Nel Dna di un semplice verme il segreto per allungare la vita umana di circa 500 anni
La scoperta potrebbe aprire le porte a innovative terapie anti-invecchiamento

Un team di scienziati del MDI Biological Laboratory, che per l’occasione ha collaborato con un’equipe di ricercatori del Buck Institute for Research on Aging di Novato (California) e della Nanjing University (Cina), ha annunciato di esser riuscito a isolare nei vermi Caenorhabditis elegans un insolito percorso cellulare grazie al quale - in futuro - potrebbe esser possibile sviluppare delle rivoluzionarie terapie capaci di allungare la vita dell’uomo di ben 500 anni.

Il Caenorhabditis elegans è un nematode molto speciale, utilizzato spesso dai ricercatori come modello, in quanto condivide con noi umani una moltitudine di geni. L’aspettativa di vita potrebbe crescere esponenzialmente grazie a un doppio gene mutante, il cui funzionamento, tuttavia, non sembra chiaro. "Nonostante la scoperta dei percorsi cellulari che regolano l'invecchiamento di questo verme - evidenzia Hermann Haller, presidente del MDI Biological Laboratory - non è stato per ora possibile comprendere come gli stessi interagiscano tra loro e con l’intero organismo. I nostri ricercatori stanno analizzando i risultati ottenuti fino a questo momento e contiamo di aprire la strada a terapie che in futuro saranno in grado di allungare la vita sana di ogni singolo individuo”.
"La regolamentazione traslazionale della risposta allo stress mitocondriale non autonoma - evidenziano i ricercatori sulle pagine della rivista Cell Reports - promuove la longevità", ma lo fa in maniera insolita. "L'effetto non è uno più uno uguale a due - commenta Jarod A. Rollins - ma uno più uno uguale a cinque". La scoperta dell'interazione sinergica, aggiunge Pankaj Kapahi, del Buck Institute, potrebbe portare all'uso di terapie combinate, ciascuna delle quali influisce su un percorso diverso ma con l’obiettivo comune di prolungare la durata della vita umana come le terapie combinate curano cancro e HIV. La futura ricerca di Rollins e colleghi sarà focalizzata sull'ulteriore chiarimento del ruolo nell'invecchiamento dei mitocondri, organelli cellulari - presenti negli organismi eucarioti - considerati la centrale energetica della cellula.
Cell Reports
Mount Desert Island Biological Laboratory
Science Daily
Eurekalert
Phys.org