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Hilda, la mucca geneticamente modificata che riduce le emissioni e rivoluziona l’industria lattiero-casearia

Si apre una nuova era e dunque nuovi orizzonti nella riduzione dei gas serra, accelerando la transizione verso un allevamento più ecologico

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Foto generica Shutterstock
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Hilda, un vitello nato in Scozia, non è un bovino come tutti gli altri. Frutto di un progetto scientifico innovativo chiamato Cool Cows, Hilda rappresenta il primo esempio di mucca geneticamente selezionata per ridurre le emissioni di metano, uno dei gas serra più dannosi per l’ambiente. Questa nascita segna un momento storico per l’industria lattiero-casearia, aprendo la strada a un futuro più sostenibile. Secondo il professor Richard Dewhurst dello Scotland’s Rural College (SRUC), “Con il consumo globale di prodotti lattiero-caseari in costante crescita, allevare bestiame in modo sostenibile è di estrema importanza”. Grazie a tecniche avanzate come la fecondazione in vitro, Hilda è nata otto mesi prima di quanto sarebbe stato possibile con i metodi tradizionali, accelerando il progresso verso una mandria a bassa emissione di metano.

Dietro la nascita di Hilda: scienza e genetica avanzata

Hilda è parte della storica mandria Langhill, studiata da oltre mezzo secolo per il suo ruolo pionieristico nella genetica del bestiame. La sua "creazione" ha richiesto l’impiego di tecnologie avanzate: gli ovuli della madre sono stati prelevati e fertilizzati in laboratorio con lo sperma di tori geneticamente selezionati. Questo processo ha permesso di ottenere un embrione con caratteristiche specifiche, incentrate sulla riduzione delle emissioni di metano.

Secondo Rob Simmons del Paragon Veterinary Group, partner del progetto, “il miglioramento genetico nell’efficienza del metano sarà fondamentale per continuare a fornire cibo nutriente alla popolazione, controllando al contempo l’impatto delle emissioni di gas serra sull'ambiente”.

Metano e sostenibilità: perché le mucche sono sotto accusa

I bovini sono responsabili di circa il 5% delle emissioni globali di gas serra, principalmente a causa del metano prodotto durante la digestione. Questo gas è 28 volte più potente dell’anidride carbonica nel riscaldare l’atmosfera, rendendo urgente la necessità di strategie per ridurre l’impatto del settore zootecnico. Progetti come Cool Cows mirano a fornire una risposta concreta a questa problematica. Tuttavia, il settore zootecnico non è l’unico a contribuire significativamente all’inquinamento globale. Altri comparti, come il trasporto aereo e navale, nonostante il loro impatto rilevante, ricevono meno attenzione nelle discussioni pubbliche e politiche:

  • Trasporto aereo: responsabile di circa il 2,5% delle emissioni globali di CO₂, una percentuale che sale se si considerano gli effetti complessivi dei voli ad alta quota sull’atmosfera, stimati fino al 4%
  • Trasporto navale: emette circa 1 miliardo di tonnellate di CO₂ all’anno, pari a quasi il 3% delle emissioni globali, un dato superiore a quello di interi paesi industrializzati
  • Trasporto privato su strada: rappresenta quasi il 15% delle emissioni globali di gas serra, con un peso significativo dovuto all’uso di veicoli a combustibili fossili

Nonostante questi numeri impressionanti, il dibattito pubblico tende a concentrarsi maggiormente sulle emissioni prodotte dagli allevamenti, trascurando l’importanza di affrontare in modo sistemico tutte le fonti di inquinamento.

Una tecnologia che accelera il cambiamento

L’impiego della fecondazione in vitro ha raddoppiato la velocità di selezione genetica, permettendo ai ricercatori di ottenere risultati concreti in tempi molto più rapidi. Il progetto Cool Cows non si limita alla genetica: le tecniche includono anche lo studio delle diete e l’uso di fertilizzanti per ottimizzare la gestione dei pascoli e ridurre ulteriormente l’impatto ambientale. Stuart Martin di Digital Dairy Chain, che ha finanziato il progetto con 335.000 sterline, sottolinea: “Il primo vitello Cool Cows rappresenta un traguardo significativo, promettendo risultati importanti per il futuro dell’agricoltura sostenibile”.

La genetica in campo per il futuro della sostenibilità agricola

La genetica e le nuove tecnologie offrono strumenti potenti per ridurre l’impatto ambientale, ma è necessario un approccio integrato che consideri tutte le fonti di inquinamento e promuova cambiamenti globali. Come sottolinea Dewhurst, “La nascita di Hilda è solo l’inizio di una rivoluzione nell’allevamento. La scienza ci fornisce gli strumenti per fare la differenza; ora spetta a noi utilizzarli”.

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