Così la terapia con cellule staminali "fa ripartire" la riparazione del cervello dopo un ictus
Secondo gli scienziati potrebbe riparare il cervello anche un mese dopo l’ictus. Si accende la speranza per il trattamento di lesioni cerebrali croniche

Nel mondo, ogni 40 secondi, una persona viene colpita da ictus, una delle principali cause di disabilità a lungo termine. Meno del 5% dei sopravvissuti a un ictus ischemico, che costituisce la maggior parte dei casi, riesce a raggiungere un recupero completo. Quanto scoperto dai ricercatori del Gladstone Institutes e dall'azienda SanBio accende però la speranza: una terapia a base di cellule staminali potrebbe riparare i danni cerebrali anche un mese dopo l'evento.
“La nostra scoperta è entusiasmante. Non esistono trattamenti efficaci che possano intervenire settimane o mesi dopo un ictus per prevenire sintomi a lungo termine”, afferma Jeanne Paz, Ph.D., a capo dello studio pubblicato su Molecular Therapy.
Ecco come le cellule staminali riparano il cervello
Un ictus ischemico si verifica quando il flusso sanguigno a una parte del cervello viene bloccato da un coagulo, o da un restringimento dei vasi. Questo evento priva le cellule cerebrali di ossigeno e nutrienti, portandole alla morte o a un'attività alterata.
Il team di ricercatori ha utilizzato cellule staminali modificate, note come SB623, sviluppate da SanBio per il trattamento dei deficit neurologici cronici. Una volta iniettate accanto alla zona colpita dall'ictus – per ora soltanto nel cervello dei ratti – è stata osservata una significativa riduzione dell'iperattività neurale, problema legato a movimenti alterati ed epilessia. La cosa più straordinaria è data dal fatto che la tecnica sembra funzionare anche un mese dopo l'evento.
“Le cellule sembrano riattivare i processi naturali di riparazione del cervello”, spiega Barbara Klein, Ph.D., primo autore dello studio.

Effetti a lungo termine sul cervello e sul corpo
Nonostante dopo una settimana meno dell'1% delle cellule staminali iniettate resti nel cervello dei ratti, gli effetti sono stati sorprendenti e duraturi. Oltre a riequilibrare l'attività cerebrale, la terapia ha stimolato la produzione di proteine e cellule essenziali per la riparazione del tessuto cerebrale.
I ricercatori hanno anche esaminato i campioni di sangue, scoprendo che la terapia ripristina i livelli normali di molecole legate all'infiammazione e alla salute cerebrale. “Abbiamo ripetuto gli esperimenti più volte perché i risultati erano incredibili: un trattamento breve ha avuto effetti prolungati sul cervello e sull’intero organismo”, aggiunge Paz.
Un futuro per i pazienti con lesioni cerebrali croniche
La scoperta rivoluzionaria suggerisce che i pazienti con lesioni cerebrali croniche potrebbero avere nuove possibilità di recupero, anche molto tempo dopo l’ictus. “Questo apre una finestra di speranza per quei pazienti che, finora, non avevano opzioni terapeutiche”, afferma Agnieszka Ciesielska, ricercatrice del Gladstone Institutes.
Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per confermare se la riduzione dell'iperattività cerebrale porti a un effettivo miglioramento dei sintomi nei pazienti. Se confermato, potrebbero essere sviluppati farmaci che imitano gli effetti benefici delle cellule staminali.
Un passo verso terapie approvate a livello globale
Le cellule SB623 sono già state approvate in Giappone per il trattamento della paralisi motoria cronica dovuta a traumi cerebrali. SanBio sta lavorando per ottenere l'approvazione anche negli Stati Uniti dalla FDA, con l'obiettivo di estendere le indicazioni terapeutiche a lesioni croniche post-ictus.
“Questa tecnologia potrebbe rivoluzionare il trattamento delle lesioni cerebrali croniche, dando nuova speranza a milioni di pazienti in tutto il mondo”, conclude Paz.
Fonte:
Molecular Therapy