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[Il retroscena] “Stop case e lavoro agli stranieri” e “l’Italia agli italiani”: i programmi politici da brivido delle estreme destre

Da Casa Pound a Forza Nuova, ecco le linee politiche. Il polo Berlusconi-Salvini-Meloni insegue sull’immigrazione. Da ieri pubblicati sul sito del ministero dell’Interno tutti i dettagli delle varie formazioni in gara il 4 marzo

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C’è di tutto. E fa venire i brividi. Da “impedire l’assegnazione di case e posti di lavoro agli immigrati” alla “revoca dei ricongiungimenti familiari a partire dal 1996”; dalla “revoca della cittadinanza per lo straniero, e per i suoi figli, condannato per fatti gravi come stupro, omicidio, terrorismo” – la corruzione non è mai grave – al “reddito nazionale di natalità”, ovverosia 500 euro “per ogni figlio italiano nato da genitori italiani”. Roba che in confronto la famosa frase “razza italiana”, pare dal sen fuggita ad Attilio Fontana candidato governatore lumbard, è  un buffetto di simpatia. E’ agghiacciante il viaggio-lettura dei programmi elettorali dei partiti e movimenti di estrema destra che saranno in gara il 4 marzo.

Tra le novità, questa certamente positiva, della legge elettorale Rosatellum c’è l’obbligo per ogni formazione di depositare oltre al simbolo anche il programma elettorale. Tutto questo materiale (art.4, comma 1, lett.a,b,c dela legge 165/17) deve essere poi pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno “entro dieci giorni dal deposito”. La pubblicazione è avvenuta ieri alle 14.30 sotto il pulsante “Elezioni trasparenti”. In effetti è utile scaricare i programmi e tenerli presenti, durante la campagna elettorale e soprattutto dopo, è un contributo alla trasparenza. I testi sono abbastanza contenuti e schematizzati: ci sono i 20 punti dei 5 Stelle, i 10 punti di Fi, Lega e Fdi, i “9 settori d’azione per il futuro” proposti dal Pd. E poi ci sono i programmi delle destre estreme, da Casa Pound  a Forza Nuova e Fiamma tricolore riuniti nell’inedito cartello “Italia agli italiani” passando per il Movimento per le destre unite. Sono le formazioni lepeniste e sovraniste, identitarie, omofobiche e sessiste alle cui performance elettorali l’Europa popolare e socialista guarda con terrore. E a proposito di questioni di genere, merita notare come nelle 40 formazioni ammesse solo tre abbiano come leader una donna (Bonino, Lorenzin, Meloni).

"Prima gli italiani”

Per la rivisitazione del motto trumpiano, Casapound indica quattro settori di intervento. E di questi almeno due – immigrazione e demografia e piano casa – sembrano andare oltre il dettato costituzionale. Irricevibili, dunque. Alla voce immigrazione, il capo politico Simone Di Stefano prevede che lo Stato abbia “il dovere di occuparsi prima dei suoi cittadini in ogni aspetto legato alla fruizione dello stato sociale”. Solo dopo, e solo se avanza, lo Stato si può occupare anche dei diritti minimi degli stranieri. “L’immigrazione va bloccata” grazie anche all’intervento di stabilizzazione della Libia dove “vanno create le condizioni per il ritorno sulle coste africane di tutti gli stranieri senza documenti ma anche quelli regolari ma senza lavoro o casa. Lo ius soli va “scongiurato” e l’ingresso va garantito solo “a fronte di un contratto di lavoro regolare”. Non si fa cenno, però, al fatto che non esiste da anni la possibilità di far entrare in maniera legale gli stranieri in Italia. Le famose quote…! La cittadinanza va revocata “fino alla seconda generazione di chi è ritenuto colpevole di reati gravissimi come omicidio, stupro e terrorismo”. Gli stranieri detenuti devono scontare le pene a casa loro. A garanzia e per favorire le nascite ma di bambini rigorosamente italiani, Di Stefano propone “il reddito nazionale di natalità”, cioè 500 euro per ogni figlio “italiano e nato da genitore italiano”. Anche il ventennio fascista, prima di arrivare alle leggi razziali, passò da queste istanze. Casa Pound è in forte crescita nelle periferie e ha conquistato posti nei consigli comunali di una dozzina di cittàin tutta Italia. “Puntiamo al 3%” ripete Di Stefano. Cioè ad entrare in Parlamento.

