Colesterolo alto: nuova terapia combinata abbassa il rischio infarto, ictus e mortalità cardiovascolare del 49%
Una nuova analisi su oltre 100mila pazienti dimostra che la combinazione di statine ed ezetimibe è più efficace della sola monoterapia: può salvare migliaia di vite

Svolta nella lotta al colesterolo: una nuova terapia combinata riduce il rischio di infarto, ictus e mortalità cardiovascolare. Una meta-analisi internazionale, guidata da Maciej Banach, professore di Cardiologia all’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino e docente affiliato alla Johns Hopkins University, suggerisce che, nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare, iniziare subito con una combinazione di statine ed ezetimibe è più efficace rispetto alla sola terapia con statine. Lo studio, pubblicato su Mayo Clinic Proceedings, ha preso in esame i dati di 108.353 pazienti coinvolti in 14 studi clinici, dimostrando una riduzione significativa della mortalità e degli eventi cardiovascolari. I numeri parlano chiaro: l’approccio combinato ha portato a una riduzione del 19% della mortalità per tutte le cause, del 16% di quella cardiovascolare, e a un abbassamento del rischio di infarto e ictus rispettivamente del 18% e 17%, rispetto alla terapia tradizionale con statine ad alte dosi.
Terapia combinata: efficacia, sicurezza e numeri chiave
L’associazione dei due farmaci ha permesso di ridurre i livelli di colesterolo LDL di 13 mg/dL in più rispetto all’uso delle sole statine, migliorando sensibilmente le probabilità di raggiungere il target di meno di 70 mg/dL, con un aumento dell’85% nella probabilità di successo.
“I risultati sono ancora più evidenti nella network meta-analisi”, spiega Banach, “che mostra una riduzione della mortalità per tutte le cause del 49% e una diminuzione del 39% degli eventi cardiovascolari maggiori, rispetto alla sola terapia ad alte dosi di statine”. Lo studio evidenzia anche che la tollerabilità della combinazione è elevata, con un rischio di sospensione del trattamento inferiore del 44% rispetto alla terapia ad alte dosi.
Strategia dovrebbe diventare il nuovo standard
Una delle domande chiave affrontate dallo studio è se iniziare la terapia combinata immediatamente o attendere due mesi di sola statina. I ricercatori concludono che l'approccio più efficace è avviare subito la doppia terapia.
Secondo Peter Toth, coautore dello studio e docente all’Università dell’Illinois: “Questa strategia dovrebbe diventare il nuovo standard per i pazienti a rischio elevato. Aspettare per valutare l'efficacia delle sole statine è spesso controproducente e meno efficace per raggiungere i livelli ideali di colesterolo LDL”. E sottolinea: “È una soluzione accessibile, che non richiede nuovi farmaci costosi, ma che potrebbe ridurre infarti, ictus e scompensi cardiaci, con enormi benefici anche economici per i sistemi sanitari”.
Impatto globale contro la prima causa di morte al mondo
Nel 2020, il colesterolo LDL alto è stato responsabile di 4,5 milioni di decessi, con l’incidenza maggiore in Europa dell’Est e Asia Centrale, secondo i dati del Global Burden of Disease e dell’American Heart Association. Il professor Banach ribadisce l’urgenza di aggiornare le linee guida cliniche in tutto il mondo: “Le malattie cardiovascolari uccidono 20 milioni di persone ogni anno. La nostra analisi mostra che la terapia combinata potrebbe prevenire oltre 330.000 morti l’anno, di cui 50.000 solo negli Stati Uniti”.
Statine ed ezetimibe agiscono in modo sinergico: le prime inibiscono la produzione di colesterolo nel fegato, il secondo blocca l’assorbimento intestinale del colesterolo proveniente dalla dieta. In molti pazienti, la sola statina non basta, rendendo necessaria l’aggiunta dell’ezetimibe.
Fondamentale abbassare il colesterolo in modo tempestivo
La dimensione dello studio - il più ampio condotto finora su questo tema - rappresenta un punto di svolta. Dei 14 studi analizzati, 11 erano trial clinici randomizzati e 3 studi di coorte. Gli autori riconoscono che alcune limitazioni derivano dalla natura osservazionale di alcuni dati, ma le evidenze raccolte supportano con forza un cambiamento nella pratica clinica.
“I nostri risultati confermano che ‘prima è meglio’ per la cura delle patologie cardiovascolari”, conclude Toth. “Abbassare il colesterolo in modo tempestivo e duraturo è fondamentale per evitare complicazioni e decessi”.
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