Trovato un modo per prevenire le infezioni senza l’uso dei comuni antibiotici
Sperimentazione sui ratti ha dato risultati stupefacenti. Batteri non vengono più uccisi ma "accecati"
Un team di ricercatori della UT Southwestern Medical Center ha scoperto un nuovo sistema che consente di combattere i batteri multiresistenti senza l’uso dei classici antibiotici. “Negli Stati Uniti - ha detto il dottor Steven Wolf, responsabile della sezione ustionati nonché professore di chirurgia presso la UT Southwestern Medical Center - si registrano ogni anno 1 milione di ustioni, e non meno di 100 mila ricoveri ospedalieri. Il 75 per cento dei soggetti che hanno riportato ustioni sul 40 e più per cento del corpo sono a rischio decesso a seguito delle infezioni”. Ma ora il professore sembra aver individuato una strategia efficace capace di azzerare questo rischio. “Invece di uccidere i batteri - spiega lo scienziato, che ha visto i risultati del proprio studio pubblicati sulle pagine della rivista Scientific Reports - siamo riusciti ad ‘accecarli’, impedendo loro di attaccare le cellule del paziente. Se i batteri non possono attaccarsi alle cellule dell’ospite, non possono crescere”.
Prevenire le infezioni senza l’uso dei comuni antibiotici
La sperimentazione, per il momento, è stata condotta sui ratti, esposti ad uno dei patogeni più letali: il multiresistente Pseudomonas aeruginosa che si trova in circa il 33 per cento degli ustionati e nel 59 per cento delle ustioni estese. I ricercatori hanno dimostrato che l’applicazione topica di una molecola ingegnerizzata che inibisce MAM7 - o molecola di Adesione Polivalente -, che aiuta i batteri nella fase iniziale dell’infezione ad attaccarsi alle cellule epiteliali, ha diminuito sensibilmente i livelli di batteri nelle ferite già nelle prime 24 ore. La soluzione ha inoltre impedito la diffusione dell’infezione al tessuto adiacente per ulteriori tre giorni, contribuendo alla guarigione delle ferite e mantenendo le risposte infiammatorie alle ustioni nei livelli normali.
Una molecola che sembra cancellare la paura per i super-batteri
I “super batteri”, così sono stati ribattezzati i batteri resistenti alla stragrande maggioranza degli antibiotici esistenti, sono diventati un problema a livello planetario. “Gli antibiotici classici uccidono i batteri – evidenzia il dottor Kim Orth, professore di biologia molecolare e biochimica presso la UT Southwestern - e questo pone i microbi sotto pressione tanto che alla fine evolvono sviluppando una speciale resistenza agli antibiotici. Il nostro approccio non minaccia la sopravvivenza dei batteri, ma semmai mira a ridurre la capacità dei microbi di ‘danneggiare l’ospite’. I batteri non hanno pertanto alcun motivo di diventare resistenti. “Abbiamo scoperto che l’applicazione per via topica aiuta le microsfere inibitorie MAM 7 a raggiungere i siti di legame delle cellule molto velocemente - ha ribadito il dottor Orth, spiegando che per la molecola è stata già depositata domanda di brevetto internazionale. -. Per almeno quattro giorni in questo esperimento, le microsfere sono rimaste nel sito di legame senza ostacolare la guarigione della ferita. Gli inibitori della molecola di adesione MAM7 rimangono sulle ferite e impediscono ai batteri di legarsi al tessuto”.
Medicinale utile anche contro infezioni da ulcere diabetiche e ferite chirurgiche
A detta della dottoressa Anne-Marie Krachler, della McGovern Medical School alla The University of Texas Health Science Center a Houston (UTHealth), la molecola potrebbe risultare fondamentale anche nella lotta alle infezioni di ulcere diabetiche e ferite chirurgiche. Gli antibiotici sono farmaci stupefacenti che oggi, a oltre 80 anni dalla loro scoperta, devono affrontare una nuova sfida, fondamentale per il futuro dell’umanità. La sfida in questione è quella contro i super batteri, contro i quali molti antibiotici risultano inefficaci. La molecola del team guidato dal dottor Wolf sembra avere delle ottime chance di successo, perché ha come obiettivo unico quello di contenere la virulenza. A breve i ricercatori avvieranno una sperimentazione sull’uomo.