“Stop alla propaganda gender”

Forza Nuova corre con la Fiamma tricolore nel nuovo cartello “Italia agli italiani”. Roberto Fiore, che è il capo, individua come “urgenze prioritarie” la “resistenza nazionale contro l’invasone in corso”, più diritti sociali invece degli “ipocriti diritti civili”, “sovranità monetaria” e “la rivoluzione demografica contro la sostituzione”. Il testo letterale si ferma qua. Per non rischiare di essere bocciati, hanno probabilmente cassato la parola “razza”. In politica estera il modello sono Polonia e Ungheria perchè “dove c’è la volontà politica di impedire l’invasione di massa del proprio territorio, l’invasione non si verifica”. Forse Roberto Fiore deve fare un ripasso di geografia, dei confini, e valutare la differenza tra il mar Mediterraneo e il mare del Nord e i Balcani. Va “impedita” l’assegnazione di case e posti di lavoro agli immigrati. E i flussi migratori vanno “semplicemente (sic) bloccati e invertiti”. Ad esempio: “I clandestini giunti in Italia vanno riportati tutti nei centri in Libia” e i ricongiungimenti familiari vanno “revocati a partire dal 1996”. Siamo alla negazione dei diritti acquisiti. Ciliegina: “La residenza può essere concessa solo dopo venti anni di contributi pensionistici senza interruzione”. Al punto 4, la “rivoluzione demografica”, un rosario di sessismo e omofobia. Togliere i “capitali spesi per coppie gay, propaganda gender, manipolazioni genetiche e aborto e finalizzarli alle giovani coppie appena sposate e alle famiglie più numerose”. Deve “cessare immediatamente ogni propaganda gender nelle scuole”. Si parla di “Reddito alle madri”, di bonus per la nascita di figli “se entrambi i genitori sono italiani” e di finanziamenti alle famiglie numerose “vere e proprie imprese che producono capitale umano per il nostro popolo”. Assomiglia molto al piano per la famiglia di Mussolini quando nel 1925 creò l’Opera nazionale per l’assistenza alla maternità e all’infanzia (Onmi).

Le “Destre unite”

E’ certamente sovranista ma non toccato dal germe del razzismo il Movimento delle Destre unite-Aemn. Parla di pensioni,  politiche sociali “più incisive”, di “elezione diretta” del Presidente della Repubblica, di “separazione delle carriere” giudici e pm, di “abolizione delle Regioni e rilancio delle Province”, fa la guerra allo “stato biscazziere” (quelle delle slot machine) e vorrebbe introdurre il concetto di “dignità del cittadino”. Ma quando Massimiliano Panero, capo politico delle Destre Unite,  arriva al nodo immigrazione, scrive: “Negare o immaginare politiche di puro blocco del flusso migratorio è pura demagogia”. Oggi la società è multietnica e i flussi vanno gestiti e governati.

Punti di contatto

Il problema è che i programmi da esaltati delle destre estreme hanno punti di contatto con quelli della coalizione di centro destra. E le farneticazioni su genere, razza e famiglia trovano più di un link ai punti 5 e 7 del programma elettorale depositato da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Sotto il titolo ineccepibile “Più sicurezza per tutti” si prevede “il rimpatrio di tutti i clandestini” e “il blocco degli sbarchi con respingimenti assistiti”. Viene introdotta “l’abolizione della anomalia solo italiana della concessione indiscriminata della sedicente protezione umanitaria mantenendo soltanto gli status di rifugiato e la protezione sussidiaria”. Sembrano solo parole ma è una scelta di campo grave di cui tiscali.it dette conto un mese fa come indiscrezione. Sperando fosse una di quelle cose che si dicono ma poi non si ha il coraggio di scrivere. In Italia ci sono tre tipi di protezione per i migranti stranieri, rifugiato, sussidiaria e umanitaria. Quest’ultima è la tipologia più diffusa tra i permessi di soggiorno rilasciati - il 25% del totale che si aggira intorno al 39% - e abolirla con un tratto di penna renderebbe la situazione ancora più difficile e drammatica. Prevista anche l’introduzione del principio che “la difesa è sempre legittima”.

Ora, questo non è solo il programma di Salvini e Meloni. E’ anche il programma firmato da Silvio Berlusconi.

Claudia Fusanidi Claudia Fusani, giornalista parlamentare   
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