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Vaiolo delle scimmie, il primo caso europeo spaventa. Il ministero: "In Italia situazione sotto controllo"

Si tratta del primo caso diagnosticato al di fuori dell'Africa. La persona interessata è stata infettata all’estero, in un'area dove c'è un focolaio di grandi dimensioni

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Dopo l’emergenza Covid torna la paura nel Continente europeo. I funzionari sanitari svedesi hanno infatti confermato il primo caso di vaiolo delle scimmie di clade 1 diagnosticato al di fuori dell'Africa. Si tratta della variante più aggressiva di Mpox. "La persona interessata - afferma Olivia Wigzell, responsabile dell'Agenzia per la sanità pubblica della Svezia - è stata infettata durante un soggiorno in un'area dell'Africa dove c'è un focolaio di grandi dimensioni". L’Oms dichiara l’emergenza sanitaria globale, ma meglio evitare gli allarmismi.

"In Italia situazione sotto controllo"

"La situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (Clade I) di Mpox. I nostri uffici sono in costante contatto con gli organismi internazionali, per elaborare misure condivise". È quanto dichiara Mara Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. "Il ministero della Salute - aggiunge - ha attivato i canali operativi con Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e Istituto superiore di sanità per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio nell’eventualità di variazione dello scenario attuale; contestualmente si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale. La scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno e stiamo elaborando una nuova circolare informativa alle Regioni con indicazioni alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera". Inoltre "è in corso la valutazione dell’istituzione di un tavolo interministeriale di concerto con i ministeri degli Esteri, dell’Economia e delle finanze, degli Interni e dei Trasporti per concordare piani operativi di contrasto alla diffusione del patogeno con un approccio strategico organizzato" conclude.

Bassetti: "Evitare la diffusione globale"

A 15 mesi dalla fine dell'emergenza che lo aveva visto protagonista, il vaiolo delle scimmie - ormai ribattezzato mpox - torna dunque a far paura. Matteo Bassetti, direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, sottolinea la “necessità di organizzarsi con tutte le misure di terapia e profilassi per evitare la diffusione globale. Il nuovo ceppo virale detto Clade1, aggiunge il professore - è molto diverso rispetto al precedente e più aggressivo e virulento. Si parla di circa 15 mila casi nel continente africano dall'inizio dell'anno e 461 i decessi”. “Il virus - prosegue - sta mostrando di essere capace di varcare i confini dei paesi dove è stato descritto maggiormente e insediarsi in aree in cui fino a oggi non era presente". Secondo Bassetti, la cosa che preoccupa di più è che le vittime principali sono oggi i minori. Secondo i dati diffusi dall'Oms, il 39% dei casi e il 62% dei decessi riportati dall'inizio dell'anno fino a maggio nella Repubblica Democratica del Congo riguardavano bambini con meno di 5 anni di età. Il 20% delle persone decedute non aveva ancora compiuto un anno e negli ospedali, riferisce Save the Children, sono ricoverati a causa della malattia anche neonati di appena due settimane. "Si tratta di una malattia infettiva di difficile contenimento. Potrebbero esserci casi d'importazione legati ai viaggi, anche nel nostro Paese. Occorre organizzarsi presto - conclude Bassetti - con tutte le misure di terapia e profilassi per evitare la diffusione globale".

Msf: "Da giugno in Congo 1.159 casi"

Da metà giugno a inizio agosto nelle strutture supportate da Medici Senza Frontiere (Msf) nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) sono stati già assistiti 1.159 pazienti. Di questi, 431 erano casi gravi e 728 erano casi semplici seguiti ambulatorialmente. Sono inoltre 6.376 le sessioni di sensibilizzazione organizzate. Follow-up dei casi di contatto: più di 1.530 casi sono attualmente seguiti a domicilio. Da metà giugno un team di Msf lavora nella zona sanitaria di Uvira nel Sud Kivu. "Stiamo supportando le cure per le persone con sintomi gravi presso l'ospedale generale di riferimento di Uvira, e il follow-up con i pazienti con forme più lievi della malattia su base ambulatoriale, isolando i casi sospetti". Nel Nord Kivu "abbiamo avviato attività di sorveglianza e sensibilizzazione nei campi profughi di Goma dove siamo presenti e stiamo rafforzando le strutture sanitarie in termini di triage, isolamento e gestione dei pazienti che presentano sintomi riconducibili a Mpox - prosegue il comunicato -. Nel nord-ovest del Paese sono stati lanciati altri due interventi: uno nella zona sanitaria di Bikoro, nella provincia dell'Equatore, e l'altro nella zona sanitaria di Budjala, a Sud di Ubangi".

