigianali, uffici e simili ovvero 17 gradi con 2 gradi di tolleranza, quindi un massimo di 19 gradi di temperatura interna e di 19 gradi con 2 gradi di tolleranza per gli edifici residenziali, quindi con un massimo di 21 gradi. Complessivamente le norme restrittive unite al contenimento volontario dei cittadini dovrebbero portare a una riduzione di consumo di gas naturale pari a 8,2 miliardi di metri cubi.