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Brillamenti solari, un nuovo studio rivela: i superflare sono eventi comuni. I rischi per la tecnologia e per la stessa vita sulla Terra

Questi eventi, ritenuti fino ad oggi erroneamente rari, potrebbero colpire la Terra con energia devastante, causando blackout tecnologici e minacciando la sicurezza globale. I risultati del nuovo studio pubblicato su Science

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto rappresentativa creata con l'IA
Foto rappresentativa creata con l'IA

I "superflare" sono eventi solari estremi durante i quali il Sole emette enormi quantità di energia sotto forma di radiazioni e particelle cariche. Si stima che una superflara possa sprigionare più di un ottilione di joule di energia, equivalente a 16 trilioni di miliardi di bombe atomiche. Questi fenomeni possono avere effetti devastanti sulla Terra, colpendo le infrastrutture tecnologiche e mettendo a rischio la vita stessa. Secondo un recente studio pubblicato su Science, i superflare sono più frequenti di quanto si pensasse in passato e potrebbero verificarsi ogni secolo. “La nuova ricerca dimostra che anche gli eventi solari più estremi fanno parte del comportamento naturale del Sole”, spiega la co-autrice dello studio, Dr. Natalie Krivova, del Max Planck Institute for Solar System Research.

Tracce di eventi estremi nel passato: cosa ci insegnano

Analizzando antichi tronchi di alberi e campioni di ghiaccio, i ricercatori hanno scoperto prove di eventi solari estremi avvenuti negli ultimi 12.000 anni. L'episodio più violento risale al 775 d.C., ma almeno otto altri eventi simili sono stati documentati nello stesso periodo.

Le tracce lasciate dai superflare includono livelli elevati di isotopi radioattivi come il carbonio-14, che si formano quando particelle ad alta energia interagiscono con l'atmosfera terrestre. Questi dati storici sono stati combinati con le osservazioni di stelle simili al Sole, permettendo agli scienziati di stimare la frequenza di tali eventi.

Un nuovo allarme: un superflare ogni secolo

La ricerca ha utilizzato i dati del telescopio spaziale Kepler della NASA, che ha osservato 56.450 stelle tra il 2009 e il 2013. Durante questo periodo, i ricercatori hanno registrato 2.889 superflare su 2.527 stelle, dimostrando che eventi simili potrebbero essere più comuni di quanto si pensasse.

“Siamo rimasti molto sorpresi nello scoprire che stelle simili al Sole sono soggette a superflare così frequenti”, afferma il primo autore dello studio, Dr. Valeriy Vasilyev. Secondo i ricercatori, un superflare di questa intensità potrebbe verificarsi sul Sole circa una volta ogni cento anni.

Impatto di un superflara oggi: cosa potrebbe accadere

Se un superflare colpisse la Terra, le conseguenze sarebbero catastrofiche. L’ultimo grande evento solare, noto come Evento di Carrington, si verificò nel 1859 e causò il collasso delle reti telegrafiche in Europa e negli Stati Uniti. Tuttavia, quell'episodio sprigionò solo un centesimo dell'energia tipica di una superflara.

Oggi, un evento simile metterebbe a rischio:

  • Reti elettriche globali, causando blackout prolungati;
  • Satelliti e telecomunicazioni, interrompendo GPS, internet e sistemi di navigazione;
  • Sistemi tecnologici critici, come quelli legati alla sicurezza e alla sanità;
  • Infrastrutture aeree e spaziali, con possibili danni irreversibili a satelliti e veicoli spaziali.

“Le conseguenze di un evento di questa portata sarebbero devastanti per il nostro stile di vita moderno, fortemente dipendente dalla tecnologia”, avvertono gli autori dello studio.

Possibili soluzioni: l’importanza di un sistema di allerta precoce

Per ridurre i rischi, gli scienziati sottolineano la necessità di sviluppare sistemi di monitoraggio avanzati. La missione Vigil dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), prevista per il 2031, rappresenta un passo importante in questa direzione. L’obiettivo sarà quello di fornire un sistema di allerta precoce per eventi solari estremi.

“La nostra ricerca mostra quanto sia cruciale comprendere meglio il comportamento del Sole e prepararsi a mitigare i danni di un possibile superflara”, conclude il team.

Fonte:

Science.org

ScienceFocus (BBC)

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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