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Il sogno della vita eterna è lontano, ma mangiare meno aiuta a restare giovani più a lungo

Un regime alimentare a basso apporto calorico può rallentare il processo cellulare con evidenti benefici per la salute

Roberto Zoncadi R.Z.   
Il sogno della vita eterna è lontano, ma mangiare meno aiuta a restare giovani più a lungo

C’è un’industria che investe miliardi di euro nella ricerca di prodotti che combattono i segni dell‘invecchiamento, ma con scarso successo perché i prodotti anti-age non riescono ad arrivare in profondità, sotto la pelle, dove in verità ha luogo il vero invecchiamento cellulare. Un team di ricercatori ha scoperto ora che per ottenere degli effetti persino migliori di quelli fino ad oggi ottenuti, è sufficiente mangiare meno. Un regime alimentare a basso apporto calorico può infatti rallentare il processo cellulare. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista scientifica Molecular & Cellular Proteomics, ha permesso di dimostrare come la semplice riduzione delle calorie ha impatti sull’invecchiamento all’interno di una cellula. Gli scienziati hanno scoperto che quando la produzione di ribosomi rallenta, anche il processo di invecchiamento rallenta. Questo si verifica perché, quando la velocità di produzione dei ribosomi si abbassa, i ribosomi hanno il tempo di ripararsi.

Riducendo l'apporto calorico si vive meglio e più a lungo

I ribosomi sono complessi macromolecolari presenti in tutte le cellule, sia eucariote che procariote, responsabili della traduzione del codice genetico in catene di aminoacidi, ovvero la sintesi proteica. Sono formati da 2 sub-unità (maggiore e minore), entrambe costituite da un complesso di RNA e proteine. “Il ribosoma - spiega John Price, professore di biochimica presso la Brigham Young University e autore senior della ricerca - è una macchina molto complessa, un po’ come la vostra auto che ha bisogno periodicamente di manutenzione per sostituire le parti che si consumano più velocemente. Quando le gomme si consumano, ad esempio, non si butta via la macchina, ma è più conveniente sostituire le gomme”. Quindi, in primo luogo, che cosa provoca il rallentamento della produzione di ribosomi? Almeno per i topi, il ridotto il consumo di calorie.

Tesi già supportata dagli scienziati, ma ora ci sono le prove

Price e i suoi colleghi hanno preso in esame due gruppi di topi. Il primo è stato alimentato con cibi calorici mentre il secondo è stato nutrito con alimenti aventi il 35 per cento in meno di calorie (i roditori hanno ricevuto comunque tutti i nutrienti necessari per la sopravvivenza). “Quando si limita il consumo di calorie - ha commentato Price - non c’è direttamente un aumento della durata della vita. Abbiamo dedotto che la restrizione calorica causa vere e proprie alterazioni biochimiche che rallentano il tasso di invecchiamento”. Il team non è certamente il primo a supportare la tesi della dieta ipocalorica come metodo anti età. Il gruppo, tuttavia, risulta essere il primo che ha dimostra scientificamente come il rallentamento della sintesi proteica generale abbia un ruolo nell’invecchiamento e riconoscere il compito dei ribosomi nei cambiamenti biochimici che aiutano a vivere più a lungo.

Con regime ipocalorico meno problemi di salute

I topi tenuti a stecchetto, hanno evidenziato i ricercatori “sono più energici e hanno sofferto di un minor numero di malattie”. Se questo non fosse già un buon motivo per seguire tutti una dieta di questo tipo, ha poi aggiunto Price, “sono vissuti più a lungo, godendo di un corpo rimasto più giovane”. I ribosomi, come le automobili, sono costosi e importanti: usano il 10-20 per cento del totale di energia della cellula per costruire tutte le proteine necessarie alla cellula per svolgere le sue funzioni. A causa di questo, è impraticabile distruggere un intero ribosoma quando inizia a funzionare male, ma la riparazione delle singole parti del ribosoma su base regolare, permette al ribosoma di continuare a produrre proteine di alta qualità. Questa produzione di proteine alta qualità a sua volta mantiene le cellule e l’intero corpo funzionante.

Restrizione calorica non è stata testata sull'uomo

Nonostante la connessione osservata tra minor consumo di calorie e durata della vita decisamente più lunga, la restrizione calorica non è stata ancora testata sugli esseri umani e quindi, questa interessante strategia anti invecchiamento, non può esser ancora considerata priva di rischi e dunque consigliata.

Riferimenti
Roberto Zoncadi R.Z.   
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