Vicenza, gare tra gli infermieri a chi infila l'ago più grosso. Sospeso medico che denunciò i fatti
Protagonista della vicenda Vincenzo Riboni, primario del pronto soccorso, che ora è stato sollevato dall'incarico, dallo stipendio per dieci giorni

Sospeso per aver denunciato l’esistenza di una chat in cui medici e infermieri del pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza si sfidavano a chi infilava l’ago più grosso nella braccia dei pazienti. Lo ha rivelato il Corriere. Protagonista della vicenda Vincenzo Riboni, primario del pronto soccorso, che ora è stato sollevato dall'incarico, dallo stipendio per dieci giorni, invitato a smaltire le ferie arretrate e ad avviarsi verso la pensione.
La denuncia
Il medico aveva deciso di non chiudere gli occhi davanti al "coinvolgimento dei soggetti convocati in un dialogo per iscritto durante l'attività di servizio che evidenza un intollerabile e inaccettabile e riprovevole strumentalizzazione dei pazienti nell'esercizio della professione". E ancora scriveva: "Non c'è giustificazione che tolleri superficialità, scherzi, battute e quant'altro. Gli eventi sono stati realizzati a seguito di una strategia che testimonia l'intenzionalità dei comportamenti a danno del paziente".
La sfida
"Come va la sfida grigi contro arancioni?", si leggeva nella chat. Il riferimento è al colore e al diametro delle cannule utilizzate per le flebo, grigie quelle più piccole, arancioni quelle più spesse e quindi più dolorose per i pazienti. "Un infermiere rispondeva: "Due arancio, uno grigio". Un medico rispondeva: "Infilato un arancio or ora". Per arrivare perfino alla proposta di un altro: "Si fa anche un tabellone con il punteggio". Dopo la denuncia del primario, si era mosso il sindacato autonomo degli infermieri, il Nursind, e a quel punto, il medico da accusatore è diventato.
La chat
La chat usata per scambiare informazioni da una sessantina di dottori e infermieri, era stata intitolata "Gli amici di Maria", con riferimento proprio al secondo nome di Riboni. L'ospedale liquida la vicenda come "sviamento dall'attività istituzionale e uso improprio del telefono cellulare personale" e il medico - veterano delle missioni umanitarie in Kosovo, Guatemala, Sud Sudan,- viene invece invitato a non sollevare più la polvere e a restare a casa per i dieci giorni della sospensione.