Unioni civili, maxiemendamento e fiducia. Vince la linea Alfano: via la stepchild e l'obbligo di fedeltà
Giovedì sera il voto. Stralciati anche i riferimenti al matrimonio. Fatte salve le sentenze sulle adozioni. Grasso: in Senato mai più "canguri"

Il governo pone la questione di fiducia sul maxiemendamento al ddl sulle unioni civili che riscrive in parte il ddl Cirinnà. Lo ha annunciato la ministra Maria Elena Boschi al Senato. La conferenza dei capigruppo che si è riunita poche ore dopo ha stabilito che giovedì alle ore 19 nell'Aula ci sarà la prima chiama sul voto di fiducia. La discussione generale sul maxiemendamento, invece, ha detto il presidente del Senato, Piero Grasso, si terrà domani mattina dopo il parere della commissione Bilancio. Le dichiarazioni di voto in Aula sono invece fissate a partire dalle 17.20.
Il maxiemendamento del governo al Ddl Cirinnà vede lo stralcio della "stepchild adoption" (l'adozione del figlio del coniuge), viene salvaguardato il riferimento alla "vita familiare" ex art. 3 mentre verrebbe stralciato l'obbligo di fedeltà previsto dal medesimo articolo. Resta l'obbligo del mantenimento in caso di cessazione dell'unione, così come era già previsto nel testo del ddl Cirinnà. Viene prevista la separazione "lampo", da fare davanti all'ufficiale di stato civile. "Resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti" si legge nel testo, che, in questo passaggio, riformula il comma 4 dell'art. 3. Con tale riformulazione si prevede la non applicazione del ddl unioni civili alla legge sulle adozioni del 1983 ma, spiegano fonti parlamentari, di fatto viene fatta 'salva' la giurisprudenza emersa finora sui casi di ricorsi inoltrati da coppie omosessuali.
Insomma: passa in toto la linea dell'Ncd e di Angelino Alfano, dall'inizio contrario ad un testo troppo "spinto". Renzi, rinunciando alla votazione in Aula degli emendamenti - come chiesto dal M5S, ma oggi anche da Bersani, e dopo il "no" di Grasso sul divieto di usare i "canguri" -, rinuncia ad un testo molto diverso da quello firmato da Cirinnà e sostenuto dal governo. L'unico a cantare vittoria è Alfano.
Alfano: abbiamo evitato la deriva - "Avere arginato il rischio delle adozioni e aver cristallizzato la separazione tra unioni civili e matrimonio" è stato per il ministro dell'Interno un modo per "mettere un punto ed evitare una nuova telenovela nella prossima legislatura". Ovvero, dice il ministro, "il rischio di una deriva che avrebbe potuto introdurre le adozioni". "Abbiamo ottenuto un risultato e messo un punto, abbiamo cristallizzato la legge senza che sfociasse nelle adozioni", conclude. La stessa ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, aveva detto di voler lavorare per far sì che nel maxiemendamento del governo - sul quale verrà posta la fiducia - non restasse nessun elemento di equiparazione tra le unioni civili e il matrimonio. Un prezzo piuttosto alto.
Malumori tra i banchi della sinistra Pd - A sinistra di Renzi però le cose non sembrano piacere. "Già togliere la stepchild adoption dal testo delle unioni civili è un errore. Altri cedimenti a Ncd sarebbero inaccettabili", ha detto invece Roberto Speranza, deputato che guida la minoranza del Partito Democratico. E Bersani dice no alla fiducia: si voti in Aula. "Resterò coerente con quanto ho sempre detto", spiega invece Michela Marzano, deputata Pd e docente alla Sorbona. "Nel momento in cui si dovesse approvare una legge senza la stepchild adoption, una legge che non sarebbe degna di questo nome, tirerò le conseguenze e molto probabilmente lascerò il Partito democratico". Marzano ha poi aggiunto: "Porterò avanti alla Camera la battaglia per reintrodurre la stepchild adoption".
Anche Sel si sfila da un accordo così al ribasso. "Incontrando ieri i rappresentanti delle associazioni che si battono per i diritti omosessuali abbiamo ribadito la nostra posizione. Non accetteremo come Sinistra Italiana mediazioni al ribasso, né accordicchi fra Renzi e Alfano, che tengono conto solo degli equilibri interni al governo e al Pd, senza alcuna considerazione per la vita delle persone che attendono da anni di vedere riconosciuti i propri diritti", ha affermato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. "I diritti o sono interi e per tutti o non sono diritti - conclude Fratoianni - Non c'è storia".
Della Vedova: cioè, diritto di scappatella? - "Renzi è il burattino di Alfano", attacca la capogruppo M5S al Senato Nunzia Catalfo mentre FI parla di ostruzionismo di maggioranza e Gaetano Quagliariello di "accordo truffa". "Ma davvero c'è qualcuno che oggi, 24 febbraio 2016, sta chiedendo di non prevedere 'l'obbligo di fedeltà' per le coppie gay unite civilmente, per evitare 'omologazioni con il matrimonio'? Dopo che l'Irlanda ha scelto il matrimonio gay, ci sono importanti politici italiani che negoziano per fare in modo che le unioni gay non siano moralmente e giuridicamente impegnative, ma rimangano una sorta di convivenza con 'diritto di scappatella'? Ma dai, io non ci credo!".
La protesta delle associazioni Lgbt - Fuori al Senato, invece, le associazioni Lgbt protestano: volevano la stepchild ma domani, in ogni caso, la strada al sì finale alle unioni civili sarà spalancata. "Per le adozioni serve una legge. Non si può lasciare tutto nelle mani dei tribunali", ha detto Fabrizio Marrazzo di Gay Center. "Anche la decisione di oggi della Consulta dimostra che per essere genitori omosessuali e figli di coppie gay e lesbiche non si può aspettare anni e rimpalli tra tribunali e Corte Costituzionale. Benché spesso i giudici colmino un vuoto legislativo. Servono diritti certi. Ora speriamo che la politica lo capisca. E che chi ha fatto il tifo per stralciare la stepchild adoption si renda conto che è urgente intervenire sulla riforma della legge sulle adozioni. Su questo daremo battaglia", ha aggiunto.