La chemioterapia può stimolare l’evoluzione del tumore
Il 23% delle donne partecipanti allo studio ha mostrato una nuova formazione tumorale resistente

I pazienti con cancro al seno sottoposti a chemioterapia neoadiuvante potrebbero subire un aggravamento della propria condizione clinica. A lanciare l’allarme sono stati il professor Nicholay Litvyakov, responsabile del Tumor Virology Laboratory e ricercatore presso il Cancer Research Institute, e la collega Marina Ibragimova, ricercatrice TSU. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine del Siberian Journal of Oncology, sembra evidenziare il collegamento tra la chemioterapia neoadiuvante e la stimolazione dell’evoluzione del tumore. I due ricercatori, che si sono avvalsi della collaborazione di diversi altri colleghi, hanno analizzato le biopsie di donne che hanno sviluppato un cancro al seno. Le pazienti, prima di esser sottoposte a intervento chirurgico, hanno ricevuto dai 2 ai 4 cicli chemioterapia neoadiuvante (NAC).
Nel 23% delle donne trattate una nuova formazione del tumore - Analizzando gli effetti della terapia sui tumori, i ricercatori TSU hanno scoperto che la chemioterapia aveva distrutto (completamente o parzialmente) i cloni tumorali nella maggior parte delle pazienti. Una percentuale importante, stimata attorno al 23% delle donne partecipanti allo studio, aveva tuttavia mostrato una nuova formazione del tumore sotto l’influenza di NHT. Alcuni cromosomi, hanno evidenziato Litvyakov e Ibragimova, sono raddoppiati e le cellule tumorali sono diventate persino più resistenti: una conseguenza negativa della chemioterapia nota come fenomeno di amplificazione. I ricercatori hanno concluso che, sotto l’influenza della chemioterapia, è possibile stimolare l’evoluzione di un tumore resistente agli effetti della chemioterapia.
Scoprire le cause e i metodi per prevedere lo sviluppo del tumore - “I risultati preliminari indicano che la chemioterapia può causare la comparsa di mutazioni che non erano state osservate prima nelle forme di amplificazione delle regioni cromosomiche - sottolinea Marina Ibragimova -. In alcuni casi è stata un motivo di insorgenza di metastasi ematogena. Dobbiamo scoprire le cause e i metodi per prevedere lo sviluppo del tumore. Pertanto non vi è dubbio che la chemioterapia dovrà avere carattere strettamente personalizzato, a seconda delle proprietà del tumore della paziente”.
Definire chi ha bisogno di chemioterapia e quali farmaci prescrivere - “Stiamo estendendo i nostri campioni per verificare i risultati ottenuti - commenta Ibragimova -. Solo dopo esser riusciti in questo comunque non semplice compito si potrà tentare di sviluppare una tecnologia che permette di prevedere lo sviluppo di un tumore e definire se la paziente ha bisogno di chemioterapia e quali farmaci chemioterapici possono esserle prescritti”. I risultati ottenuti dal team russo contribuiranno a personalizzare il processo di trattamento delle donne con cancro al seno. Per ora la chemioterapia è uno dei principali strumenti di trattamento del tumore, per gli oncologi.