Su Proxima Centauri in appena 20 anni, possibile con delle micronavi stellari a propulsione laser
Il risultato ottenuto da un team di ricerca dell’Università della California permetterebbe di effettuare il viaggio, che oggi richiederebbe migliaia di anni, in tempi estremamente ridotti
Dista dalla Terra 4,2 anni luce Proxima Centauri, ma grazie allo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della California, che operano all’interno dell’Experimental Cosmology Group, potremo raggiungere la lontana stella in appena 20 anni. Gli scienziati, stimolati da uno studio condotto dal fisico Stephen Hawking, avrebbero sviluppato una tecnologia per micro navi spaziali a propulsione laser capaci di raggiungere sistemi stellari oggi irraggiungibili in tempi umanamente sostenibili. Le piccole navicelle, evidenzia l'astrofisico Philip Lubin, che ha coordinato lo studio, sarebbero in grado di raggiungere velocità relativistiche (frazioni significative delle velocità della luce) grazie alla spinta di fasci laser proiettati dalla superfice terrestre.
Fattibilità del progetto è andato ben oltre la carta
Il team di astrofisici, lo scorso 12 aprile, ha testato la nuova tecnologia servendosi di un pallone, ribattezzato StarChip (termine che ricorda da vicino StarShip - nave stellare), lasciato libero nell’atmosfera, a 32mila metri di quota. Questo, evidenziano gli scienziati che hanno collaborato con l'Accademia navale degli Stati Uniti, è stato in grado di muoversi a velocità di svariate migliaia di chilometri al secondo, e con alcuni accorgimenti potrebbe in futuro viaggiare fino al 20 per cento della velocità della luce (circa 60 mila chilometri al secondo). Il tutto è stato possibile grazie ad alcune antenne installate sulla superficie del Pianeta, antenne che hanno "sparato" un fascio di raggi laser su una sorta di vela solare, e che ha consentito al pallone di raggiungere notevole velocità.
Grazie al test raccolte oltre 4 mila immagini della Terra
“La StarChip - ha spiegato l'ingegnere Nic Rupert - è progettata per avere molte delle funzioni scientifiche di veicoli spaziali più grandi, come la raccolta di fotografie, la trasmissione dei dati, la determinazione dell'assetto della sonda, il rilevamento dei campi magnetici: con la microelettronica possiamo miniaturizzare molto del carico scientifico di una navicella spaziale”. E il segreto risiede in gran parte proprio nella miniaturizzazione delle componenti elettroniche. I ricercatori sognano infatti di realizzare una micro nave stellare, costruita come la sua vela con materiali super leggeri, non più grande di una comune mano. Gli scienziati sono consapevoli del lunghissimo lavoro che ancora li aspetta, ma si dicono estremamente ottimisti. I primi risultati sono incoraggianti, e la prova ha consentito di raccogliere oltre 4 mila immagini della Terra, ma raggiungere mondi che si trovano a 40 mila miliardi di chilometri richiederà non soltanto una buona dose di ottimismo.
Sognando l'esplorazione di mondi lontani
“Con la normale propulsione chimica - commenta Lubin -, la stessa che utilizziamo per mandare i razzi in orbita, servirebbero centomila anni per arrivare a Proxima Centauri, e molte migliaia di anni con i motori a propulsione ionica: c'è solo una tecnologia che è in grado di farci raggiungere le stelle più vicine nell'arco di una vita umana, ed è quella che sfrutta la luce come sistema di propulsione”. Con una tecnologia di questo tipo a disposizione dell’umanità sarà possibile esplorare mondi lontani, e comprendere finalmente se la Terra è circondata soltanto da mondi affascinanti - ma biologicamente morti - o anche da pianeti vivi e potenzialmente abitabili… o già abitati.