In Giappone è allarme streptococcico carnivoro, Bassetti: “Casi anche in Italia”. Cos'è, come si trasmette e i sintomi
Il governo metropolitano di Tokyo ha diffuso un alert in seguito a un aumento significativo dei casi di Stss: secondo gli ultimi dati, nel 2024 hanno già superato la metà del totale registrato l'anno scorso. L’esperto: "Importante monitorare i casi per prevenire situazioni gravi”
"Centinaia di casi, mortalità al 30%". In Giappone cresce l'allarme per la sindrome da shock tossico streptococcico (Stss), un'infezione batterica da streptococco A rara, ma molto grave, che può causare necrosi dei tessuti e per questo viene definita "malattia carnivora" o del "batterio carnivoro". Ma attenzione, “si tratta di un problema che non riguarda solo il Paese nipponico sono stati registrati casi anche in Italia”, spiega Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che aggiunge: “C’è un ritorno dello streptococco pyogenes. Importante monitorare i casi per prevenire situazioni gravi come in Giappone.
Record di morti nel 2024
Il governo metropolitano di Tokyo ha diffuso un alert in seguito a un aumento significativo dei casi di Stss: secondo gli ultimi dati, nel 2024 hanno già superato la metà del totale registrato l'anno scorso. Nella sola capitale se ne contavano 88 al 17 marzo, mentre a livello nazionale 517 secondo quanto riporta The Japan Times. Nel 2023 il tasso di mortalità da Stss è stato pari al 30% circa, ricorda il governo metropolitano di Tokyo. L'anno scorso sono stati 141 i casi in città, con 42 decessi.
Le cause
A causare l'infezione sono le tossine prodotte dagli streptococchi del gruppo A, capaci di diffondersi nei tessuti e nel flusso sanguigno, diffondendosi con rapidità in tutto il corpo. Per questa ragione è fondamentale procedere con una rapida diagnosi quando sovviene il dubbio di essere stati infettati. Si procede da prima con gli esami del sangue per ricercare le possibili tracce dell'infezione e poi a quello degli organi interni, per verificarne lo stato di salute. Ci sono alcuni fattori che possono aumentare il rischio di contrarre l'infezione, in particolare l'età avanzata (maggiore incidenza in pazienti over 65), ma anche ferite aperte come risultato di malattie come la varicella o di interventi chirurgici e, non in ultima istanza, il diabete.

Come si trasmette
Lo streptococco di gruppo A può essere trasmesso per via respiratoria o per contatto diretto, con le secrezioni provenienti dalla gola o dal naso di individui infetti nonché attraverso ferite a mani e piedi, spiegano le autorità sanitarie della capitale nipponica, che invitano a rivolgersi immediatamente al medico in presenza di sintomi come dolore agli arti e gonfiore o febbre . Anche i portatori asintomatici possono trasmetterla, ma l’infezione asintomatica è molto meno contagiosa. Lo streptococco di gruppo A può colonizzare la gola e la pelle restando asintomatica. L’infezione invasiva è una condizione grave, a volte pericolosa per la vita, in cui i batteri si sono disseminati nel corpo, ad esempio nel sangue, nei muscoli profondi, nel tessuto adiposo o nei polmoni. In particolare, l’infezione invasiva da streptococco di gruppo A può essere associata a: fascite necrotizzante e sindrome da shock tossico.
I sintomi
I sintomi includono: febbre alta, dolore intenso, forte gonfiore, arrossamento attorno ad eventuali ferite. E ancora capogiri, abbassamento della pressione arteriosa, tachicardia e tachipnea. Nei casi più gravi si arriva allo scompenso e al collasso degli organi interni e, quindi, alla morte. I primi segnali che sia in atto un'infezione nel corpo sono rappresentati da eruzioni cutanee più o meno estese, che se non prese in tempo possono portare alla necrosi dei tessuti coinvolti. È da questa particolare sintomatologia che l'infezione in oggetto prende il nome di "malattia carnivora".
La cura
Nel caso in cui venisse accertata l'infezione dallo streptococco di tipo A, il ricovero è fondamentale per il recupero del paziente. La somministrazione di antibiotici dev'essere il più rapida possibile e in molti casi si rendono necessari interventi chirurgici per eliminare i tessuti necrotizzati e impedire, in questo modo, il proliferare di infezioni. E nemmeno così c'è la certezza di sopravvivenza per il paziente perché, stando agli ultimi report clinici, circa 3 pazienti su 10 non superano la malattia.
Prevenzione
Gli esperti evidenziano l'importanza di misure preventive di base come il lavaggio frequente delle mani e una cura adeguata delle ferite. Gli esperti ritengono che l'aumento dei casi di Stss sia associato a una variante batterica nota come ceppo M1UK, rilevata sempre più spesso da metà novembre 2023 nei pazienti colpiti. Se in genere circa il 90% dei casi annuali di Stss si concentra fra gli over 40, nel 2023 è stato segnalato un boom di infezioni tra i 40enni, riporta il quotidiano citando il Niid, l'Istituto nazionale per le malattie infettive.