Tumore al polmone: test del DNA migliora la diagnosi precoce e apre a cure mirate
Un nuovo esame ultrasensibile basato sul DNA tumorale circolante potrebbe rivoluzionare la gestione del tumore al polmone, migliorando diagnosi precoce, prognosi e personalizzazione delle terapie

Un innovativo test del DNA tumorale circolante (ctDNA) potrebbe rivoluzionare il trattamento del tumore al polmone in stadio iniziale. Ad annunciarlo un gruppo di ricercatori del Francis Crick Institute, dell'UCL, di UCLH e di Personalis, che ha condotto uno studio che ha consentito di dimostrare come la piattaforma ultrasensibile NeXT Personal sia in grado di rilevare quantità minime di ctDNA nel sangue, pari a una parte per milione. Questo approccio potrebbe migliorare significativamente la prognosi e la personalizzazione delle terapie per i pazienti.
Come funziona il test del ctDNA
Il ctDNA è costituito da frammenti di DNA rilasciati nel sangue dai tumori. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, ha analizzato campioni di plasma di 171 pazienti affetti da tumore al polmone in stadio iniziale, evidenziando che i pazienti con bassi livelli di ctDNA prima dell'intervento chirurgico avevano una minore probabilità di recidiva e migliori tassi di sopravvivenza rispetto a quelli con alti livelli.
“La presenza o l'assenza di ctDNA nel sangue si è rivelata fortemente predittiva della prognosi”, spiega James Black, ricercatore al Francis Crick Institute.

Vantaggi della piattaforma NeXT Personal
La piattaforma NeXT Personal si distingue per la sua capacità di rilevare quantità ridottissime di ctDNA, evitando falsi negativi. “Abbiamo progettato questo test per individuare residui tumorali o recidive nella loro fase più precoce”, afferma Richard Chen, Chief Medical Officer di Personalis. Questo potrebbe tradursi in una diagnosi più tempestiva e in terapie mirate per i pazienti a rischio elevato di recidiva. Tra i risultati chiave dello studio, il test ha mostrato un'elevata efficacia nella classificazione accurata dei pazienti, consentendo di risparmiare terapie invasive a chi non ne aveva bisogno.
Si apre una nuova era: verso terapie personalizzate
Grazie ai risultati ottenuti dai ricercatori si apre una nuova era. Un’era in cui i trattamenti per il tumore al polmone potranno essere più personalizzati. Come evidenziato da Charles Swanton, responsabile dello studio TRACERx, “questo approccio ci consente di identificare chi potrebbe beneficiare di terapie più aggressive, riducendo i trattamenti inutili”. Per i pazienti con malattia in stadio 1, spesso individuata tramite screening con TC, la sensibilità del test ctDNA può fare la differenza.
Il prossimo capitolo dello studio TRACERx, denominato TRACERx EVO, approfondirà ulteriormente i meccanismi biologici del tumore al polmone. “Questi progressi ci avvicinano a un futuro in cui le terapie saranno sempre più su misura per ogni paziente”, conclude Marianne Baker, Research Information Manager di Cancer Research UK.
Fonte:
Nature Medicine