Giove sta cambiando aspetto, la “Grande Macchia Rossa” si sta dissolvendo
La gigantesca tempesta che ne caratterizza l’’aspetto da almeno 350 anni, venne infatti descritta per la prima volta nel 1665 da Giovanni Cassini, si sta dissolvendo. Rilevati dei lunghi filamenti di gas che potrebbero presagire l’inizio della fine dell’enorme ciclone
Giove sta rinnovando il proprio look. La Grande Macchia Rossa, la gigantesca tempesta in atto da oltre 350 anni, che vanta venti che soffiano a 550 chilometri all'ora, ha cominciato a dissolversi a ritmi impressionanti. Stando a quanto raccontato dall'astrofilo australiano Anthony Wesley, che lo scorso 19 maggio ha realizzato un suggestivo scatto che immortala il gigante gassoso del Sistema Solare, l’enorme ciclone si starebbe sfaldando: “Non ho mai visto nulla del genere in 17 anni di riprese fotografiche di Giove”.
Addio alla Grande Macchia Rossa
L'immagine conferma di fatto le ipotesi avanzate sulla base dei dati trasmessi dalla sonda Juno nel 2017. Il fenomeno, seguito con grande attenzione da una moltitudine di astronomi e astrofili, sembra manifestarsi a ritmi tali che in tanti iniziano a sospettare che la tempesta sia destinata a scomparire a breve. Nella fotografia realizzata da Wesley sono evidenti delle scie di gas che si staccano dal corpo della Grande Macchia, diventando le braccia di una spirale. Si tratta di un pennacchio enorme che si estendo per oltre 10mila chilometri dal margine più esterno della tempesta.
Ma Giove non perderà il suo fascino
La Grande Macchia Rossa, che potrebbe virtualmente contenere il nostro intero Pianeta, risulta essere oggi la tempesta più estesa dell’intero Sistema Solare… e in passato doveva esser persino tre volte maggiore. L'inattesa accelerazione del fenomeno, evidenziano i ricercatori, porterà l’enorme ciclone verso la fase finale. Nei prossimi decenni la tempesta diventerà inevitabilmente più piccola, ma Giove, ne siamo certi, non perderà né il fascino né tantomeno il suo prezioso ruolo di guardiano. E’ infatti grazie a lui e a Saturno che la Terra non viene ripetutamente colpita dagli asteroidi. Il campo gravitazionale di questi due giganti, infatti, devia le traiettorie dei corpi celesti più pericolosi per poi scacciarli verso lo spazio profondo.