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L’insalata in busta nasconde parecchie insidie per la salute. Lo studio shock dell'Università di Torino

Il risultato delle analisi è particolarmente terrificante: la modalità di lavaggio con solo l’acqua non consente l’eliminazione di agenti patogeni che potrebbero portare malattie anche molto gravi

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Già lavata e tagliata, per chi ha fretta sembrerebbe l’ideale ma l'insalata in busta nasconde parecchie insidie.  A rivelarlo è uno studio dell'Università di Torino condotto su un campione di 100 insalate in busta. E il risultato delle analisi è particolarmente terrificante, innanzitutto viene messo in evidenza che la modalità di lavaggio con solo l’acqua non consente l’eliminazione di agenti patogeni che potrebbero portare  malattie anche molto gravi e inoltre dai dati emerge un’elevata quantità di microrganismi e batteri. 

Lo studio

Lo studio condotto  su 100 buste di insalata pronta ha infatti denunciato elevate quantità microrganismi di varia natura. Una carica che in pochi giorni cresce in misura esponenziale. Con due conseguenze: un aumentato rischio di tossinfezione alimentare quando sono presenti microrganismi patogeni; e un deperimento del prodotto in tempi troppo rapidi, ben prima della scadenza indicata sulla confezione in 5-7 giorni.

L’analisi

Il campione analizzato a Torino è composto di diversi vegetali: insalata mista (20 buste), spinacino novello (20), cicorino verde tagliato (27), lattughino verde (20), carote (13). Ed è stato testato nel giorno del confezionamento e in quello della scadenza indicata dal produttore. Stante il vuoto normativo che ancora caratterizza il settore, i ricercatori hanno adottato i parametri microbiologici della normativa francese, oltre a quelli della legislazione comunitaria (reg. 2073/05), che però contempla solo i microrganismi patogeni.

Trovata  l’Escherichia coli

La ricerca dei microrganismi patogeni, quelli in grado di fare ammalare una persona sana, ha evidenziato anomalie preoccupanti. Nel 3% delle buste i ricercatori hanno individuato l’Escherichia coli. E in 2 casi su 3 l’esame ha evidenziato la patogenicità della contaminazione. Percentuali persino più elevate sono invece il risultato della ricerca di altri germi patogeni: l’Enterobacter sakazakü è stato isolato nel 10% dei campioni, lo Pseudomonas nel 17% e lo Staphylococcus nel 18% delle insalate.

Rischio Toxoplasmosi

Dallo studio è emerso inoltre che non tutti i batteri presenti nelle foglie di insalata sono potenzialmente dannosi per il corpo umano. Però, uno degli elementi più pericolosi che si trovano all’interno dell’insalata confezionata è la Toxoplasmosi. Si tratta di un famoso agente patogeno, pericoloso in particolare per le donne in gravidanza che, come è noto, devono porre particolare attenzione nel consumo di prodotti crudi. I sintomi con cui si presenta il batterio sono quelli simili ad una lieve forma influenzale: dolori articolari, spossatezza, possibile cefalea.  Non può inoltre essere sottovalutata la possibilità di una forma totalmente asintomatica.

Lavata solo con acqua

Dai dati emerge inoltre l'insalata confezionata tenda a deteriorarsi molto più facilmente, arrivando ad una data di scadenza decisamente precoce. Un altro fattore che pregiudica la bontà dell’insalata in busta  è che spesso  viene conservata a lungo in celle frigorifere, ossia in un clima sfavorevole per gli ortaggi. Lo studio dell'ateneo del capoluogo piemontese insiste sulle modalità di lavaggio delle insalate prima del confezionamento: dopo aver subito due turni di centrifuga all’interno di specifiche vasche dove l’acqua viene cambiata ciclicamente, la verdura viene portata in determinate sezioni produttive dove viene tagliata e predisposta all’imbustamento. Ma l'acqua da sola non è in grado di garantire l'igiene e l'eliminazione di agenti patogeni.

Le avvertenze

Per congiurare qualsiasi rischio è quindi fortemente consigliato lavare accuratamente l’insalata nell’apposita centrifuga casalinga, aggiungendo un misurino di Amuchina che igienizzi in profondità la verdura che si desidera consumare, conclude lo studio. Insomma i consumatori sono avvertiti: a dispetto delle indicazioni riportate sulle confezioni, le insalate in busta - tagliate, lavate e asciugate - richiedono un ulteriore lavaggio domestico. Necessario per diluire la carica microbica e evitare la possibilità di contrarre malattie anche gravi.

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