I robot avranno i propri cimiteri, prossime generazioni saranno biodegradabili
Il futuro delle macchine intelligenti descritto a Icra 2016 da Roberto Cingolani (Iit)

Costruire i robot imitando la natura, tanto da renderli sempre più simili all'uomo e rispettosi per l'ambiente, al punto che un domani queste macchine destinate a diventare sempre più presenti nelle case e nei luoghi di lavoro, potrebbero essere seppellite come gli esseri umani. Lo scenario, fantascientifico ma non troppo, è stato presentato dal direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), Roberto Cingolani, nell'Icra 2016, la principale conferenza internazionale sulla robotica in corso in Svezia, a Stoccolma.
Robot imiteranno piante e animali: saranno biodegradabili
"Alla fine seppelliremo i robot", ha detto Cingolani riferendosi a un futuro che probabilmente nell'arco dei prossimi dieci anni potrebbe trasformare i robot, rendendoli sempre più soffici, biodegradabili e dalla pelle sensibile, così come per collegarli in rete. Quella di Cingolani è stata una delle letture plenarie più attese di Icra 2016, accolta con un grandissimo entusiasmo, ha detto Alessandro De Luca, dell'università Sapienza di Roma, responsabile del programma scientifico di Icra 2016. La strada che porterà ai robot del futuro nascerà dall'incontro fra la robotica tradizionale con quello delle nanotecnologie e dei nanomateriali: "stiamo cercando di imitare piante e animali, la natura in generale. Consideriamo - ha detto ancora Cingolani - che l'essere umano è fatto di sei specie di atomi, mentre nei robot ci sono componenti non naturali con almeno 30 diverse specie di atomi".
Ecco cosa ci dovremo aspettare nei prossimi anni
Quello che finora si è cercato di fare, ha proseguito, è stato "imitare cose perfezionate dall'evoluzione nell'arco di miliardi di anni, ma lo facciamo con i mattoni sbagliati". E' invece arrivato il momento di trovare nuovi materiali e nuove soluzioni per trasformare i robot in macchine sempre più vicine alla natura sia nei materiali che li costituiscono sia nei processi con i quali funzionano. "E' un visione a lunghissimo termine - ha concluso Cingolani - ma è la nuova strada dell'evoluzione dei robot". Sono allo studio anche nuove tecnologie per la visione, capaci di imitare l'occhio e la retina, e si lavora per dare ai robot una pelle più flessibile e hi-tech, ad esempio arricchita con un materiale innovativo come il grafene.