Addio a Massimo Fagioli, psichiatra dell'Analisi collettiva
Famoso per le originalissime sedute di psicoterapia di gruppo, rivolte in modo gratuito e senza distinzioni a migliaia e migliaia di persone

E' morto all’età di 86 anni Massimo Fagioli, psichiatra dell'Analisi collettiva. Era nato a Monte Giberto nel 1931, in provincia di Ascoli Piceno. Lo annuncia la casa editrice L'Asino d'oro. Fagioli, autore di oltre 23 libri, ha avuto tra l'altro un lungo sodalizio, poi interrotto con il regista Marco Bellocchio.
La critica a Freud
E' stato il fondatore di una discussa scuola di psicanalisi basata sulla lettura dei sogni e il ritorno all'esperienza della nascita. Diceva: "Ho interpretato centomila sogni". Laureato in medicina a pieni voti nel 1956, specializzazione in neuropsichiatria, prima esperienze nei manicomi, poi la guida di una comunità terapeutica in Svizzera, l'ingresso nella Società psicoanalitica italiana e la sua clamorosa espulsione. La svolta alla metà degli anni '70, quando cominciò a sostenere pubblicamente "che le teorie freudiane sono tutte fregnacce". Massimo Fagioli era famoso in particolare per Istinto di morte e conoscenza, il suo capolavoro teorico. Scritto nel 1970, diffuso in decine di migliaia di copie, tradotto in molte lingue, il libro racchiude le scoperte fondamentali della Teoria della nascita, con la quale lo psichiatra ha rivoluzionato dalle fondamenta la conoscenza sulla mente umana, a partire dalla scoperta dell'origine biologica del non cosciente.
La psicoterapia di gruppo
La vita degli esseri umani ha un inizio e una fine, diceva Massimo Fagioli che alla ricerca sulla nascita e sulle origini del pensiero dell'uomo ha dedicato la vita intera. Sabato 18 febbraio, dalle ore 10, è previsto nella capitale l'ultimo saluto allo psichiatra, in via Roma Libera 23 a Trastevere, dove per quarantuno anni ha tenuto i seminari di Analisi collettiva, originalissime sedute di psicoterapia di gruppo, uniche nel loro genere, rivolte in modo gratuito e senza distinzioni a migliaia e migliaia di persone.
La collaborazione con Bellocchio
La prima ribalta mediatica risale alla metà degli anni Ottanta. All'uscita de "Il diavolo in corpo" lo psicanalista viene accusato di aver plagiato il regista Marco Bellocchio. Cinque anni dopo, sempre con Bellocchio, Fagioli firma la sceneggiatura de "La condanna": l'accusa, stavolta, è di apologia dello stupro. Nel '98 Fagioli ha poi realizzato un film tutto suo (regista, sceneggiatore, attore, autore delle musiche), "Il cielo della luna".
Dal cinema all'architettura
Fagioli ha partecipato alla sistemazione della libreria Amore e Psiche, alla realizzazione di una palazzina, al restyling di una piazza capitolina incentrata su una scultura spiazzante, la risistemazione di tanti appartamenti di amici e conoscenti. E una vita politica sempre all'insegna dell'impegno, sostenitore dell'area di Bertinotti. "Una persona sana di mente non può non essere di sinistra". Ma la comparsa di una sua rubrica su Left innescò una catena di dimissioni.