Oceani come enormi discariche di farmaci, è a rischio l’intero Pianeta
Il pericolo per gli ecosistemi vola a oltre 20 volte quello raggiunto nel 1995

Stiamo distruggendo il nostro Pianeta, e quando lo avremo capito, probabilmente sarà troppo tardi per porre rimedio ai danni. Eppure è l’unica “casa” di cui disponiamo e, almeno allo stato attuale, non sembra possano esserci possibilità di colonizzare rapidamente un altro mondo. La prova dello scellerato modo di vivere dell’uomo, che non vuole rinunciare al ruolo di “padrone della Terra”, arriva ora dai dati ottenuti dallo studio condotto in Olanda da un team di ricercatori della Radboud University di Nijmegen. Stando a quanto scoperto dagli scienziati, infatti, negli ultimi 20 anni i residui farmaci finiti nei fiumi, che - ove presenti - riescono a superare gli impianti di depurazione e si riversano in mare, sono aumentati a livelli allarmanti. Dal 1995 a oggi la concentrazione è cresciuta esponenzialmente, e risulta dalle 10 alle 20 volte superiore.

Danni estesi a tutti gli ecosistemi
I danni agli ecosistemi, già minacciati da idrocarburi, microplastiche e plastiche, sono incalcolabili. I ricercatori, che hanno visto i risultati del proprio studio pubblicati sulle pagine della Environmental Research Letters, hanno elaborato un modello sulla base di ricerche precedenti sul tema e sui dati di consumi farmaceutici, risorse idriche e accesso a impianti di trattamento delle acque, riferito a due farmaci, l'antibiotico ciprofloxacina e l'anticonvulsivante carbamazepina. La mappa del rischio risultante rivela molte zone “rosse” un tempo non presenti. In tali aree, evidenziano gli scienziati, la probabilità che le concentrazioni mettano a rischio l'ecosistema sono altissime.
Pianeta è a rischio, e rischia anche la specie umana
All'Europa e agli Usa, già in pericolo vent'anni fa, si sono aggiunte diverse nazioni in Africa, Asia e Sudamerica. A preoccupare sono soprattutto i residui dell'antibiotico, che oltre ad essere pericolosi per gli animali potrebbero essere un fattore nello sviluppo dei batteri resistenti. "La concentrazione di questi antibiotici - spiegano i ricercatori - può essere pericolosa per i batteri nell'acqua, che a loro volta hanno un ruolo importante in vari cicli naturali. Gli antibiotici possono anche avere un impatto negativo sull'efficacia delle colonie di batteri usate nel trattamento delle acque di scarico".