Messina Denaro, ecco chi è il proprietario del covo bunker: fu assolto da processo per mafia
Intanto al boss di Cosa Nostra è stata assegnata una cella controllata 24 ore su 24. Nella sua prima ora d'aria è apparso sorridente. Gli investigator: "Comportamento anomalo"

E' di Errico Risalvato, indagato e poi assolto, nel 2001, dall'accusa di associazione mafiosa, la casa di via Maggiore Toselli, a Campobello di Mazara, in cui il Gico della Finanza e i Carabinieri del Ros hanno scoperto il secondo covo di Matteo Messina Denaro. Errico è fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia ora libero, imprenditore del calcestruzzi. Questo secondo covo è un vero e proprio "bunker", un luogo dove U Siccu poteva nascondersi in tutta sicurezza. Ma nel mirino della procura ci sono soprattutto i documenti sulle attività illecite e le connivenze che diano nuove evidente sul sistema mafioso, non trovate nel primo covo e, magari, conservate nel bunker.
Medici indagati
Nella mattinata di ieri è stato perquisito anche il reparto di oncologia dell'ospedale Sant’Antonio Abate alla ricerca del primo esame istologico effettuato da Messina Denaro, malato di tumore al colon. Il primario Filippo Zerilli, scrive il Fatto quotidiano, è stato iscritto nel registro degli indagati. Il medico durante la perquisizione non c'era perché in malattia. Anche le posizioni di altri sanitari sono al vaglio degli inquirenti per capire se fossero a conoscenza della vera identità di Andrea Bonafede.
Ora d'aria e comportamento "anomalo"
All'interno del penitenziario di massima sicurezza de L'Aquila, Matteo Messina Denaro ha già fatto la sua prima ora d'aria, si è organizzato la cella ed è molto attivo, mostrandosi sempre sorridente con il personale che incrocia nel carcere, secondo quanto trapela da indiscrezioni che aggiungono: "Il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis". A quanto si apprende da fonti informate, le sedute di chemioterapia potrebbero essere disposte in massima sicurezza in una struttura all'esterno del carcere.
Video
La cella
La sua cella non differisce per nulla da quelle degli altri, con un letto saldato a terra, un gabinetto e una televisione con i canali bloccati. Non è possibile infatti avere accesso alle emittenti regionali, per evitare il rischio che possano in qualche modo essere trasmessi messaggi in codice destinati ai boss. Sul muro della cella è installata una videocamera che registra minuto per minuto ogni movimento del boss. Immagini che poi vengono vagliate e analizzate dai poliziotti del Gom, il Gruppo Operativo Mobile.
Farà la chemio in carcere
Arrivato nella notte in Abruzzo, prima con un volo militare da Palermo a Pescara e poi scortato in auto verso il capoluogo abruzzese, dove sorge il penitenziario italiano con il maggior numero di detenuti al 41 bis, l'ormai ex latitante più ricercato d'Italia, che sarebbe in gravi condizioni di salute, ha passato tranquillo la giornata, durante la quale è stato affidato alle cure dei medici della Asl che operano all'interno dell'istituto. A breve comincerà anche la chemioterapia in una stanza ad hoc allestita nel carcere.
Ad assistere il boss sarà il primario Luciano Mutti che terrà sotto controllo eventuali reazioni negative o effetti collaterali della terapia. Messina Denaro "riceverà lo stesso trattamento di tutti gli altri detenuti con patologie sanitarie - spiega il Garante dei detenuti dell'Abruzzo, Gianmarco Cifaldi -. Garantiremo il suo diritto alla salute". Ma, stando a quanto si apprende da fonti informate richiamate dall'Ansa, le sedute di chemioterapia potrebbero essere disposte in massima sicurezza in una struttura all'esterno del carcere.
Le battute all'ingresso del penitenziario
Al suo ingresso nel supercarcere Le Costarelle - nonostante fosse la sua prima volta - si è concesso persino qualche battuta. A chi, nel compilare la scheda anagrafica, gli chiedeva: "Precedenti?", il boss, catturato con una falsa identità, ha accennato un sorriso e risposto: "Fino a stanotte ero incensurato poi non so che è successo". E al quesito successivo: "Residenza?", la primula rossa della mafia ne ha abbozzato un altro e risposto: "Non ho mai avuto una residenza". Non si è sottratto al colloquio con la psicologa. E poi ha tolto gli abiti — tutto griffato, dal giaccone di montone, al cappellino uguale, alla camicia — e si è sottoposto alla visita, nella quale è apparso ben curato e senza criticità immediate.
La vita all'interno dell'Istituto
La vita all'interno dell'istituto prevede per i detenuti l'assoluto divieto di socialità o di incontro, con appena un paio di ore d'aria al mese. C'è comunque la possibilità di accedere alla biblioteca o di leggere i giornali, in alcuni casi censurati se riportano fatti o articoli riguardanti processi nei quali siano coinvolti, anche indirettamente, i detenuti stessi. Esistono solo celle singole e per ogni sezione è predisposta una cella come presidio sanitario. In questo modo i detenuti non devono spostarsi dal proprio corridoio - composto da file di cinque o sei celle per lato - per poter ricevere le cure dei medici.
Sarà difeso dalla nipote
Non ha ancora visto né sentito l'avvocato Lorenza Guttadauro, la cui nomina non era stata ancora formalizzata. E' stato proprio il capomafia di Castelvetrano ad indicare Guttadauro, che è anche sua nipote, come legale di fiducia. La penalista è figlia della sorella del boss, Rosalia, e di Filippo Guttadauro. Dopo avere svolto il praticantato nello studio di un penalista fino al 2011, l'avvocato Guttadauro (che ha detto di non essere ancora informata della nomina da parte dello zio) ha avviato un'autonoma attività professionale. Dovrebbe essere lei a rappresentare ora il boss in occasione del primo 'impegno' processuale previsto per il 19 gennaio nell'aula bunker di Caltanissetta dove Messina Denaro è imputato per le stragi di Capaci e Via D'Amelio del 1992.
In piazza per dire "no" alla mafia
Intanto quasi 500 persone, soprattutto studenti degli istituti scolastici cittadini, hanno preso al sit-in di stamattina al sistema delle piazze di Castelvetrano per esprimere il "grazie" a forze dell’ordine e magistratura. Dopo l’arresto del boss quella di oggi è la seconda iniziativa organizzata a Castelvetrano, città natale del boss.