Da una piccola molecola presente nell’intestino degli squali una speranza contro l’Alzheimer
La ricerca, pubblicata sulle pagine di Nature Communications e realizzata con il contributo del professor Fabrizio Chiti, ha permesso di portare alla luce le capacità della “trodusquemina”, in grado di bloccare l’effetto tossico degli aggregati di β-amiloide, all’origine della malattia
Si chiama trodusquemina la piccola molecola che promette di bloccare l’effetto tossico degli aggregati di β-amiloide, all’origine della malattia di Alzheimer. Si trova nell’intestino degli squali e potrebbe presto divenire la base per un nuovo farmaco contro la malattia. La scoperta, pubblicata integralmente sulle pagine di Nature Communications, la si deve al team internazionale del quale fanno parte anche Fabrizio Chiti, Cristina Cecchi e Roberta Cascella, professori presso il Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche dell’Università di Firenze.
I risultati dello studio
Lo studio ha messo in luce la capacità della trodusquemina di bloccare l’effetto tossico degli aggregati di β-amiloide, che si formano nella corteccia e nell’ippocampo del cervello e sono all’origine della malattia di Alzheimer. “Inoltre - specifica Chiti che è anche coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Airalzh Onlus - questa molecola ha proprietà peculiari perché, pur non impedendo l’aggregazione del peptide β-amiloide, riduce il tempo di vita degli aggregati intermedi ritenuti tossici, effetto benefico che va ad aggiungersi alla sua capacità diretta di neutralizzare tali aggregati intermedi quando questi si formano”.
In Italia oltre 1 milione e 400 mila casi di demenza
La scoperta apre nuovi e importantissimi orizzonti di ricerca, oltre all’avvio di trial clinici su pazienti affetti da Alzheimer come anche su quelli colpiti da altre malattie neurodegenerative. La malattia di Alzheimer è considerata tra i più importanti problemi socio-sanitari dei paesi industrializzati. In Italia la situazione è considerata ancora più grave, e si sta registrando quasi una vera e propria emergenza. La popolazione anziana che viene colpita dal morbo, infatti, risulta essere percentualmente superiore a quella di molti altri paesi occidentali. Oltre 1 milione e 400 mila le persone che risultano interessate da problemi di demenza, e la metà di queste è affetta da Alzheimer.