[La storia] I mostri untori sono tra noi e ci uccidono con il sesso. Pinti peggio di Talluto
Almeno 30 le vittime del contagiatore seriale romano. Sarebbero 200 quelle del marchigiano appena arrestato. Ma i complici siamo noi, che ci siamo illusi di non doverci più proteggere

Se siamo tornati indietro di quasi 40 anni è colpa di tutti. Dell'aver creduto che l'Aids fosse cosa passata, trascorsa, che non dovesse più fare paura e spingerci a proteggere noi stessi e i nostri figli. Le nuove generazioni. Se in mezzo a noi esistono untori che usano il sesso per ammazzarci, dobbiamo solo dare la colpa all'illusione che le scoperte della farmacologia potessero salvarci dalla morte a causa dell'Hiv. E battute come quella del tizio che va con una mai vista prima, ci fa sesso e la mattina dopo si sveglia trovando scritto col rossetto sullo specchio benvenuto nell'Aids, degne dell'ironia crudele di un pezzo di Elio e Le Storie tese, tornano a fare paura. Come spaventavano i ragazzi che andavano a scuola più di trent'anni fa, travolti dal codazzo velenoso dell'eroina che aveva falcidiato la generazione dei loro fratelli maggiori e da questo nuovo mostro che si diffondeva con i rapporti non protetti. Se oggi in Italia abbiamo Claudio Pinti e Valentino Talluto, è perché tutti abbiamo abbassato la guardia. Permettendo a Talluto di contagiare più di 30 donne e il figlio di una di lei. Sembrava un orrore unico. Ora è peggio: Claudio Pinti ha avuto rapporti a rischio con almeno 200 donne, compresa la sua partner stabile.
Distruggere il prossimo, lucidamente
L'anno scorso Valentino Talluto è stato condannato a 24 anni di carcere per epidemia dolosa e lesioni aggravate dai futili motivi. Alla lettura della sentenza, e durante le varie udienze del processo che lo vedeva sul banco degli imputati non mostrava la minima emozione. Distante, impassibile. Lucido. Come era stato lucido nell'ingannare i partner di entrambi i sessi, falsificando documenti medici, ingannando prima e dopo il sesso, per uccidere. La storia di Claudio Pinti è molto simile a quella di Talluto, e ancora più grave per numero di potenziali vittime. Comincia con la denuncia della fidanzata, che non riusciva a guarire da un'influenza, per poi scoprire di avere l'Hiv. Quindi il dettaglio della precedente compagna del suo ragazzo era morta di Aids. Poi la tempesta di messaggi social, con lui a negare, ostinato, lei a insistere. L'inizio delle indagini, l'arresto di Claudio Pinti che ora è nel carcere anconetano di Monteacuto. E la ricerca degli altri partner da parte della Polizia, per capire in quali condizioni di salute siano le oltre persone con tutta probabilità contagiate, in modo voluto, determinato, da Pinti. Che ha confermato quel numero di rapporti non protetti. Dopo gli adescamenti su chat e social, il nuovo territorio di caccia di pedofili, predatori sessuali, serial killer che invece di usare pistola e coltello, usano il sesso per rendere le vite degli altri simili alle loro: avvelenate.
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La regola ignorata: prima proteggersi, sempre
La percezione che con il migliorare delle terapie mediche l'Aids si possa in qualche modo cronicizzare, e che non sia mortale, ha fatto abbassare le difese e annientato buona parte delle precauzioni che sempre bisognerebbe usare prima di rapporti occasionali, con partner di cui non si conoscono i precedenti. L'allarme proveniente l'anno scorso dall'Adoi, l'Associazione dermatologi ospedalieri, si è aggiunta ai rapporti della Sanità italiana e ai richiami dell'Oms. E i numeri sono obiettivamente allarmanti: non solo Hiv e Aids stanno tornando prepotentemente, ma anche altre malattie sessualmente trasmissibili sono in decisa rimonta. In 17 anni l'Italia registra +400% di casi di sifilide, l'Oms conferma 498, 9 milioni di nuovi casi di contaggio di Mst (Malattie a trasmissione sessuale) l'anno nel mondo. La gonorrea ha visto raddoppiari i casi in tra il 2008 e il 2013. Nel periodo 2006-2013, le malattie a trasmissione sessuale sono quasi il doppio, specie tra i maschi. Clamidia e sifilide precedono per incidenza l'epatite A e C, e l'Hiv. Ma è quest'ultima, che porta all'Aids, a preoccupare maggiormente, per l'impatto devastante sul paziente e i costi sanitari. Poco dietro, si comincia a insistere per le vaccinazioni che preservino da papillomavirus (Hpv) la cui trasmissione sarebbe agevolata da rapporti orali non protetti. La diffusione di social (Tinder e affini), app e chat ha creato ulteriori occasioni di incontri ad alto rischio. Prediletti da molti per rompere la noia quotidiana, cercare il brivido della trasgressione, trovare il pericolo che aumenta l'eccitazione. Questi contagi contengono un altro rischio: quello di donare sangue infetto, perché se è vero che i controlli sulle banche del sangue vengono fatti, è anche vero che le malattie (Hiv in primis) hanno un periodo di latenza in cui il virus non viene individuato dai test medici. Proteggersi è responsabilità individuale, e fa parte dell'educazione che ogni famiglia dovrebbe dare ai propri figli. Oggi si può diagnosticare una sifilide su una goccia di sangue da un dito o fare nello stesso modo un test Hiv a casa. In ospedale si può ricevere un risultato per un’infezione da clamidia o gonorrea in due ore su una piccola quantità di urine. Meglio guardare subito in faccia il nemico e correre ai ripari. Per non trovare sulla propria strada i nuovi Talluto o Pinti.
