Blitz dei Ros nella sede della onlus Africa Milele: Silvia Romano in Kenya senza assicurazione per il viaggio
Intanto la cooperante ringrazia sui social i musulmani d'Italia per la solidarietà dimostrata

I carabinieri del Ros sono al lavoro per raccogliere eventuali indizi che possano dare una mano a ricostruire le fasi della cattura di Silvia Romano, la cooperante della onlus Africa Milele rapita il 20 novembre del 2018 in Kenya dai terroristi di Al Shabaab. Gli inquirenti indagano in questo momento sulla Ong: ora dopo ora emergono anomalie e criticità intorno all’associazione, che potrebbe aver mandato Silvia allo sbaraglio, senza garantire protocolli di sicurezza essenziali. Ad occuparsi dell’incolumità della giovane italiana c’erano soltanto 2 masai, armati di machete, ma al momento del rapimento i due facevano altro… Uno dei due uomini, hanno appurato i carabinieri, era il marito di Lilian Sora, la fondatrice della onlus. La presidente dell'associazione ha confermato agli inquirenti di avere un sospetto su un possibile traditore, un uomo di cui Silvia si fidava e che avrebbe consentito ai terroristi di sequestrare la ragazza.
Nel mentre che i Ros proseguono il lavoro di raccolta degli indizi, su mandato del pm Sergio Colaiocco, Silvia tenta di tornare alla vita di un tempo. Un suo post, condiviso sui social, non ha però mancato di generare un nuovo dibattito. La 24enne ha infatti voluto ringraziare i musulmani d'Italia per la solidarietà dimostrata: “Assalamualaikum wa rahmatullahi a tutti voi che Allah vi benedica per tutto questo affetto che mi state dimostrando. Grazie a Dio, grazie, grazie! È bellissimo questo video, è un'emozione grande. Ciao fratelli! A presto in sha Aallah!”. La cooperante internazionale, liberata in Somalia tra l'8 e il 9 maggio, ha scritto il messaggio sotto un video pubblicato sulla pagina Facebook La Luce News.
E sull'argomento è intervenuto anche Abu Shwaima, il presidente del centro Islamico di Milano e Lombardia: “Se Silvia vuole venire in moschea è libera di farlo”. Sulla scelta della ragazza di convertirsi alla fede musulmana, Shwaima sottolinea che “è personale. Siamo in un Paese democratico, dove ognuno sceglie la religione che ritiene più adatta a sé”. E su questo aspetto si è voluta soffermare Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia: “Non sono d'accordo che la conversione della ragazza sia stata libera, perché le scelte libere le fanno persone libere non quelle che sono in catene. Mi è dispiaciuto che la comunità islamica in Italia, a partire dall'Ucoii, non sia riuscita a dire chiaramente che la conversione durante un rapimento non è una bella cosa”. Meloni ha in fine ricordato che “siamo di fronte ad un vittima del terrorismo fondamentalista”.