Coppia morta nel lago, l'ex fidanzata di lui: "La macchina aveva un guasto"
Monica Barbanti ha rivelato: "Mi aveva detto che non partiva e poi si era accesa all'improvviso". La sorella di Morgan Algeri: "E' tutto in mano alla Procura, siamo distrutti"

È quella di un guasto all'auto l'ipotesi più accreditata per spiegare l'incidente che sabato scorso a Como ha provocato la morte di due persone, Morgan Algeri, 38 anni di Brembate Sopra (Bergamo) e Tiziana Tozzo, 45 anni, di Cantù, precipitate nel lago a bordo di un suv Mercedes Gls. A confermare la supposizione degli inquirenti è anche l’ex fidanzata del 38enne
Il racconto dell’ex fidanzata
Monica Barbanti in Procura ha rivelato: "Morgan mi aveva raccontato che in garage aveva provato più volte ad accendere l’auto, ma non partiva. Poi, a un certo punto, si è accesa. Lui stesso mi aveva detto che avrebbe dovuto sentire la Mercedes, ma non so se l’abbia fatto oppure no. Sul momento non ci avevo dato peso". La donna aveva avuto una relazione di oltre un anno con il 38enne ed erano rimasti in ottimi rapporti. Scrive il Corriere della Sera, che li univa la passione per la subacquea "che mi ha trasmesso lui".
La testimonianza della sorella
Barbara Algeri, sorella di Morgan, preferisce non commentare l'incidente: "E' tutto in mano alla Procura - si limita a dire uscendo dalla casa dei genitori, che hanno nominato un avvocato per assisterli -. Siamo distrutti, non vogliamo dire altro". Tuttavia sembra che l'idea che qualcosa non abbia funzionato nell'auto con cambio automatico sia stata suggerita anche dalla donna, che avrebbe riferito alla squadra mobile di problemi avuti dal suv, acquistato in leasing dall’uomo pochi mesi fa.
Segnalato un altro guasto tecnico su un modello uguale
Inoltre a suggerire l'idea di un guasto, comunque nel novero delle ipotesi fin dall'inizio, anche una segnalazione alla Polizia di un utente che ha riferito di aver avuto un problema con lo stesso modello di auto, un Suv Mercedes modello GLC 4matic. Nella segnalazione, veniva detto che l'auto si sarebbe messa in moto da sola, partendo e andando a finire contro un muro in tutta autonomia. Una situazione che appare simile a quanto avvenuto sul lungo lago comasco la sera del 6 gennaio.

La ricostruzione dell’incidente
Secondo le testimonianze, la vettura è improvvisamente partita in avanti, spostando una panchina in granito e sfondando la ringhiera della passeggiata, per poi inabissarsi a 15 metri di profondità, dopo un volo di circa tre metri. L'impatto con la superficie del lago ha provocato l'apertura degli airbag. Da quanto si è appreso, i corpi sono stati trovati all'esterno dell'abitacolo e una portiera era sicuramente aperta. Questo fa pensare che Algeri, esperto subacqueo, pilota e addestrato a interventi in caso di inabissamento, abbia cercato di salvarsi e di salvare la passeggera. Difficile però farlo dopo l'impatto con la superficie del lago, a temperature rigide, completamente al buio, in apnea e a una profondità rilevante.
Era un sub esperto
Oltre che un istruttore di volo e un sub esperto, "Morgan era in grado di uscire a occhi chiusi, ci addestriamo per questo anche con maschere scure", racconta dal canto suo Alessio Pengue, presidente della Scuola volo Caravaggio che gestiva dal 2016 insieme ad Algeri. "Lui– ha aggiunto l’uomo - si sottoponeva ogni anno a corsi di aggiornamento di "Water escape training", che servono a imparare come uscire da un aereo finito in acqua e con l'abitacolo ribaltato: se non ce l'ha fatta lui a venir fuori dalla sua Mercedes finita nel lago, vuol dire che proprio non c'era modo di farlo. Perché, se c'era una persona addestrata, quella era lui. Siamo tutti sotto choc, qui".
L’auto non era stata noleggiata
È falso che Morgan avesse noleggiato quell'auto per trascorrere la serata con quella donna e che, quindi, fosse poco pratico a guidarla. Ho perso non solo un amico e un socio, ma anche un fratello - aggiunge Pengue -. Ci sentivamo tutti i giorni, ci siamo sentiti anche sabato, e non sapevo avrebbe trascorso la serata a Como né che frequentava una donna: me l'avrebbe confidato. Per questo pensiamo che fossero al primo appuntamento. Me l'hanno confermato anche la famiglia, i suoi amici d'infanzia e pure una coppia con cui aveva passato il Capodanno e per cui, fra pochi giorni, sarebbe dovuto essere il loro testimone di nozze".
Attese le analisi della centralina e le autopsie
Sono tante le risposte che ora potrebbero arrivare dalle perizie sull'auto, ora nelle mani degli investigatori che cercano risposte alla tragedia che ha spezzato due vite. Si attendono i risultati delle analisi della centralina e delle autopsie sui cadaveri. Intanto la procura di Como procede per il reato di omicidio stradale colposo. Al momento restano due le ipotesi seguite: quella del guasto alla vettura, che sarebbe partita improvvisamente al di là della volontà del conducente, o dell'errore umano da parte dello stesso guidatore. A bordo dell'auto la polizia ha trovato e sequestrato un telefono cellulare, non si sa se dell'uomo o della donna, e un computer portatile. Oggetti che saranno analizzati, nel tentativo di ricavare qualche elemento utile alle indagini. E' stata invece scartata l'ipotesi di un gesto volontario. Le due vittime si erano conosciute via social ed erano al loro primo appuntamento. Sabato hanno mangiato in un ristorante di Intimiano e poi si erano spostati a 12 chilometri di distanza, a Como, per vedere il lago. Le telecamere del ristorante li hanno ripresi per l'ultima volta alle 22.17 mentre, a braccetto, camminavano verso l'auto.