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L'ultimo messaggio di Paolo è una lettera d'amore

Dopo una lunga malattia è scomparso Paolo Alloggia infermiere e militante politico abruzzese: "Chiedo a tutti di restare umani, di combattere le ingiustizie e difendere i più deboli"

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L'ultimo messaggio di Paolo è una lettera d'amore

Questo è l’ultimo messaggio di Paolo. Paolo è Paolo Aloggia, infermiere e militante politico abruzzese, morto nei giorni scorsi dopo una lunga malattia. Un messaggio struggente, dettato con un filo di voce dal letto di morte e poi pubblicato su Facebook. Un testamento e un saluto. Soprattutto una testimonianza di enorme forza interiore e di amore per il prossimo. Per la famiglia, per gli amici, ma soprattutto per la vita. Abbiamo pensato di proporlo a tutti.  Pensando che anche quanti non hanno conosciuto quest’uomo, ne apprezzeranno la forza e  avranno qualcosa da questo incontro.

ULTIMO MESSAGGIO DI PAOLO –

Pescara fine luglio 2016
“Consapevole dei pochi giorni che mi sono rimasti, voglio lasciarvi il mio ultimo saluto, cari amici, anche se avrei voluto fortemente continuare a restare in mezzo a voi. Ho dettato ad Anna questo messaggio, rivolto a tutti quelli che hanno reso bella la mia vita. A te per primo Marco.
Fatti forte figlio mio, ti ho voluto immensamente bene, cercando di non farti mancare niente. Forse non te l’ho mai detto apertamente Marco, ma ogni pensiero di ogni ora della mia giornata, era rivolto a te, a consigliarti, a suggerirti la cosa migliore e ogni tuo desiderio lo facevo mio. Sono orgoglioso di te, sei stato un bravo figlio, mi hai dato tante soddisfazioni e i miei occhi si illuminavano per ogni cosa che realizzavi. Sarai capace di tantissimo, anche senza di me.

Un bacio forte a Mary, la mia carica esplosiva di energia.
Un addio ai miei figli acquisiti, Serena e Fabio che ho seguito con amore e rispetto facendogli, per quello che ho potuto, da padre. Un abbraccio a Federica e ai due piccoli nipoti Daniele e Maya che mi hanno sempre considerato il loro nonno e questo mi inorgogliva immensamente.
Un pensiero affettuoso lo dedico a mamma, alla quale chiedo perdono se alle volte l’ho fatta arrabbiare. Le ho tenuto nascosto la mia malattia per non farla soffrire. Mamma ti chiedo scusa per questo dolore che adesso ti do.
Un addio grande alla mia grande famiglia, zii, prozii, cugini, procugini, non ce la faccio a nominarli tutti, ma a tutti mi lega un forte e profondo affetto e nei quali ho trovato i fratelli e sorelle che mi mancavano. Un saluto affettuoso alle zie Grazia, Gina e suo marito Gabriele che non mi hanno mai abbandonato. Ai miei fraterni amici Carla e Fernando un addio di cuore. La nostra è stata un’intensa amicizia che non si fermerà qui, mi ricorderanno sempre, ne sono convinto. Un caldo e goliardico abbraccio a tutti i colleghi del 118, insostituibile squadra di fortissimi. Mi sono stati vicino fino alla fine. A tutti i ragazzi della Jamrock Records, che mi hanno dato la possibilità di realizzare il mio sogno di fonico.

Un saluto a pugno chiuso a tutti i compagni, testimoni inascoltati della repressione del G8 di Genova. E un saluto a tutto lo staff del May Day E ancora un saluto caro a Marcello, prezioso amico informatico e compagno di scorribande giovanile, alla sua famiglia. Saluto Anna e Vladimiro, i miei cuochi preferiti. A Mariano, a cui lascio l’incarico di terminare l’impianto d’allarme alla casa di via Amiternum. Un pensiero anche a Oriana, mia ballerina prediletta.

In questi mesi di malattia mi sono passati per la mente tutti i bei momenti trascorsi, tante belle serate ricche di risate, di musica e baldoria, insieme a Stefania Colarossi, Stefania Pace, Filippo, Roberta, Mascia, Bonifacio, Tonino e gli amici di Cusano, Nadia, Renziana e Pier, il coro Pane & Guerra, l’Agorà di Pisa, Pardo Fornaciari, a Maurizio Trequattrini, Isabella Mangani, Germana, Samanta, Omerita, alla Compagnia Aquilana di Canto Popolare e ai suoi fans.

Agli amici di Vercelli, di Napoli, della Calabria, di Lecce, di Bologna, di Roma, a Anna Pacifica, a tutta la famiglia Barile, a Floriano e Patrizia, un grazie particolare a Sonia di Montesilvano, a tutti gli amici di Facebook… e tanti tanti altri che non riesco a ricordare e ai quali chiedo perdono.
Un abbraccio grande a Camarda e alla sua gente, a queste belle montagne meravigliose, le sue fonti, all’Orto Insorto. Un addio a Pasqualina, alle belle serate trascorse, ai suoi piatti di acciughe e peperoncino.

Chiedo a tutti di restare umani, di combattere le ingiustizie e difendere i più deboli senza mai perdere la tenerezza, come diceva Che Guevara e di lottare sempre per un mondo migliore. Avrei voluto campare fino a ottobre per votare NO al referendum sulla Costituzione che per me va solo rispettata. Certo mi sarebbe piaciuto sapere come andava a finire la faccenda di Pescomaggiore e le sue case di paglia. Ho sognato di assistere alla “giusta punizione” di quei due personaggi senza scrupoli e senza cuore che stanno cercando di appropriarsi di un bene collettivo. La mia morte non fermerà il corso della giustizia in cui confido. Un saluto ai miei avvocati Gianluca e Marco.

E infine a te, Anna mia adorata compagna, amica e sorella, unica e amatissima sposa. Vorrei recuperare tutte le mie forze per stritolarti in un abbraccio come già ci capitò 25 anni fa. Muoio al pensiero di lasciarti e io non so come avrei potuto fare senza le sue amorevoli cure. Vorrei salutarti in un altro modo ma il respiro, come un mantice si chiude e le luci piano piano si stanno spegnendo… tutte. La mia vita con te è stata divertente, a volte dura, ma il buonumore non è mai mancato.

Sto respirando a fatica e la voce è flebile, perdonate se non riesco a nominarvi tutti, cercate di ricordarmi sempre con allegria, non piangete. Può darsi che vada ad incontrare altri amici, magari quelli che ci hanno lasciato già da tanto tempo, Stefano, Fabrizio, Ciccio, Roberto, Sandro…
Magari dal mio corpo crescerà una quercia, oppure una rosa, ecco, allora… pensatemi con dolcezza. Paolo”

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