Disforia di genere, via libera alla triptorelina ma con maggiori controlli. Cos’è, come funziona ed effetti collaterali
Il farmaco che permette di bloccare temporaneamente la pubertà nei giovani con disforia di genere continuerà a essere somministrata in Italia

La triptorelina, il farmaco che permette di bloccare temporaneamente la pubertà nei giovani con disforia di genere, continuerà a essere somministrata in Italia. La conferma arriva dal Tavolo tecnico interministeriale, istituito a maggio 2024 per approfondire il tema, in linea con quanto già dichiarato dal Comitato nazionale di bioetica.
Mentre il dibattito continua, l’ospedale Careggi di Firenze, principale centro di riferimento per questi trattamenti, prosegue la sua attività. Negli ultimi mesi, la struttura è stata al centro di un’ispezione ministeriale e di diverse polemiche politiche, ma i trattamenti con la triptorelina non sono mai stati interrotti.
Un registro nazionale per monitorare il farmaco
Il gruppo di esperti, convocato dai ministri Orazio Schillaci (Salute) ed Eugenia Roccella (Famiglia), ha lavorato alla stesura di tre documenti che saranno raccolti in una relazione finale attesa per aprile. Secondo quanto riportato da Repubblica, il documento confermerà la possibilità di utilizzare la triptorelina per i giovani con disforia di genere, ma con una maggiore attenzione al monitoraggio.
Una delle novità previste è la creazione di un registro nazionale in cui le strutture sanitarie dovranno registrare l’utilizzo del farmaco e dei trattamenti ormonali successivi. L’obiettivo è garantire un controllo più accurato e raccogliere dati utili per valutare gli effetti nel tempo.
L’ispezione al Careggi e i cambiamenti nel centro
Negli ultimi mesi, l’ospedale Careggi è finito sotto i riflettori dopo un’interrogazione parlamentare presentata da Maurizio Gasparri (Forza Italia). In seguito a questa iniziativa, il Ministero della Salute ha disposto un’ispezione per verificare le modalità con cui vengono somministrati i trattamenti.
Tra le indicazioni emerse dall’ispezione, una delle più importanti è stata la necessità di garantire la presenza fissa di uno psichiatra nel centro. L’ospedale ha subito adeguato il proprio staff, proseguendo con i trattamenti.
Negli ultimi mesi, due nuovi pazienti hanno iniziato la terapia con triptorelina, un numero che rientra nella media degli anni precedenti. Dal 2019 al 2024, sono stati trattati 9 minorenni e 75 adulti che hanno assunto il farmaco come parte del percorso ormonale per la transizione di genere.
L’ispezione ha però portato anche alcuni cambiamenti nel personale: la psicologa e l’endocrinologa che lavoravano nel centro hanno lasciato l’incarico.
Le raccomandazioni del Comitato di bioetica
Il Tavolo tecnico ha affrontato tre aspetti fondamentali:
- Il rischio di suicidio tra i giovani con disforia di genere.
- Le modalità per una diagnosi accurata della condizione.
- La gestione dei trattamenti e il monitoraggio degli effetti del farmaco.
A dicembre, il Comitato nazionale di bioetica ha pubblicato un documento in cui sottolinea la necessità di adottare un approccio prudente e personalizzato.
Secondo le raccomandazioni, la triptorelina dovrebbe essere prescritta solo nei casi in cui altri interventi psicologici o psichiatrici non abbiano portato risultati. Inoltre, la diagnosi deve essere formulata da un’équipe multidisciplinare e specialistica, mentre il consenso del paziente deve essere espresso in modo libero e consapevole.
Un farmaco disponibile, ma con più regole
La triptorelina continuerà a essere utilizzata, ma con una regolamentazione più rigida per garantirne un uso appropriato. Il monitoraggio nazionale, la supervisione di esperti specializzati e il supporto psicologico e medico saranno elementi chiave per assicurare che il trattamento venga gestito con la massima attenzione.
Nel frattempo, il dibattito sul farmaco e sulla sua somministrazione ai giovani con disforia di genere resta aperto, con posizioni contrastanti tra esperti, politici e opinione pubblica. La relazione finale del Tavolo tecnico, attesa per aprile, potrebbe fornire ulteriori indicazioni sul futuro dell’utilizzo della triptorelina in Italia.
Triptorelina: cos’è e come funziona
La triptorelina è un farmaco appartenente alla classe degli analoghi dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH), utilizzato per modulare la produzione di ormoni sessuali. Il suo impiego principale riguarda il trattamento del carcinoma della prostata avanzato negli uomini e del tumore al seno ormono-sensibile nelle donne in premenopausa. In questi casi, la triptorelina agisce riducendo la produzione di testosterone ed estrogeni, ormoni che possono favorire la crescita delle cellule tumorali. Il farmaco è anche utilizzato in altre condizioni mediche, tra cui la pubertà precoce centrale e, in ambito endocrinologico, per il trattamento della disforia di genere nei giovani.
Nella gestione della disforia di genere, la triptorelina viene impiegata per bloccare temporaneamente lo sviluppo puberale, consentendo ai pazienti di avere più tempo per esplorare la propria identità di genere prima di eventuali trattamenti ormonali permanenti. Il farmaco agisce sopprimendo la secrezione degli ormoni luteinizzante (LH) e follicolo-stimolante (FSH), impedendo la produzione di testosterone nei ragazzi e di estrogeni nelle ragazze. Il trattamento è reversibile: una volta sospeso, il corpo riprende naturalmente il normale sviluppo puberale.
Somministrazione ed effetti collaterali
La triptorelina viene somministrata tramite iniezione intramuscolare o sottocutanea, con dosaggi variabili in base alla patologia trattata. Nel caso della disforia di genere, il farmaco viene solitamente somministrato una volta al mese o ogni tre mesi, sotto stretta supervisione medica. La terapia richiede un monitoraggio costante per valutare eventuali effetti collaterali e l’impatto sullo sviluppo psicofisico del paziente.
Gli effetti collaterali più comuni includono vampate di calore, sbalzi d’umore, affaticamento, riduzione della densità ossea e calo della libido. In alcuni casi, si possono verificare alterazioni del ciclo mestruale nelle ragazze o sintomi temporanei dovuti all’iniziale incremento ormonale, noto come effetto flare, che tende a risolversi con la prosecuzione della terapia. Data la sua azione sugli ormoni sessuali, il trattamento prolungato con triptorelina può richiedere integrazioni di calcio e vitamina D per contrastare il rischio di osteoporosi. Il farmaco non è indicato in gravidanza e durante l’allattamento, e deve essere somministrato solo sotto stretta supervisione di un’équipe medica specializzata in endocrinologia e salute mentale.