Detenuto per lesioni gravi, evade dal carcere di Cosenza. E' caccia all'uomo
Il 20enne originario del Mali ha approfittato di un trasferimento per darsi alla fuga. La denuncia: "Penitenziari a corto di personale"

Si cerca ovunque. In centro storico, negli angolo nevralgici della città, lungo il fiume Crati. E sono impegnati tutti: polizia, carabinieri, anche con l’ausilio degli elicotteri. È caccia all’uomo a Cosenza dove un 20enne originario del Mali è evaso stamattina dal carcere dopo essere stato trasferito da Reggio Calabria. C’è apprensione nel capoluogo bruzio perché Amadou Coulibally, questo il nome, era detenuto per lesioni gravi per una rissa in un centro di accoglienza nel Salernitano.
E infatti si moltiplicano le segnalazioni e gli avvistamenti. Alcuni da psicosi. L'evaso sarebbe vestito con un paio di pantaloncini ed una maglietta. Sarebbe fuggito quando ancora era nelle celle di sicurezza poste all'ingresso del carcere, il 20enne evaso stamani dall'istituto penitenziario di Cosenza. Il giovane, quindi, non era ancora entrato nella struttura interna dopo il trasferimento da Reggio Calabria. Il giovane avrebbe scavalcato il muro di cinta esterno, ma non è chiaro come ci sia arrivato.
La denuncia: nelle carceri un grave problema di organico e personale
"Il carcere di Cosenza è un istituto dove è stato appena cambiato il direttore e nella Regione Calabria presenta una grave problema di organico di personale. Come sindacato abbiamo più volte segnalato al ministero il ripristino dei livelli minimi di sicurezza" afferma Domenico Nicotra, segretario generale aggiunto dell'Osapp (Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria). "Quel che è accaduto nella nottata a Cosenza ha dell'incredibile, con la sfrontatezza di un criminale straniero ristretto in carcere che è evaso. Ancora si sta cercando di ricostruire come ciò sia potuto accadere. Il mio auspicio è che l'evaso venga presto catturato, ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria" afferma Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe.
"E' sintomatico - conclude Capece - che negli ultimi dieci anni ci sia stata un'impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane passati oggi ad essere oltre 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d'origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Ed è grave che il Ministero della Giustizia non sia in grado di mettere in campo efficaci strategie di contrasto a questa spirale di sangue e violenza".
Coulibally deve scontare una condanna definitiva fino al 2023. Secondo quanto si è appreso, è stato coinvolto in una rissa tra migranti in un centro situato nell'Irpinia, tra la Campania e la Basilicata. E proprio questa circostanza induce ad un cauto ottimismo gli investigatori. Coulibally, infatti, non conosce la città e non ha appoggi non essendoci mai stato. Eppure, al momento tiene in apprensione un’intera città.