L’Infermiera accusata di 14 decessi: "Non sono un’assassina. Voglio uscire da questo incubo"
Fausta Bonino in un'intervista a La Nazione proclama la sua innocenza e si augura che si arrivi presto alla verità

“Non sono un’assassina. Dopo undici mesi voglio uscire da questo incubo”. Parla così in un’intervista a La Nazione Fausta Bonino, l'infermiera accusata di aver provocato la morte di 14 suoi pazienti che si trovavano ricoverati nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Piombino.
Accusata di 14 decessi
E’ passato quasi un anno da quando la 56enne, chiamata l’angelo della morte venne arrestata all’aeroporto di Pisa, mentre rientrava da una vacanza a Parigi con il marito Renato. La donna sulla quale pende tuttora l'accusa di aver somministrato una quantità di eparina dieci volte superiore al necessario ai 14 pazienti era stata scarcerata dal Tribunale del Riesame di Firenze, ma 21 giorni dopo attraverso motivazioni che alimentavano dubbi sulla colpevolezza della donna la Procura di Livorno si era opposta alla scarcerazione. La Corte di Cassazione ha accolto poi quel ricorso, annullando l’ordinanza del tribunale della Libertà, che ora dovrà riesaminare il caso.
La Bonino: "Questo incubo non finisce più"
Da 8 mesi il suo telefono cellulare è sottoposto a perizie e controperizie: la procura cerca prove contro di lei che però ancora non sono saltate fuori. E nel frattempo la Bonino è prigioniera del suo incubo giudiziario. Reclusa volontaria a casa sua nell’intervista confessa: "Questo incubo non finisce più. La sera vado a letto con questo pensiero e la mattina questo pensiero è ancora lì”.
Le colleghe e le amiche l’hanno lasciata sola
In attesa che la sua posizione venga chiarita lei passa le sue giornate rinchiusa in casa. Ha perso anche il suo lavoro e quasi tutte le sue amiche e le ex colleghe non la cercano più. Solo due persone vanno a trovarla a casa. "Per me sono come due sorelle non mi hanno mai abbandonata", rivela la 56enne.
Io sono innocente
Dalla vicenda non è stata sconvolta solo la vita dell’infermiera, ma anche la quella dei suoi figli e di suo marito. Per questo la Bonino si augura che si arrivi presto alla verità. “Io sono innocente, non ho fatto niente, ma ci sono dentro e non vedo la fine”, rivela.
"Su quel telefonino non c’è niente"
Martedì scorso aL Palazzo di Giustizia si è tenuta la terza udienza davanti al gip. Udienza conclusasi con un nuovo rinvio a metà marzo per motivi tecnici del consulente del pm. “Ma su quel telefonino non c’è niente. Sono 8 mesi che cercano ma è solo un telefonino. Lo stiamo dimostrando- dice a La Nazione – ma lo sconforto con questi tempi lunghi è inevitabile".