Cos'è l'Einstein Telescope, il cacciatore di onde gravitazionali che l'Italia vuole realizzare in Sardegna
Parisi: "Avremo importanti sorprese". E' uno strumento che permette di "esplorare l'epoca vicina al Big Bang", ha detto il Premio Nobel. Il sito individuato è quello di Sos Enattos, fra i comuni di Lula, Bitti e Onanì, nel Nord-Est della Sardegna. Ma il Paese deve competere con l'Olanda

"Mi aspetto delle sorprese". E' uno strumento che permette di "andare molto indietro nel tempo e, potendo esplorare l'epoca vicina al Big Bang, è possibile che ci siano tante sorprese, difficili da prevedere". A parlare è il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, che fa riferimento al Telescopio Einstein, al quale gli scienziati dell'Ue stanno lavorando da anni e per la cui realizzazione l'Italia si candida in concorrenza con l'Olanda. Una struttura scientifica unica al mondo che darà risposte su come fosse la Terra 13 miliardi di anni fa. Si tratta del più potente cacciatore di onde gravitazionali mai costruito, finanziato dal Pnrr, che potrebbe essere costruito nel sito di Sos Enattos, fra i comuni di Lula, Bitti e Onanì, nel Nord-Est della Sardegna. Il progetto è sostenuto dal governo - sceso oggi in campo per ufficializzare la candidatura italiana con la premier Meloni e il ministro degli Esteri Tajani - dalla Regione Sardegna e coordinato scientificamente dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare in collaborazione con enti di Ricerca e Università di tutta Italia.
L'assegnazione del progetto non è però cosa fatta, perché il sito italiano, compreso nell’area della ex miniera metallifera di Sos Enattos, è in competizione con il sito olandese che si trova al confine tra Paesi Bassi, Belgio e Germania. Un confronto non semplice. "Questa candidatura è il simbolo di un’Italia che vuole guardare verso l’alto, vuole dire noi siamo capaci di grandi imprese, perché lo abbiamo già fatto molte volte. L’Italia è sempre stata capace di pensare in grade", ha detto Meloni.

La Sardegna non è connessa alle zone tettoniche attive
Perché è stata scelto il sito sardo? Finanziato con 50 milioni di euro dal Pnrr, il progetto dell’Einstein Telescope ha permesso di individuare nell’area dell’ex miniera il luogo ideale per ospitare il nuovo rivelatore di onde gravitazionali a causa del basso rumore sismico, dovuto al fatto che la Sardegna non è connessa alle zone tettoniche più attive e quindi non è interessata da fenomeni di sismicità e di deformazione della crosta terrestre. Si calcola che il costo complessivo della nuova infrastruttura di ricerca, che avrà tempi di realizzazione compresi fra tre e nove anni, sarà di 1,9 miliardi di euro.
Qual è ritorno economico?
Di questi, 5 milioni sono destinati al progetto, 171 alla preparazione, 1,7 miliardi alla realizzazione e 37 milioni l’anno per l’attività. L’Einstein Telescope potrebbe diventare, in Europa e nel modo, quello che il Cern è per la fisica delle particelle, con almeno 1.400 persone attive al suo interno, provenienti da 23 Paesi e 221 istituti di ricerca. Interessante anche l'impatto economico che avrà l'opera: uno studio dell’Università di Sassari stima che ogni euro speso per l’Einstein Telescope ne genererà 3.2 per un incremento del Pil di 1,6 euro.