Se i genitori litigano intervengono i servizi sociali, per tutelare lo sviluppo dei minori
Lo ha stabilito il Tribunale di Roma. Nel caso si è riconosciuta l’opportunità di intervenire ancor prima che la figlia dimostrasse segni di disagio

D’ora in poi se i genitori pongono in essere comportamenti particolarmente litigiosi, possono arrivare i servizi sociali. Il principio è stato stabilito dal Tribunale di Roma con la sentenza n. 2069. In pratica, nel caso specifico, si è riconosciuta l’opportunità di intervenire ancor prima che la figlia minore dimostrasse segni di disagio, per tutelarne il “superiore interesse”. Di conseguenza è stato dato incarico ai servizi sociali – come si legge sul Sole 24 Ore – di monitorare la conflittualità genitoriale, nonostante questa fosse “non immediatamente dannosa per la figlia della coppia”.
L'ammonimento
In relazione a ciò, il giudice – alla luce del contenuto dell’articolo 709 ter del codice di procedura civile - ha “disposto d’ufficio l’applicazione della sanzione dell’ammonimento”, in danno di entrambi i genitori, ricordando come in tali casi “l’intervento non sia più necessariamente compositivo del conflitto in atto, ma sanzionatorio nei confronti del genitore che, in violazione del superiore interesse del minore, abbia trasgredito i provvedimenti adottati a tutela della prole medesima”.
Iniziativa contro i pericoli per il minore
Nel caso di cui si discorre la sentenza riconosce che la madre aveva posto in essere "condotte per ostacolare la piena bigenitorialità, mentre il padre mancava al puntuale rispetto dell’obbligo di frequentazione della minore". In relazione a ciò è stato ravvisato un fattore di rischio nel guerreggiare continuo tra i genitori, che "esporrebbe la piccola al pericolo di non avere un sereno sviluppo a causa della mancata integrazione delle due figure dei genitori".
Per tale motivo il tribunale ha “previsto il monitoraggio del nucleo familiare da parte dei servizi sociali", che dovranno "porre a disposizione dei genitori idonei percorsi e – se necessario – percorsi di sostegno della minore”.
La individuazione di un responsabile
In pratica si interviene in primo luogo, non a sostegno del figlio, ma verso i genitori, ritenendo che in genere, "senza correzione degli adulti, tutto risulti inutile". E’ inoltre singolare il riconoscimento dell’onere e della facoltà per i servizi sociali di riferire alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni sulle “condotte dei genitori eventualmente pregiudizievoli per la prole”.
Si stabilisce insomma la possibilità – ora per allora – della designazione di "un responsabile che controlli il futuro benessere del figlio e sia in grado di intervenire con immediatezza laddove gli esagerati litigi tra genitori espongano a danni la serena crescita del minore”.