Crollo del ponte Morandi: nel mirino della Procura una lista di trenta nomi
La Guardia di Finanza ha consegnato ai pm l'elenco delle persone che potrebbero avere avuto responsabilità dal 2012. Nessuno è ancora stato indagato

Una lista con una trentina di nomi che si sono occupati del ponte Morandi di Genova negli ultimi sei anni. La Guardia di finanza ha consegnato alla Procura l'elenco delle persone che potrebbero avere avuto responsabilità per il crollo del ponte che il 14 agosto 2018 ha provocato 43 morti. Sono 13 nomi di coloro che si sono occupati del progetto di ristrutturazione del viadotto dal 2015, ma potrebbero diventare 25-30 se i magistrati decidessero di andare indietro nel tempo. Secondo il Corriere della Sera, si potrebbe partire dal 2012 quando la vigilanza sulle concessionarie autostradali è stata trasferita dall'Anas (L'Ente nazionale per le strade) al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Nessuno è ancora stato indagato
Nessuna delle persone inserite nella lista della Finanza risulta indagata, anche perché la magistratura dovrà individuare i reati eventualmente da contestare. Vari i reati che potrebbero (il condizionale è d'obbligo, ndr) essere contestati ad alcuni nomi dell'elenco. Si va dall'abuso di ufficio all'omicidio plurimo colposo, al disastro colposo o all'attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.
I vertici di Autostrade per l'Italia
Nella lista ci sono dirigenti, funzionari, manager e tecnici, che secondo la Guardia di finanza, potevano conoscere la pericolosità del viadotto Morandi. Secondo quanto riporta il Corsera, nella lista ci sono vari uomini di alto livello di Autostrade per l'Italia. I nomi sono quelli di Fabio Cerchiai (presidente), Giovanni Castellucci (ad), Paolo Berti (direttore centrale operazioni ), Michelle Donferri Mitelli (direttore maintenance e investimenti), Paolo Strazzullo (responsabile del Procedimento di retrofitting). E ancora Stefano Marigliani (direttore primo tronco) e il suo predecessore Riccardo Rigacci.
Gli uomini di Spea engineering
Ci sono poi gli uomini di Spea engineering, controllata da Autostrade, che avrebbe dovuto eseguire la ristrutturazione ai tiranti. "Qui spicca l'ex ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa", scrive il Corsera. Antonio Galatà (amministratore delegato), Massimo Bazzarelli (coordinatore attività progettazione ufficio sicurezza), Massimiliano Giacobbi (responsabile progetto "retrofitting" dei tiranti) ed Emanuele De Angelis.
I funzionari pubblici
Nella lista anche funzionari pubblici della Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali: Vincenzo Cinelli (direttore generale della vigilanza del Mit) il suo predecessore Mauro Coletta, Bruno Santoro (responsabile controlli qualità servizio autostradale) e Giovanni Proietti (capo divisione analisi e investimenti). Infine il Provveditore alle opere pubbliche di Liguria e Piemonte, Roberto Ferrazza, e il capo ufficio ispettivo territoriale Carmine Testa.
La prima relazione sulle cause del crollo
Intanto i periti dei pm hanno consegnato una prima relazione sulle probabili cause del crollo attribuendole a un "cedimento strutturale all'antenna del pilone 9, il punto in cui i tiranti si congiungono all'estremità del sostegno. E studiando i carteggi tra le varie diramazioni del ministero delle Infrastrutture, gli investigatori hanno individuato come almeno in un'occasione i dirigenti del Mit avessero palesato la certezza che sul restyling del Morandi i tempi si stessero dilatando oltremisura.