Tumore al seno HER2-positivo: nuova terapia riduce il rischio di recidive del 46 per cento
Nuovi dati dal trial KATHERINE confermano l’efficacia del trastuzumab emtansine

Possibile svolta nella lotta contro il tumore al seno HER2-positivo. Un team congiunto di ricercatori dell'Università di Pittsburgh e del UPMC Hillman Cancer Center ha recentemente annunciato di aver concluso il trial di fase III KATHERINE, i cui risultati offrono nuove speranze per i pazienti ad alto rischio. Lo studio ha dimostrato che il farmaco trastuzumab - emtansine (T-DM1) riduce del 46% il rischio di recidive, migliorando significativamente la sopravvivenza. I dati, pubblicati sulle pagine del New England Journal of Medicine, consolidano l’efficacia di questa terapia come nuovo standard di cura. Il professor Charles E. Geyer Jr., autore principale dello studio, ha dichiarato: "T-DM1 porta miglioramenti stabili a lungo termine nella sopravvivenza libera da malattia invasiva e nella sopravvivenza generale".
Un farmaco mirato per combattere il tumore HER2-positivo
Trastuzumab emtansine, noto anche come T-DM1, è un antibody-drug conjugate (ADC), una molecola che unisce un anticorpo monoclonale mirato (trastuzumab) con un agente chemioterapico (emtansine). Questa combinazione consente di colpire in modo specifico le cellule tumorali HER2-positive, riducendo al minimo gli effetti collaterali sui tessuti sani. Trastuzumab funge da "guida" per l’emtansine, permettendogli di penetrare direttamente nelle cellule malate e distruggerle dall’interno.
Lo studio KATHERINE: metodologia e risultati chiave
Il trial KATHERINE ha coinvolto 1.486 pazienti con tumore al seno HER2-positivo in stadio precoce, che presentavano residui di malattia invasiva dopo trattamento neoadiuvante e chirurgia. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo ha ricevuto il trattamento standard con trastuzumab, mentre il secondo è stato trattato con T-DM1. I risultati hanno evidenziato un tasso di sopravvivenza libera da malattia invasiva (IDFS) dell’80,8% nel gruppo T-DM1, rispetto al 67,1% del gruppo trastuzumab.
Un’analisi approfondita: efficacia e sicurezza
Nonostante l’efficacia superiore di T-DM1, lo studio ha registrato un numero maggiore di effetti collaterali nel gruppo trattato con il nuovo farmaco (26,1%) rispetto al gruppo trastuzumab (15,7%). Il profilo di sicurezza complessivo è stato tuttavia giudicato accettabile, e i ricercatori hanno sottolineato che i benefici del farmaco superano di gran lunga i rischi. L’analisi ha dimostrato inoltre che T-DM1 offre benefici consistenti in diverse categorie di pazienti, indipendentemente dall’età, dallo stato ormonale o dalla razza.
Un nuovo standard di cura e le prospettive future
I risultati del trial KATHERINE confermano T-DM1 come un nuovo standard di cura per i pazienti con tumore al seno HER2-positivo ad alto rischio. Il professor Geyer ha evidenziato come questa terapia rappresenti una pietra miliare nella lotta contro il tumore: "Da anni studiamo l’effetto dell’amplificazione del gene HER2 e abbiamo finalmente trovato un trattamento che offre un beneficio significativo a lungo termine". Nel frattempo, i ricercatori stanno esplorando nuove possibilità terapeutiche, tra cui trastuzumab deruxtecan (T-DXd), per i pazienti con bassi livelli di HER2 o per coloro che non rispondono in modo ottimale a T-DM1.