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Nella vitamina B3 il segreto per vivere più a lungo e proteggere il cuore

Uno studio condotto su oltre 26mila adulti rivela come una maggiore assunzione di niacina possa ridurre i rischi di mortalità generale e cardiovascolare, con effetti più evidenti nei non diabetici

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto Shutterstock
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La vitamina B3, o niacina, è un nutriente essenziale con effetti significativi sulla salute. Uno studio pubblicato su Scientific Reports ha analizzato il consumo di niacina in una popolazione di oltre 26.000 adulti negli Stati Uniti, rivelando una correlazione tra un'assunzione più elevata di niacina nella dieta e una riduzione del rischio di mortalità generale e cardiovascolare. L’analisi si basa sui dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) raccolti dal 2003 al 2018, con un follow-up mediano di circa 9 anni. Durante questo periodo, sono stati registrati 3.551 decessi totali, di cui 1.096 attribuibili a cause cardiovascolari. I partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi in base al livello di assunzione di niacina. I risultati mostrano che chi consumava quantità più alte di niacina aveva un rischio di mortalità inferiore del 26% per tutte le cause e del 27% per cause cardiovascolari rispetto a chi ne assumeva meno.

I benefici e il paradosso della niacina

La niacina è nota per i suoi effetti positivi sul profilo lipidico: riduce il colesterolo cattivo (LDL) e i trigliceridi, aumentando al contempo il colesterolo buono (HDL). Tuttavia, gli effetti sulla salute cardiovascolare non sono sempre coerenti. Questo fenomeno, noto come "paradosso della niacina", si verifica perché, nonostante il miglioramento dei lipidi, non sempre si osservano benefici diretti sulla riduzione degli eventi cardiovascolari. Recenti studi suggeriscono che alcuni metaboliti della niacina potrebbero addirittura promuovere l'infiammazione vascolare, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche.

Niacina e mortalità: i risultati principali

I ricercatori hanno osservato una relazione dose-risposta tra l’assunzione di niacina e la riduzione della mortalità. Tuttavia, i benefici si stabilizzano superando una soglia media di consumo giornaliero di 22,45 mg. I risultati sono stati particolarmente pronunciati nei partecipanti non diabetici. Gli studiosi sottolineano che "la niacina può essere raccomandata per ridurre la mortalità nei non diabetici, ma occorre cautela nei pazienti diabetici", poiché la niacina potrebbe peggiorare la sensibilità all’insulina e aumentare i livelli di glucosio.

I meccanismi della niacina: oltre il metabolismo lipidico

La niacina è un precursore del NAD (nicotinamide adenina dinucleotide), una molecola fondamentale per il metabolismo cellulare, la riparazione del DNA e la funzionalità mitocondriale. Studi recenti indicano che il NAD può ridurre l’infiammazione, i danni cellulari e l’invecchiamento, contribuendo alla longevità e alla prevenzione di malattie neurodegenerative, cardiovascolari e oncologiche.

Conclusioni e prospettive future

Lo studio dimostra che un consumo adeguato di niacina nella dieta può ridurre significativamente i rischi di mortalità generale e cardiovascolare, soprattutto nei non diabetici. Tuttavia, gli effetti variano tra le diverse popolazioni, e sono necessari ulteriori studi per chiarire i meccanismi sottostanti e ottimizzare le raccomandazioni nutrizionali. Come sottolineano i ricercatori, "la niacina rappresenta un potenziale modulatore del NAD e una risorsa importante per migliorare la salute a lungo termine".

Fonte:
Scientific Reports

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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