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Ipertensione resistente, una nuova speranza: scopri la denervazione renale

Un trattamento innovativo per abbassare la pressione nei casi più difficili: un intervento veloce e mininvasivo che offre nuove speranze

Roberto Zoncadi R.Z.   
Michael Garrity - Foto Massachusetts General Hospital
Michael Garrity - Foto Massachusetts General Hospital

L'ipertensione arteriosa è una condizione che colpisce oltre 1,2 miliardi di persone in tutto il mondo, e il dato è crescita continua. In Italia, stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 31% della popolazione è affetto da questa condizione, con una maggiore prevalenza tra gli uomini del Nord-Est (37%) e le donne del Sud (34%). Inoltre, il 17% degli italiani è considerato "border-line", ovvero a rischio di sviluppare ipertensione. Questa patologia, se non controllata, rappresenta un grave fattore di rischio per malattie cardiovascolari, ictus e insufficienza renale, causando circa 280mila decessi ogni anno nel nostro Paese.

Nonostante l’efficacia dei farmaci e i benefici apportati da cambiamenti nello stile di vita, molti pazienti non riescono a gestire adeguatamente la pressione sanguigna, rendendo necessarie soluzioni innovative. Tra queste, si distingue la denervazione renale, una procedura minimamente invasiva che utilizza ultrasuoni o energia a radiofrequenza per interrompere i nervi iperattivi intorno alle arterie renali.

Che cos’è la denervazione renale?

La denervazione renale, approvata dalla FDA nel 2023, offre nuove speranze a tutti quei soggetti nei quali dieta, esercizio fisico e l’uso di più farmaci appaiono insufficienti. Il trattamento riduce i segnali nervosi che influenzano la regolazione della pressione sanguigna. Come spiega il dottor Joseph Garasic del Massachusetts General Hospital, la procedura dura circa un’ora e ha dimostrato di abbassare la pressione di 8-10 punti in media, con miglioramenti significativi per alcuni pazienti.

Il caso di Michael Garrity e la speranza

Michael Garrity, 62 anni, era uno di quei soggetti che soffriva di ipertensione resistente: "La mia pressione era costantemente alta e mi lasciava esausto. Dopo la procedura, la situazione è migliorata e ho potuto ridurre i farmaci". Tuttavia, la denervazione renale non è una cura e non tutti i pazienti ottengono benefici.

Come monitorare la pressione sanguigna?

In Italia, la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA) considera valori di pressione normali quelli inferiori a 120/80 mmHg. Misurare la pressione regolarmente è fondamentale per prevenire complicanze e monitorare eventuali variazioni.

La pressione può essere controllata comodamente anche a casa, utilizzando strumenti certificati e seguendo alcune semplici regole: sedersi in posizione rilassata, con i piedi ben appoggiati al pavimento e le gambe non incrociate, posizionando correttamente il bracciale del misuratore sul braccio nudo. Effettuare più misurazioni in momenti diversi della giornata garantisce una maggiore affidabilità dei risultati.

Alternative e linee guida per gestire l’ipertensione

Oltre ai farmaci, modificare lo stile di vita è fondamentale. Per ridurre la pressione alta, gli esperti raccomandano di perdere peso, limitare l’assunzione di sale e alcol, fare attività fisica regolare e gestire lo stress. Tuttavia, per chi ha valori molto alti (140/90 o più), i farmaci diventano indispensabili, spesso in combinazione con un approccio sano.

La denervazione renale: promettente ma non per tutti

Nonostante i risultati incoraggianti, la denervazione renale, come già anticipato, è indicata solo per pazienti accuratamente selezionati, con un’attenta valutazione da parte di specialisti. Gli studi non hanno inoltre ancora verificato l’efficacia a lungo termine e la possibile rigenerazione dei nervi trattati. La American Heart Association sottolinea l’importanza di una discussione informata tra medici e pazienti per decidere se questa opzione sia la più adatta.

Fonte:
Medical xPress

Roberto Zoncadi R.Z.   
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