Garlasco, Stasi: "Ci sarà un motivo se c'è il dna di Sempio". Spunta la telefonata di una donna: “Andrea aiutami Chiara è morta”
L'uomo, condannato a 16 anni di reclusione per l'omicidio della fidanzata, ha commentato le novità sulla nuova indagine legata al delitto di Garlasco

“Ci sarà un motivo se c'è il dna di Sempio". Così Alberto Stasi, condannato a 16 anni di reclusione per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, ha commentato le recenti novità sulla nuova indagine legata al delitto di Garlasco. Intervistato dall'inviata di Mattino Cinque News mentre usciva dal carcere per recarsi al lavoro, l'uomo ha detto: "Ci sarà un motivo se il suo Dna è stato trovato sulle unghie di Chiara, ed è un aspetto che dovrà essere approfondito", facendo riferimento all’avviso di garanzia ricevuto da Sempio e al nuovo materiale biologico rinvenuto, compatibile con quello dell'amico del fratello della vittima.
Il giallo della telefonata di donna
Ma non c’è solo il Dna al vaglio degli inquirenti tornati ad indagare dopo 18 anni sulla morte di Chiara avvenuta il 13 agosto 2007 a Garlasco. Se da una parte è vero che i reperti biologici raccolti sulla scena del crimine e sul corpo della vittima rappresentano ancora oggi una potenziale chiave di svolta, da sottovalutare è anche un verbale del 2007 - mai preso in considerazione - in cui viene trascritta la misteriosa telefonata di una donna che diceva: "Andrea Aiutami".
“Andrea aiutami Chiara è morta”
Queste due parole sono rimaste sepolte in un vecchio verbale, sono ora di nuovo al vaglio degli inquirenti. Perché se all’epoca del delitto di Garlasco quella misteriosa circostanza non fu presa in considerazione, oggi che per l’omicidio della studentessa il nuovo indagato, Sempio, si chiama proprio Andrea, quel dettaglio emerso in un documento del 25 agosto del 2027 assume importanza.
La testimonianza
Il documento - riporta Il Tempo - cita un giovane di Garlasco, appartenente alla cerchia di conoscenti vicini alla vittima, che racconta di un episodio avvenuto poche ore dopo il ritrovamento del cadavere di Chiara. “Ricordo che il 13 agosto 2007 verso le 15.30-16 ho ricevuto sul mio cellulare una telefonata con numero privato - mette a verbale il teste - Ho aperto la comunicazione e ho sentito una voce femminile che, disperata, diceva direttamente: 'È morta... aveva solo 25 anni, era a casa da sola'. Non avendo riconosciuto subito la voce, ho chiesto chi parlava e solo allora ho sentito la frase: 'Andrea, aiutami'. Rispondevo che non ero Andrea ma Alessandro e chiedevo chi fosse al telefono".
L’identità dell’interlocutrice
Il giovane ha anche rivelato ai carabinieri l’identità dell’interlocutrice, mostrando un messaggio successivo in cui la ragazza si scusava per averlo chiamato, oltre ad altre telefonate ricevute fino a sera che lo avevano infastidito. Eppure chi indagava 18 anni fa non ha approfondito il significato di quella telefonata né è mai stato preso in considerazione il suggestivo collegamento tra quel nome e altre persone già ascoltate per ricostruire le ultime ore di vita di Chiara.
Gli investigatori non chiesero spiegazioni sulla telefonata del pomeriggio del delitto neppure alla ragazza che cercava il fantomatico Andrea. Ma ora che Sempio è indagato per omicidio in concorso con altre persone, quel particolare viene ritenuto meritevole di approfondimenti. Intanto mentre il giudice per le indagini preliminari deve pronunciarsi sul maxi incidente probatorio per Andrea Sempio, gli investigatori del Nucleo Investigativo di Milano, coordinati dalla Procura di Pavia, stanno ascoltando diverse persone.