Il nuovo ceppo più trasmissibile

La crescente epidemia di vaiolo in Africa è causata da un nuovo ceppo del virus, più trasmissibile. Il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) ha dichiarato la prima emergenza sanitaria di sicurezza continentale (PHECS) per la malattia mortale. La nuova epidemia, che ha attraversato i confini dall'epicentro nella Repubblica Democratica del Congo ad altre nazioni africane, è guidata da un nuovo ceppo del virus che ha allarmato gli esperti sanitari.

I due sottotipi del virus

La malattia infettiva precedentemente nota come vaiolo delle scimmie è stata individuata per la prima volta nell'uomo nella RDC nel 1970. Esistono due sottotipi del virus: il clade 1 e il clade 2. Il clade 1, più letale, è endemico da decenni nel bacino del Congo, in Africa centrale. Il clade II, meno grave, è stato nel frattempo endemico in alcune parti dell'Africa occidentale. Fino agli ultimi anni, le epidemie erano per lo più causate da persone che avevano contratto il virus da animali infetti come i roditori, ad esempio mangiando carne di animali selvatici. I sintomi includono febbre, dolori muscolari e grandi lesioni cutanee simili a bolle.

Il nuovo ceppo

A differenza dell'epidemia globale del 2022, l'ultima ondata è stata guidata dal clade I, e dalla sua nuova variante mutata. Il nuovo ceppo è stato individuato per la prima volta tra le lavoratrici del sesso nella remota città mineraria di Kamituga, nella provincia del Sud Kivu della RDC, nel settembre 2023. A differenza dei precedenti focolai nel Paese centroafricano, il nuovo ceppo è stato in parte trasmesso per via sessuale, anche tra eterosessuali, hanno dichiarato i ricercatori. E' stata registrata anche la diffusione attraverso contatti non sessuali tra persone, compresi i bambini che giocano insieme a scuola.

Il tasso di mortalità

Secondo l'Oms, il clade Ib causa la morte in circa il 3,6% dei casi, anche se i neonati e i bambini sono più a rischio. Inoltre, causa malattie più gravi rispetto al clade II. Quasi tutte le province della RDC sono ora colpite dal clade I o dal clade Ib, ha dichiarato Jean Claude Udahemuka, un ricercatore dell'Università del Ruanda che sta studiando l'epidemia. Secondo i dati dell'Oms, nella prima metà di quest'anno sono stati segnalati più casi di mpox che in tutto il 2023. Tra il gennaio 2022 e il 4 agosto, ci sono stati 38.465 casi di mpox e 1.456 decessi in Africa, secondo l'Africa CDC. La maggior parte dei casi recenti si è verificata nella RDC. Ma nell'ultimo mese, Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda hanno segnalato i loro primi casi di mpox. Secondo l'OMS, il clade Ib è stato rilevato in tutti e quattro i Paesi, nessuno dei quali ha riportato decessi.

Oltre 200 i decessi nel mondo

Il vaiolo delle scimmie si è diffuso nel maggio 2022, quando un nuovo ceppo meno letale chiamato clade IIb si è diffuso in tutto il mondo, colpendo soprattutto uomini gay e bisessuali. Nel luglio 2022 l'Oms ha dichiarato una PHEIC che è durata fino al maggio 2023. Secondo l'Oms, tra gennaio 2022 e giugno 2024 sono stati registrati 208 decessi e più di 99 mila casi di mpox in 116 Paesi.

I vaccini

Durante la diffusione globale del vaiolo nel 2022, i vaccini sono stati rapidamente distribuiti nelle regioni più ricche come l'Europa e il Nord America, contribuendo a tenere sotto controllo l'epidemia. Ma i vaccini disponibili non sono stati in gran parte resi disponibili nei Paesi africani più colpiti dal vaiolo. Martedì scorso, il responsabile del CDC per l'Africa Jean Kaseya ha annunciato un accordo con l'Unione Europea e l'azienda farmaceutica Bavarian Nordic per la fornitura e la distribuzione di 200 mila dosi di vaccino contro il vaiolo in tutto il continente. Kaseya ha riconosciuto che le dosi di vaccino anti-varicella della Bavarian Nordic - che richiede due iniezioni per persona - non saranno sufficienti. Ma c'è un piano futuro per assicurare 10 milioni di dosi di vaccino per l'Africa, ha detto a un briefing online per i media. Kaseya ha anche sottolineato che se l'Africa avesse ricevuto prima le dosi di vaccino e il supporto necessario, il numero di casi non sarebbe ora così alto.

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