La testimonianza shock di un militare colpito da tumore: "Sparavamo fosforo bianco"
La drammatica testimonianza è stata rilasciata dal dipendente civile della Difesa, l’ex caporalmaggiore Vittorio Lentini, davanti alla Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito


È tossico per ingestione e inalazione e può provocare necrosi ossea. Tuttavia sin dal 1996 in Sardegna le nostre forze armate si sono esercitate con proiettili al fosforo bianco. E’ questa la drammatica testimonianza rilasciata dal dipendente civile della Difesa, l’ex caporalmaggiore carrista Vittorio Lentini, davanti alla Commissione d'inchiesta uranio impoverito. "Ho infilato nelle bocche da fuoco del mio blindo Centauro munizioni con la sigla Nato-Wp (white phosphorus) e le sparavamo sulla penisola interdetta del poligono militare di Capo Teulada", ha spiegato. Una testimonianza che apre un sconcertante squarcio su un mondo, quello militare, che per quasi 12 anni ha ritenuto opportuno tacere su questa dolorosa verità.
I proiettili incendiari
I micidiali proiettili incendiari al fosforo bianco sono vietati dalle convenzioni internazionali, ma in Sardegna se ne faceva largo uso. "Era il 1996 quando ci addestravamo nel poligono sardo con questi munizionamenti ed io avevo il compito di posizionarli nelle bocche da fuoco. Nessuna particolare precauzione ci è stata raccomandata". Lentini ha contratto in seguito un carcinoma alla mammella. "Il chirurgo che mi ha operato mi ha detto che è una forma tumorale molto rara nei maschi della mia età ed è probabilmente legata causalmente al servizio prestato: oltre ad esercitarmi nei poligoni, ho partecipato a diverse missioni nei Balcani e sono stato sottoposto a vaccinazioni. Probabilmente l'insieme di queste cose ha influito sulla mia patologia".
Le reazioni dei militari
Le prime reazioni sono giunte dal mondo militare. "E' particolarmente grave la denuncia sull'uso di proiettili al fosforo bianco nel poligono di Capo Teulada. Ora bisognerebbe capire se l'accesso alla penisola è interdetto per ragioni di sicurezza oppure perché non si vuole far scoprire cosa è successo in quell'area", ha detto Domenico Leggiero dell'Osservatorio militare commentando la testimonianza di Lentini alla Commissione parlamentare d'inchiesta. I colpi al fosforo bianco, spiega Leggiero, "innescano una reazione cellulare che fa evaporare tutta la liquidità. Se usati contro le persone, queste vengono prosciugate e bruciate senza combustione, un effetto simile al forno a microonde". Si tratta, sottolinea, "di un munizionamento vietato dalle convenzioni internazionali e che ha avuti effetti devastanti quando è stato usato dagli americani sulla popolazione di Falluja, in Iraq". Ed i militari italiani, aggiunge, " lo hanno maneggiato senza protezioni a Capo Teulada ha riferito da Lentini".
I rischi per la salute
I rischi per la salute non riguardano solo i militari che fanno uso di queste sostanze. La mancata o tardiva bonifica dei residui dei munizionamenti – in particolare quelli armati con uranio impoverito - impiegati nelle esercitazioni ha prodotto rischi ambientali in danno di quanti sono stati o sono chiamati ad operare o a vivere in quelle aree. Il centro di questo terribile quadro se lo contendono il Poligono di Capo Teulada, il Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ), il Poligono di Monte Romano (Lazio) e quello di Cellina Meduna (Friuli Venezia Giulia). In tutti questi centri di addestramento, la commissione ha anche segnalato il grave ritardo, messo in luce dai responsabili dei poligoni, nel ricostruire l’uso effettuato in passato del missile MILAN, e, di conseguenza, nel censire la presenza nelle aree interessate di residui pericolosi come le lunette radioattive di torina: questo dimostra “un’inveterata incapacità di prevenire efficacemente il rischio”, si si leggeva in un documento presentato al “pubblico” qualche mese fa dal presidente della commissione Gian Piero Scanu.
I parlamentari sardi
I parlamentari sardi sono ora tutti sul piede di guerra. “La notizia di fosforo bianco a Teulada – detto il deputato del Gruppo Misto-Unidos Mauro Pili – è una notizia di una gravità assoluta che conferma il disastro ambientale all’interno del poligono militare. Una notizia inedita che aggrava lo scenario dell’uso dei poligoni militari in Sardegna”. Nel corso dell’audizione, il militare ha anche confermato che i proiettili venivano indirizzati direttamente sull’area “interdetta” e che i suoi fumi venivano respirati dai soldati che operavano all’interno dei blindati. Le dichiarazioni di Lentini potrebbero concretizzare una reazione a catena. Prima di tutto: chi ha ordinato ai soldati l’utilizzo di un armamento che secondo le convenzioni internazionali possono essere utilizzate solo per illuminare i teatri guerra o per realizzare una cortina fumogena atta a nascondere l’avanzata di truppe? Quesiti degni di risposta. Ce le sta chiedendo anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che, peraltro, ha avviato un’indagine anche a seguito della distruzione della sede Onu tramite l’impiego di questo tipo d’arma in uno scenario di guerra a Gaza. “La commissione – ha insistito Pili – trasmetta gli atti alla procura di Cagliari per ribadire il reato di disastro ambientale”.