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La marijuana riduce le capacità logiche e mnemoniche. Chi ne fa uso subisce una pericolosa riduzione del flusso sanguigno nell’ippocampo

I risultati di uno studio statunitense non hanno comunque trovato una relazione causa-effetto

Roberto Zoncadi R.Z.   
La marijuana riduce le capacità logiche e mnemoniche. Chi ne fa uso subisce una pericolosa...

L’uso della marijuana diminuisce l’afflusso del sangue al cervello, influenzando di fatto le capacità logiche come anche quelle mnemoniche. L’allarme è stato lanciato da un team di ricercatori guidati dal professor Daniel Amen, psichiatra e fondatore delle omonime cliniche statunitensi. Stando a quanto accertato dagli scienziati, che hanno sottoposto a scansione il cervello di circa mille consumatori ed ex consumatori di canapa indiana, il flusso di sangue della stragrande maggioranza dei soggetti è risultato molto più basso di quello accertato in un gruppo di controllo che non ha mai assunto questo tipologia di droga. “Le differenze rilevate - ha spiegato Amen - sono state sorprendenti. Praticamente ogni area del cervello che abbiamo misurato presentava un flusso sanguigno più basso nei fumatori di marijuana rispetto al gruppo di controllo”. Il flusso di sangue, ha voluto rimarcare il responsabile dello studio aggiungendo che il fattore risulta esser molto preoccupante, “era più basso nell’ippocampo dei consumatori di marijuana”.

Funzionalità dell'ippocampo compromessa dalla marijuana

“L’ippocampo - ha continuato lo psichiatra - è la porta d’ingresso alla memoria e consente di conservare in deposito a lungo termine, i ricordi. Questa zona distingue le persone sane dai fumatori d’erba meglio di qualsiasi altra zona del cervello”. I dati delle scansioni, stando a quanto pubblicato sulle pagine del prestigioso Journal of Alzheimer, sono stati realizzate con una tecnologia chiamata Tomografia a emissione di fotone singolo (SPECT) e hanno riguardato soggetti con disturbo da uso di cannabis in trattamento per problemi psicologici o neurologici complessi. Le persone con questa diagnosi hanno usato la marijuana così pesantemente che hanno avuto conseguenze sulla salute, il lavoro o la vita familiare. Secondo gli scienziati del team di Amen l’uso di marijuana interferisce con la formazione della memoria inibendo l’attività dell’ippocampo che è la chiave della memoria e dell’apprendimento. “La teoria ancora oggi dominante – asserisce il responsabile dello studio - è che la marijuana sia una droga innocua. Questa ricerca sfida direttamente questa teoria”.

Nessuna relazione causa-effetto ancora confermata

Sebbene lo studio non stabilisca una diretta relazione causa-effetto, i ricercatori hanno concluso che i medici dovrebbero meglio valutare l’opportunità di raccomandare la marijuana nel trattamento di una persona affetta da Alzheimer. I risultati, naturalmente, “sollevano questioni importanti circa l’impatto del consumo di marijuana sulla funzione normale di aree del cervello importanti per la memoria e il pensiero - ha aggiunto Maria Carrillo, chief science officer per l’Associazione Alzheimer -. L’inadeguato flusso di sangue può danneggiare e uccidere le cellule in qualsiasi parte del corpo. Dal momento che il cervello ha una delle reti più ricche di vasi sanguigni, risulta essere particolarmente vulnerabile. Questi vasi forniscono sostanze nutritive al cervello e portano via i rifiuti: sono vitali per la normale funzione cognitiva. Tuttavia non possiamo dire da questo studio se l’uso di marijuana aumenta o meno il rischio di declino cognitivo o morbo di Alzheimer”.

I risultati potrebbero esser stati comunque in parte falsati

I consumatori di maijuana presi in esame, infatti, erano tutti in trattamento per problemi psichiatrici. Il 62 per cento dei soggetti presentava un disturbo da deficit dell’attenzione o  iperattività, il 47 per cento aveva subito traumi cerebrali e il 35 per cento presentava il disturbo depressivo maggiore. Naturalmente non mancano i soggetti che presentavano tutti e tre i problemi. “Lo studio non mostra l’entità del consumo di marijuana dei partecipanti al di fuori della diagnosi per il disturbo da uso di cannabis - spiega il neurologo Terry Fife -. Il possibile legame tra marijuana e Alzheimer ha bisogno di ulteriori ricerche. In ogni caso è probabile che la marijuana sia un fattore aggravante del disturbo. Se è vero che riduce la funzione dell’ippocampo potrebbe in teoria peggiorare la memoria. L’Alzheimer è una patologia ben più complessa che non si limita a una semplice perdita di memoria”.

Roberto Zoncadi R.Z.   
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