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La bimba prima di morire partecipa al matrimonio dei genitori: lo stesso giorno la mamma viene licenziata

Aurora aveva solo 8 anni ed era stata definita la “bambina più buona d’Italia”. Sognava di fare la veterinaria e la ballerina ma un male terribile l’ha portata via. La mamma ha perso il lavoro per aver superato il periodo di congedo.

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
La piccola Aurora
La piccola Aurora (da Il Gazzettino)

Aurora aveva solo 8 anni e se n’è andata in una tranquilla giornata d'agosto. “Sognava di fare la veterinaria e la ballerina”, racconta la mamma Valentina Donà sul Corriere della Sera, ma non ha fatto in tempo a indossare le scarpette da danza che Babbo Natale le aveva portato. Nel maggio del 2014 aveva vissuto un momento di celebrità: era stata premiata come bambina più buona d’Italia. Aveva deciso di donare tutti i soldini del suo salvadanaio alla Onlus Team for Children che sostiene i bimbi in difficoltà, e le era stato riconosciuto il Premio Bontà Sant’Antonio da Padova. La bambina più buona d’Italia è morta mercoledì sera, vinta dal neuroblastoma che l’aveva colpita da 4 anni. Il destino però non le ha negato di partecipare al matrimonio dei suoi genitori, sabato scorso, lo stesso giorno in cui la mamma è rimasta, purtroppo, senza lavoro.

La piccola Aurora il giorno della consegna del premio (da Corriere)

Il licenziamento

Valentina Donà infatti è stata licenziata dalla pasticceria di Padova dove lavorava, per aver superato i 180 giorni di congedo. Per seguire la sua bambina malata aveva utilizzato tutti gli strumenti disponibili: i congedi straordinari, la legge 104, la malattia e l’aspettativa. Il caso ha voluto che proprio il 5 agosto, il giorno in cui si è sposata con il suo compagno Mirko Maniero, padre della bimba, decorresse il termine per il licenziamento. Pochi giorni dopo poi - quando il suo desiderio di partecipare alle nozze del padre e della madre era stato esaudito - Aurora si è spenta.

Così Valentina, Mirko e la piccola Azzurra, la sorellina nata due anni fa, sono rimasti soli con il dolore e un problema in più. Il titolare della pasticceria, Mauro Forin, spiega le sue ragioni. “Siamo una piccola azienda - afferma sul quotidiano – e non potevamo sostenere ancora la sua assenza dal lavoro, dunque il 30 giugno abbiamo firmato un accordo con la signora Donà per rescindere il contratto alla scadenza”. Eppure sarebbe bastata una manciata di tempo in più, e il compimento del destino della piccola avrebbe rimesso tutto a posto. Ma le cose non sono andate così. Ed ora la signora Donà, dopo aver combattuto tanto per sua figlia cercando di mantenere comunque il lavoro, dovrà cercarsi un’altra occupazione.

La sorellina era stata fortemente desiderata da Aurora, e la sua nascita l’aveva resa felice. “Aveva scritto una letterina alla cicogna, per chiedere che venisse al mondo”, ricorda il padre, che dopo l’arrivo di Azzurra ha chiesto a sua volta un congedo dalla fabbrica dove lavora da operaio.

Al matrimonio aveva cantato la canzone di Jovanotti

La famiglia Maniero, che abita a Fosso, in provincia di Venezia, ripercorre in maniera struggente sulla pagina del giornale l’ultimo periodo della piccola Aurora. Ricorda il suo coraggio e la sua allegria. Sabato aveva preso parte al matrimonio dei genitori, in un agriturismo sui Colli Euganei, era a letto, ma ogni tanto “scendeva giù  ed ha perfino cantato la sua canzone preferita: Estate, di Jovanotti”, racconta Mirko. Le piaceva in particolare una strofa, quella che fa “Vedo nuvole in viaggio che hanno la forma delle cose che cambiano, mi viene un po’ di coraggio”.

Era una bambina allegra ed ottimista, come testimonia il dottor Giuseppe Basso, direttore della Clinica di Oncologia Pediatrica di Padova che la seguiva. “Bellissima, dolce, piena di generosità e di amore, per i medici, il personale, i volontari e gli altri pazienti”, così la descrive. E non si era mai arresa. “Guarirò e tornerò a scuola”, diceva sempre. Ma la sua malattia era di quelle difficili da curare. “Si tratta di un tumore del sistema nervoso periferico con poche possibilità di guarigione”, spiega il professore. Aurora aveva reagito bene ai due trapianti di staminali ma le recidive non le avevano dato tregua.

Accanto le hanno messo la bambola preferita

Aveva frequentato la prima elementare ma alla fine i ricoveri continui l’avevano costretta a stare a casa. Con le lezioni a domicilio aveva comunque completato la prima, la seconda e la terza classe. “La materia che le piaceva di più era l’inglese”, spiega la mamma. Utilizzava volentieri il tablet e amava giocare con i lego, lavorare la creta, stare con la sua bambola preferita che chiamava Fiorella. “Era una guerriera – ricorda Valentina – e ci ha insegnato a combattere, a non perdere le speranze. Diceva: appena sarò guarita andremo in vacanza. E quando le cadevano i capelli non si scoraggiava. Diceva: pazienza, ricresceranno".

Verso la mezzanotte di martedì respirava male, è stata ricoverata. "Era serena", ricordano i genitori. Ha aspettato che arrivasse la sua dottoressa che era fuori città. Poi ci ha lasciati”. Nella sua piccola bara, a farle compagnia, le hanno messo Fiorella. Ad indossare le scarpine da ballerina non ha fatto in tempo, ma Aurora resterà sempre nel cuore dei suoi cari e delle persone che l’hanno conosciuta. E poi c'è da crederci: il suo esempio, istruttivo per tutti, darà forza ai genitori e li aiuterà a superare le difficoltà.

Ignazio Dessìdi Ignazio Dessì   
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