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Fiocchi di grafene stampati in 3D, dal MIT il materiale 10 volte più resistente dell’acciaio

Il nuovo materiale, che promette di rivoluzionare molti settori, ha una densità pari al 5% dell'acciaio

Roberto Zoncadi R.Z.   

Un’equipe di scienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha dato vita ad un nuovo super materiale che promette di rivoluzionare molti settori. Basato sul grafene, si legge sulle pagine della prestigiosa università, ha una densità pari al 5 per cento dell’acciaio, pur offrendo una resistenza alla compressione che può essere anche 10 volte superiore. Il materiale è stato ottenuto comprimendo e fondendo fiocchi di grafene usando una combinazione di calore e pressione. Il grafene, nella sua forma bidimensionale, è considerato il materiale più forte oggi creato dall’uomo.

Ispirati da Madre Natura

Trasferire questa caratteristica al mondo tridimensionale non è stata però un’impresa semplice. Ai ricercatori non è stato infatti sufficiente realizzare un oggetto 3D, ma hanno dovuto anche costruire una specifica configurazione geometrica (ottenuta attraverso formule matematiche complesse) che fornisse ai fiocchi di grafene la massima resistenza possibile. Gli scienziati dell’istituto con sede a Boston hanno ammesso di essersi ispirati, come sempre più spesso accade, a Madre Natura. La forma risultante richiama alla mente quella di alcuni coralli, come anche le diatomee, alghe unicellulari non flagellate che hanno fatto la comparsa sulla Terra nel Cretaceo, circa 145 milioni di anni fa.

Inizia una nuova era

Queste forme, evidenzia il professor Zhao Qin, responsabile dello studio, hanno una superfice enorme in rapporto al loro volume. Molti i modelli 3D creati e sottoposti a test, ma alla fine quello che si è dimostrato più resistente alla compressione è risultato essere quello con pareti più sottili. L’equipe di scienziati del MIT sta ora valutando i settori d’impiego del rivoluzionario materiale. Secondo gli esperti sarebbe possibile prendere le particelle polimeriche (o metalliche), rivestirle con il nuovo grafene 3D e poi rimuovere i materiali di base, dopo un trattamento con calore e pressione. Così facendo rimarrebbe esclusivamente una struttura leggera ma super resistente, utilizzabile in abbinamento al calcestruzzo, per la costruzione di ponti, come anche nei sistemi di filtraggio di acqua e sostanze chimiche.

Riferimenti
Roberto Zoncadi R.Z.   
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