Freddo e niente mascherine, ecco perché aumentano i contagi. Ma l'influenza è peggio del virus
L'allarme di Bassetti: l’influenza, che manca dalla cronaca ospedaliera da più di 2 anni, rischia di fare grossi danni. Meglio mettersi al sicuro. Come? Vaccinandosi

Ci sono due Matteo Bassetti e il primo, questo che sta in corsia da mattina a sera a salvare vite umane, è quello che dà i titoli al secondo, quello che è divulgatore scientifico in televisione, sulla stampa e sui social.
In Italia è arrivata l'influenza
E’ lui stesso, il Bassetti uno, a dare materiale al Bassetti due: “Mentre si discute di politiche vaccinali e si fanno previsioni sul Covid, le sue varianti e le prossime decisioni politiche, in Italia è arrivata l’influenza. Vi racconto l’ultima esperienza. Il 31 ottobre è stato ricoverato al San Martino un signore egiziano di 45 anni sanissimo con una brutta polmonite. Non respirava e quindi è stato intubato in condizioni molto gravi, rimanendo in rianimazione per sei giorni. Infine è stato trasferito in malattie infettive. Sapete cosa ha avuto? Polmonite bilaterale da influenza A (H1N1). Che dire? Se il buongiorno si vede dal mattino…. Occhio perché quest’anno l’influenza, che manca dalla cronaca ospedaliera da più di 2 anni, rischia di fare grossi danni. Meglio mettersi al sicuro. Come? Vaccinandosi”.
Freddo in vista
Anche perché, archiviata l’ottobrata e a un passo dalla fine anche la novembrata, sta arrivando il freddo. Che porta i virus o quantomeno li facilita. E, come sempre, li raccontiamo dal nostro osservatorio privilegiato, quello della Liguria che è una regione test sempre interessante per la composizione anagrafica, che è la più anziana d’Italia e quindi quella più delicata: “Ci stiamo avvicinando all’inverno, il periodo tradizionalmente più complesso dal punto di vista delle malattie infettive a causa del calo delle temperature. In questi giorni in Liguria stiamo registrando un incremento dell’occupazione dei posti letto” spiega il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che fino a poche settimane fa è stato anche assessore alla Sanità della Regione. “È importante vaccinarsi, sia contro il Covid, ma anche contro l’influenza, in particolare per quanto riguarda i soggetti fragili”.
Toti ne fa anche una questione di difesa degli ospedali, che rischiano il sovraffollamento.
Numeri preoccupanti per i vaccini
I numeri degli ultimi giorni di campagna vaccinale sono drammatici perché, oggettivamente, il “liberi tutti” fatto respirare dal governo con il reintegro dei sanitari non vaccinati ha cambiato la narrazione sull’utilità della vaccinazione.
Eppure, spiega l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, che fino a poche settimane fa è stato responsabile del Dipartimento di Emergenza Urgenza, cioè tutti i pronto soccorso e le terapie intensive della Liguria, “l'unica vera arma a disposizione è quella di aderire rapidamente alla vaccinazione non solo per l'anti-covid, ma anche per l'antinfluenzale perché il mix dei due virus potrebbe essere importante e deleterio. Il rischio quindi è di assistere ancora una volta ad un attacco alle attività ospedaliere con l'affollamento dei reparti, al blocco delle attività chirurgiche e al crescere inesorabile delle liste d'attesa”.
E i numeri hanno già iniziato a raccontare di ospedali più pieni: “Stiamo riscontrando da alcuni giorni l’inizio di una inversione di tendenza in tutti gli indicatori che stiamo costantemente monitorando – spiega il direttore generale di Alisa, che è l’agenzia regionale della Sanità ligure, Filippo Ansaldi, medico e statistico - Come era lecito attendersi in concomitanza con la diminuzione delle temperature che favorisce la circolazione dei virus respiratori, assistiamo a una ripresa dell’aumento del numero dei positivi in Liguria. La pressione sugli ospedali in questo momento è ancora abbastanza stabile, ma possiamo prevedere un trend in aumento nei prossimi giorni. In particolare l’indice RT è ripreso a crescere ed è tornato superiore a 1”.
Fallimento del tamponamento seriale
E tutto questo si incastra alla perfezione con i discorsi di Matteo Basetti che, da direttore della clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino, il più grande d’Europa, è intervenuto sugli ultimi giorni su tutti gli aspetti del tema, a partire dal più faceto: i casi di Covid al Grande Fratello Vip. “Dimostrano – spiega Matteo - il fallimento del tamponamento seriale e della filosofia “Zero Covid” adottata in molti studi televisivi e luoghi di lavoro. E’ un virus troppo contagioso per essere contenuto da misure ormai vecchie”.
Bassetti traccia anche un decalogo per cambiare il punto di vista sul Covid e sulle malattie in arrivo, a partire dal primo comandamento: “Tamponi solo ai sintomatici e basta bolle Covid o barriere per un virus incontenibile”.
Il vecchio Covid è morto
“Il covid del 2020 e del 2021 è morto – spiega l’infettivologo genovese - Giriamo pagina e affrontiamo i problemi infettivi di stagione appropriatamente ma senza allarmismi. La situazione ospedaliera è piatta per il Covid: pochi casi di polmoniti vere molto diverse di quelle viste nel 2020 e nel 2021. I dati di altri paesi ci dicono che, a breve, anche in Italia arriveranno nuove varianti, tra cui Cerberus che diventerà predominante. Bisogna preoccuparsi? Direi di no perché sarà molto contagiosa, ma non più letale o aggressiva. È bene però che anziani e fragili vadano a fare il richiamo vaccinale per renderla ancora meno aggressiva e contagiosa. Dal punto di vista organizzativo occorre fare meno tamponi in generale ed in particolare smettere di fare i tamponi di screening negli ospedali. Molti hanno già capito che bisogna convivere con un virus che è diverso e che va affrontato in maniera differente. Ora lo devono capire tutti”.
