Green pass, arrivano le prime sanzioni e aumentano le proteste. Spagna: no alla carta verde. Usa verso la terza dose
Non si placano le polemiche. I sindacati della scuola non firmano il protocollo di sicurezza. Appelli contro la "dittatura sanitaria" rimbalzano da un social all'altro. Intanto il Viminale intensifica i controlli

Mentre in Italia arrivano le prime sanzioni e si stringe sui controlli, la Spagna dice no al Green pass. Una posizione diversa insomma da Paesi come Italia e Francia, dove continuano a crescere le proteste e le polemiche su quelli che vengono definiti atti da “dittatura sanitaria”. Negli Usa intanto si discute della necessità di una terza dose di vaccino.
Le prime multe
Ad una settimana dall'ingresso dell'obbligatorietà del Green pass cominciano ad arrivare le prime sanzioni, mentre le principali città italiane si preparano ad intensificare i controlli in vista del Ferragosto. Le prime multe sono arrivate a Treviso e Milano, nel primo caso perché trovati senza certificato verde in una sala scommesse e, nel secondo, perché un cliente di una palestra utilizzava il pass di un'altra persona.
Le proteste, pronti a tornare in piazza
Non accennano a placarsi, poi, anche le proteste, con gli appelli contro la "dittatura sanitaria" che rimbalzano da un social all'altro. Nei prossimi giorni il popolo del "no Green Pass" tornerà di nuovo in piazza, così come gli attivisti del movimento IoApro, da sempre contrari all'obbligo del certificato.
Il Viminale: intensificare i controlli
Con il Ferragosto alle porte, l'indicazione da parte del Viminale è quella di intensificare i controlli, pur con discrezione, affidando alle varie prefetture il compito di organizzare l'impiego delle forze dell'ordine sul territorio. Particolare attenzione sarà rivolta, ovviamente, ai principali luoghi di villeggiatura, soprattutto tenuto in considerazione che le discoteche sono ancora chiuse e che di conseguenza aumenta il rischio di assembramenti in spiagge, strade o piazze della movida. L'obiettivo è quello di garantire il rispetto delle norme anti-Covid, dal distanziamento all'obbligo delle mascherine al chiuso, fino alla verifica del Green pass. E così, a Milano, un 20 enne è stato multato dalla polizia perché stava utilizzando un certificato non suo. Il ragazzo, che ora rischia anche la denuncia qualora il documento risultasse falsificato, era stato riconosciuto dal titolare della palestra che, di fronte al rifiuto di dare spiegazioni, ha preferito chiamare gli agenti. Sempre a Milano un 68 enne è stato multato e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale dopo essersi rifiutato di mostrare il Green pass. L'uomo era riuscito ad intrufolarsi nel cinema all'aperto 'Arena Milano Est', in zona Lambrate, nonostante il tentativo di fermarlo dei gestori dello spazio, che alla fine hanno avvisato le forze dell'ordine. A Treviso cinque clienti di una sala scommesse sono stati trovati sprovvisti del Green pass e ora dovranno pagare una multa che varia dai 400 ai 1.000 euro, come previsto dalla normativa. Tensione, invece, a Padova dove un 46 enne tunisino è stato allontanato dalla polizia dopo aver tentato diverse volte di sedersi in un bar nonostante fosse sprovvisto della certificazione verde. L'uomo ha ricevuto un ordine di espulsione ed è stato trasferito al centro per il rimpatrio di Gradisca d'Isonzo. Fa ancora discutere, poi, l'obbligo del pass nelle mense.

Si sciopera
Il 13 agosto, i 650 dipendenti della Hanon Systems di Campiglione Fenile, azienda torinese specializzata in componenti elettronici, fanno due ore di sciopero contro le disposizioni che, denunciano i sindacati, discriminano i lavoratori in base al loro status vaccinale. Uno sciopero al momento confermato perché l'azienda tira dritto nonostante la precisazione della Regione Piemonte: in una nota spiega che non c'è l'obbligo del Green pass per accedere alle mense aziendali, "fermo restando il rispetto dei protocolli o delle linee guida dirette a prevenire o contenere il contagio". Nelle mense delle forze armate e delle forze di polizia, il personale in servizio non dovrà avere il Green pass per potervi accedere. In una serie di circolari e di direttive, infatti, la mensa viene equiparata a una "attività di servizio" che non può essere preclusa e, quindi, non c'è l'obbligo di pass che resta però per l'accesso ai servizi di bar e ristoranti, "per il solo consumo al tavolo, al chiuso", e per poter usufruire di di piscine, palestre e sport di squadra, sempre al chiuso, nelle strutture militari.
Protocollo scuola: il sindacato non firma
Nessuna firma per ora da parte dei sindacati, al momento, al Protocollo sulla sicurezza delle scuole in vista dell'avvio dell'anno scolastico. E' quanto emerge al termine dell'incontro svolto oggi tra sindacati e i tecnici del ministero dell'Istruzione. Criticità, in base a quanto si apprende, sarebbero sorte in relazione al Green pass, ai controlli, ai tamponi e al distanziamento in classe. Entro agosto il documento dovrà essere approvato
Usa, si discute di terza dose
La commissione per le immunizzazione dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, secondo quanto riportano i media Usa, si riuniranno per discutere la necessità di una terza dose di vaccino anti-covid già questo venerdì. La revisione dei dati e delle linee guida riguarderà la necessità di un richiamo per le persone fragili ma anche per la popolazione generale.
Non è chiaro se l'agenda dell'incontro prevedrà un voto già venerdì. Anthony Fauci ritiene probabile che ci sarà bisogno di un richiamo del vaccino per tutta la popolazione. Non solo i soggetti più fragili, per i quali - ha ribadito - la decisione è "imminente".
Green pass escluso in Spagna
Intanto La Galizia dice no all'obbligo del Green Pass per poter accedere a bar, ristoranti e locali notturni ed era l'ultima regione della Spagna in cui la misura era ancora considerata vigente. A renderlo noto è il Tribunale regionale galiziano. Con la sua sentenza, l'obbligo del green pass rimane escluso in tutte le regioni della Spagna, dopo le precedenti decisioni negative dei tribunali di altri territori come l'Andalusia e la Cantabria, in cui i governi regionali avevano tentato di applicare l'obbligo.