“Un pesce di nome… Wakanda”, il tesoro viola nella profonda barriera corallina africana
La piccola creatura vive a 150 metri di profondità. Le sue squame, che l’accomunano esteticamente alla tuta del personaggio Black Panther, le sono valse il nome del supereroe apparso per la prima volta nei Fantastici Quattro della Marvel

Nelle profonde acque oceaniche che bagnano la Tanzania è stata scoperta una nuova specie di pesce ribattezzata ora Cirrihilabrus Wakanda, o più semplicemente Wakanda (nome comune "Vibranium Fairy Wrasse"), in onore del personaggio Black Panther, apparso per la prima volta nei Fantastici Quattro della Marvel. A scoprirlo, mentre nuotava tranquillo nel suo habitat, ignaro di esser un pesciolino importantissimo per la scienza, un team di ricercatori dell'Università di Sydney facenti parte del progetto Hope for Reef della California Academy of Sciences, iniziativa nata con l’obiettivo di ripristinare la barriera corallina sempre più in sofferenza. Le foto della scoperta, pubblicate sulle pagine della rivista ZooKeys, stanno facendo il giro del mondo, e vengono definite dagli addetti ai lavori come un risultato sensazionale.

Area non raggiungibile con le normali attrezzatture
Il piccolo esemplare di Wakanda vive in una zona difficilmente accessibile ai sub, a ben 150 metri di profonda. E infatti arrivarci non è stato facile neppure per dei professionisti. “La preparazione per queste immersioni profonde - ha evidenziato Luiz Rocha, uno degli autori della scoperta e curatore dell'Academy of Fishes - è molto intensa, il nostro equipaggiamento subacqueo pesa più di noi”. Alcuni lontani parenti del Wakanda erano già noti ai biologi marini, ma non questa specifica creaturina di colore viola. “Conoscevamo altri pesci imparentati a questo nell'Oceano Indiano - commenta Yi-Kai Tea -, ma quando ho visto questo incredibile pesce viola ho capito che avevamo a che fare con un pezzo mancante del puzzle”.
Il pesciolino sfoggia squame di un colore viola intenso, che non perdono mai l’incredibile pigmentazione. I ricercatori sono convinti che il Cirrhilabrus wakanda, che vive in una barriera corallina sempre più in sofferenza, a causa dei cambiamenti climatici e a seguito delle attività umane, sia riuscito a superare indenne i cambiamenti in atto proprio grazie all’inaccessibilità dei suoi territori. Accedervi richiede infatti una grande preparazione fisica e mentale, come anche una moltitudine di costose attrezzatture, non alla portata del semplice turista appassionato di immersioni.
Il team di Hope for Reefs intende proseguire l’esplorazione della profonda barriera corallina, e confida di fare nuovi ed entusiasmanti incontri. E le probabilità tale sogno si concretizzi è altissima, visto i precedenti. Rocha e colleghi, infatti, hanno recentemente pubblicato la descrizione di una moltitudine di pesci mesofotici, che vivono cioè dove l'acqua è fredda e dove penetra solamente l'uno per cento della luce, provenienti da Rapa Nui (Isola di Pasqua) e Micronesia. Tra questi il Luzonichthys kiomeamea, un anthias nano di colore giallo, arancio e bianco e il Liopropoma incandescens, un esemplare giallo arancio dai riflessi quasi fosforescenti.
Vanno tutelate anche le profondità marine
“Le barriere coralline più profonde - conclude Rocha - stanno attraversando un momento molto difficile e complicato. L'esplorazione di questi habitat, ancora poco conosciuti, è fondamentale. Spesso queste barriere coralline vengono lasciate fuori dalle riserve marine, e sarebbe invece giusto proteggerle”.