Il segno della pace in chiesa
E tutto questo, nei consigli social di Bassetti è declinato, giustamente, anche sulla vita di tutti i giorni. Matteo, infatti, va con la sua splendida moglie Maria Chiara Milano Viessieux e i suoi ragazzi a messa alla chiesa di Boccadasse, che è il borgo sul mare più bello del mondo e, ovviamente, come in tutte le chiese, il sacerdote dice di scambiarsi la pace con uno sguardo: “Non capisco perché ci diamo ormai la mano, come abbiano sempre fatto e in Chiesa non ci si può ancora scambiare il segno della pace in questo modo. Bisogna tornare anche in Chiesa a quello che facevamo fino al marzo del 2020. Non sarà certo una stretta di mano che farà cambiare il corso di questo virus. Anche questo deve essere il segno del ritorno alla normalità”.
La stima di Bassetti al ministro della Salute
E in una, a mio parere bellissima, gara dialettica fra alto e basso, rock e pop del racconto del virus, Matteo alterna temi leggeri a consigli al Ministro della Salute Orazio Schillaci, che lui stima. “Con il Covid – spiega Basetti - abbiamo vinto una battaglia campale, ma la guerra ancora no. Al ministro propongo di ascoltare gli esperti di questo settore; fare un cambio generazionale all’interno dei consulenti del ministero; cambiare norme non più idonee, come l’obbligo di isolamento dei positivi; semplificare i tamponi e evitare di farli per screening e in generale negli asintomatici, non ha più senso continuare a farlo; semplificare l’uso degli antivirali per renderli ancora più disponibili per la popolazione e fare report differenziati. Farli ogni settimana invece che ogni giorno va molto meglio, ma andrebbe meglio articolata la statistica, per distinguere la tipologia dei vari ingressi in ospedale, dei decessi e delle loro cause”.
La polemica Bassetti-Pregliasco
Va letta in questo quadro anche la polemica di Bassetti con Fabrizio Pregliasco, che aveva paventato un boom di contagi a Natale: "Questo non è il momento di terrorizzare la gente. Dire che chi ha fatto tre dosi di vaccino è a rischio di fare la malattia vista nel 2020 e 2021 è sbagliato e io non mi sento di affermarlo. Dire che il ponte dell'Immacolata, le feste, il Natale, porteranno ad un rialzo dei contagi e metteranno la popolazione a rischio di avere forme gravi è un messaggio che io non darei. Facciamo meno allarmismo che non aiuta, anzi fa più danni del virus. Chi ha fatto le tre dosi e anche la malattia ha una protezione importante, che potrebbe essere elusa dalle nuove varianti, ma queste non danno forme di patologia più grave. Avremo, e dovremmo abituarci, continue risalite della curva dei contagi. Il Covid così come l'abbiamo visto nel 2020-2021 è morto. Io oggi dico che abbiamo quasi il 100% della popolazione protetta per le forme Covid gravi. Si deve andare verso la normalizzazione e convivenza con questo virus che compete con altri virus che causano infezioni respiratorie. Questa è la grande novità Sars-CoV-2: mentre nel 2020-2021 aveva il monopolio, oggi ci sono altri virus che competono con lui".
Il quadro internazionale
E a confermare tutto questo è anche il quadro internazionale: "L’isolamento obbligatorio dei positivi al tampone per SarsCoV-2 - spiega Bassetti - non è più previsto in Spagna, Portogallo, Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Regno Unito, Norvegia, Svezia e Finlandia. Il paese in cui si sta isolati più a lungo per legge è l’Italia dove si arriva a 14 giorni di isolamento obbligatorio per uscire senza test. A me sembra una durata esagerata e oggi anacronistica. Bisogna cambiare presto, eliminandola completamente. Questo per uniformare il Covid a tutte le altre malattie infettive respiratorie per le quali non è previsto alcun obbligo. Oggi tra un malato positivo ai virus influenzali e un paziente con il Covid-19 io preferisco quasi il secondo perchè ha una maggiore immunità nei confronti della patologia grave, frutto di vaccini e alle volte anche infezione, ed ho anche più farmaci per trattarlo. Ovviamente questo non significa uscire con la febbre, ma lasciare la gestione alla responsabilità del singolo e non allo Stato. Proprio come è sempre avvenuto per le altre infezioni respiratorie”.
Anche perché “i primi casi di influenza sono arrivati, anche pesanti. Credo che continueranno a crescere e quest'anno la stagione influenzale sarà sicuramente più incisiva di quanto abbiamo visto nel passato perché le mascherine l'avevano limitata. Facciamo attenzione e il mio consiglio è di vaccinarsi. Come hanno detto i colleghi americani ci sarà una triplice epidemia, io invece la definisco 'trio infernale', ovvero l'influenza, Sars-CoV-2 e il virus respiratorio sinciziale, che temo farà danni".
Si chiama, questo di Bassetti, approccio laico al Covid. Si chiama, dalla prima all’ultima riga, ritorno alla normalità.