Scazzi, la mamma di Sarah al processo d'appello: "Cosima non dirà mai la verità"

E' iniziata dinanzi alla Corte di assise di appello di Taranto l'udienza del processo di secondo grado per l'omicidio di Sarah Scazzi, con l'audizione del consulente Francesco Abbinante, nominato dalla Corte, sulla trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche tra Sabrina Misseri e il padre Michele e tra la stessa Sabrina e Concetta Serrano, madre di Sarah, e con sua madre, Cosima Serrano. La difesa di Sabrina ha mosso alcuni appunti sulle trascrizioni e in aula sono state ascoltate le conversazioni oggetto di discussione. Dopo le dichiarazioni spontanee da parte di Cosima Serrano, zia di Sarah, condannata in primo grado all'ergastolo con la figlia, non è escluso che la stessa Sabrina decida anche lei di fare dichiarazioni spontanee.
Cosima: "Nessuna gelosia verso mia sorella" - Durante l'udienza Cosima Serrano ha smentito i cattivi rapporti con la sorella. "Si è parlato tanto di invidia, gelosia, ha detto, ma non ho mai sentito che tipo di gelosia, invidia, di quale rancore? Ci siamo sempre aiutati l'un l'altro tra genitori e sorelle, quando Concetta ha avuto bisogno di me sono stata sempre presente, sempre a disposizione, non me lo facevo ripetere due volte". "In primo grado - ha proseguito Cosima - non ho parlato tanto. Mi ha consigliato il mio avvocato, tanto non sarebbe cambiato nulla, era scontato", aggiungendo di non aver "mai avuto bisogno" di aiuto da Concetta. Poi parla del papà di Sarah. "Alcuni amici di Sarah - spiega - le dicevano che il padre era un delinquente. Noi non abbiamo mai detto questo, lo può dire anche Claudio (fratello di Sarah, ndr)".
"Dopo la scomparsa di Sarah ho pensato avesse avuto un incidente". "Il 26 agosto 2010, quando Sarah scomparve, prosegue Cosima raccontando cosa fece il giorno del delitto, ho detto magari è successo qualcosa in strada, forse l'hanno investita e portata in ospedale, e ho chiamato mia sorella dicendole di chiamare in ospedale". Agli investigatori che le chiesero dove si trovava Michele Misseri rispose :"che stava in casa"
"Quella mattina sono andata a lavorare" - "Il 26 agosto - ha raccontato Cosima - sono andata a lavorare la mattina, siamo andati fra San Giorgio Jonico e Taranto, sono tornata non prima delle 13.30 e a casa non c'era nessuno". Sono andata in bagno - ha proseguito Cosima - non c'era nessuno, ho mangiato, poi sono andata a letto e lì c'era mia figlia che stava dormendo. Ho acceso la tv perché sto più tranquilla, il silenzio mi dà fastidio. Dopo un po' ho sentito un messaggio e mia figlia mi ha detto 'devo andare al mare, mo' avviso Sarah'". "Dormivo e non dormivo, Sabrina - ha continuato Cosima - stava col telefonino in mano, si è alzata, mi sono tranquillizzata quando ho sentito sbattere la porta. Dopo alcuni secondi ho sentito dire "Papà, hai visto arrivare Sarah?" e poi ha chiesto a me aggiungendo "perché Sarah non c'è". Ho detto magari è successo qualcosa in strada, forse l'hanno investita e portata in ospedale e ho chiamato mia sorella dicendole di telefonare in ospedale. A quel punto mi sono vestita per andare dai carabinieri, ho incontrato mia sorella che andava in caserma per informarli. Mia figlia mi ha detto "facciamo un pò di giri in auto". Abbiamo incontrato Mariangela Spagnoletti e un'altra amica, poi sono tornata a casa".
"Il fioraio racconta un sogno" - Secondo Cosima il fioraio racconta un sogno. "E' assurdo - spiega contraddicendolo - che Sarah si trovasse lì in strada e Anna Pisanò ha amplificato un sogno. Quel giorno Sarah non l'ho vista proprio, l'ho vista la sera prima". "Anche la ragazzina, Alessandra Spagnoletti, - ha continuato Cosima - ha raccontato le cose come una poesia, era impossibile che potessi essere vestita come dice lei". Mentre parla Cosima ha un foglio in mano che non ha mai letto, e sta parlando a braccio da più di un'ora.
La mamma di Sarah: "Non penso che Cosima dirà mai la verità" - Concetta Serrano, madre di Sarah Scazzi, ha commentato così le dichiarazioni spontanee della sorella. "Cosima deve prendere la sua responsabilità e raccontare la verità, ha detto ai giornalisti. Siamo sempre allo stesso punto, non ha fatto altro che ripetere quello che ha detto prima".
Al vaglio diverse telefonate - E' stata riascoltata anche gran parte di un lunga telefonata tra Giuseppina Scredo e Cosima Prudenzano, rispettivamente moglie e suocera di Giovanni Buccolieri, il fioraio di Avetrana (Taranto) che riferì agli inquirenti, per poi dire che si era trattato di un sogno, di aver visto il 26 agosto 2010 (giorno dell'uccisione di Sarah) Cosima Serrano costringere la quindicenne a salire a bordo della sua auto, dove - secondo l'accusa - probabilmente c'era anche Sabrina. Buccolieri è indagato in un altro procedimento per false dichiarazioni al pubblico ministero.
Le intercettazioni tra Sabrina e suo padre: "Perché l'hai fatto?" - L'attenzione torna poi su un paio di intercettazioni telefoniche già emerse nel corso della lunga inchiesta e fatte trascrivere nelle ultime settimane da un consulente nominato dalla Corte d'assise di appello di Taranto. C'è, ad esempio, quella tra Sabrina e il padre, Michele Misseri, il 7 ottobre 2010, quando l'agricoltore fece trovare i resti di Sarah in un pozzo-cisterna in contrada Mosca, nelle campagne di Avetrana. "Perché l'hai fatto? Io non me lo so spiegare" chiede Sabrina al padre, così come, però, ci sono le trascrizioni di altre due telefonate, una delle quali - tra Sabrina e uno dei legali della famiglia Scazzi, l'avv. Walter Biscotti, e precedente a quella con il padre - sembra scagionare l'agricoltore quando la figlia si chiede come abbia fatto il papà ad uccidere Sarah avendolo visto, e non solo lei, fare su e giù per la casa.