Assalto armato a Sassari: è caccia al commando di 20 banditi. "Il caveau non è stato espugnato"
Il commando era composto da una ventina di banditi armati con kalashnikov, vestiti di nero e con indosso giubbini antiproiettili


Continua in tutto il nord Sardegna e nella provincia di Nuoro la caccia delle forze dell'ordine al commando armato che il 28 giugno ha assaltato il caveau dell'istituto di vigilanza Mondialpol a Caniga, alla periferia di Sassari, sparando ad altezza d'uomo contro un'auto dei carabinieri, che è stata crivellata di colpi, e contro una pattuglia della polizia stradale, accorse sul posto.
Una ventina di banditi armati con kalashnikov
Le indagini, condotte dalla Squadra mobile della questura di Sassari, stanno cercando di ricostruire i movimenti della banda prima e dopo il colpo. Al momento si sa che il commando era composto da una ventina di banditi armati con kalashnikov, vestiti di nero e con indosso giubbini antiproiettili, poco prima delle 20,30 hanno accostato un escavatore al muro di recinzione della sede Mondialpol di Caniga, e sfruttando la lunghezza del braccio del mezzo meccanico hanno divelto una griglia sulla facciata e sfondato il muro dell'edificio. Mentre due malviventi manovravano il mezzo meccanico, almeno sei servendosi di una scala hanno scavalcato la recinzione e sono entrati nella sede Mondialpol sparando in aria per spaventare le guardie giurate. Diversi colpi sono stati esplosi anche contro la garitta di sorveglianza e l'agente all'interno si è salvato grazie ai vetri antiproiettili.
I sacchi sono stati portati fuori con il braccio dell'escavatore
I banditi hanno prelevato 5 o sei sacchi contenenti denaro, probabilmente soldi destinati al pagamento delle pensioni fra qualche giorno. I sacchi sono stati portati fuori con il braccio dell'escavatore e caricati su un furgone Fiat Ducato bianco, con cui la banda si è data alla fuga in direzione Cagliari. Mentre la rapina era in corso una pattuglia dei carabinieri e una della polizia stradale, da direzioni opposte, hanno raggiunto la sede Mondialpol e i banditi non hanno esitato a crivellare di colpi le auto sparando ad altezza uomo. Altri componenti del commando, si calcola almeno una decina, hanno bloccato tutte le principali vie di accesso alla zona di Caniga, incendiando auto e cospargendo di chiodi l'asfalto. In questo modo hanno ritardato l'arrivo delle forze dell'ordine e si sono coperti la fuga.
Bottino di alcuni milioni di euro
E' stimabile in alcuni milioni di euro il bottino dell'assalto armato, ma solo lunedì potrebbe arrivare il conteggio definitivo.
La polizia scientifica ha rinvenuto circa 150 bossoli di armi corte (come le pistole) e a canna lunga (come i kalashnikov). Secondo quanto accertato dalla squadra mobile, guidata dal dirigente Michele Mecca, i banditi - tutti con il volto coperto e guanti - hanno modificato anche il Fiat Ducato usato per fuggire con il bottino: è stato infatti tagliato il tetto per scaricare direttamente dentro i sacchi con il braccio dell'escavatore, lasciato poi sul luogo dell'assalto. Ora gli inquirenti passeranno anche al vaglio le immagini delle telecamere della zona e del circuito di sorveglianza della Mondialpol alla ricerca di elementi utili a rintracciare i banditi.
Mondialpol: "Il caveau non è stato espugnato"
I malviventi sono riusciti a impossessarsi "solo di una parte del denaro contante presente in sede e non del contenuto del caveau - il locale blindato, che costituisce il cuore dell'edificio - che non è stato espugnato". Lo precisa la stessa Mondialpol in una nota nel quale fa sapere che "i sistemi di sicurezza hanno complessivamente retto alla violenza dell'attacco". "Nonostante l'utilizzo di mezzi meccanici motorizzati, armi tipo kalashnikov, giubbotti antiproiettili e un'organizzazione curata nei minimi dettagli, l'azione criminale è stata contenuta grazie alla prontezza del nostro personale che, anche sotto la pressione del fuoco nemico e della guerriglia, è riuscito a mettere in atto le procedure di emergenza appositamente progettate per fronteggiare situazioni straordinarie come quella di venerdì sera", fa sapere l'azienda. "Nel contenimento dei danni hanno giocato un ruolo fondamentale le nostre procedure, affinate nel corso di quasi cento anni di storia, e la preparazione del nostro personale che ogni anno partecipa a migliaia di ore di formazione tra corsi obbligatori e aggiuntivi", si legge ancora nel comunicato.